Sono vergine, su Prime Video la serie tv contro il capitalismo
Sono Vergine è la serie tv disponibile su Prime Video che, attraverso Cootie, un giovane di colore alto quattro metri, critica il capitalismo
Cootie, un giovane di colore alto quattro metri, dopo aver trascorso la vita a nascondersi, scopre per la prima volta a 19 anni la bellezza e le contraddizioni del mondo. Questa è la strana storia al centro di Sono Vergine (I’m a Virgo), serie tv in sette episodi disponibile su Prime Video. A firmarla è il regista visionario Boots Riley (Sorry to Bother You), che dal 2006 al 2010 ha fatto parte del gruppo musicale Street Sweeper Social Club.
Sono vergine: la trama
Sono vergine è il surreale viaggio di formazione di Cootie, interpretato da Jharrel Jerome (vincitore di un Emmy come migliore attore protagonista in When They See Us), che dopo essersi formato con fumetti e programmi televisivi (“si, sono cresciuto con i ragazzi della tv“, afferma con ingenua sicumera), si ritrova a stringere amicizie con gli attivisti locali Felix (Brett Gray), Scat (Allius Barnes) e Jones (Kara Young), a vivere l’amore (con la cameriera di fast food Flora, portata in scena da Olivia Washington, figlia di Denzel), ad affrontare situazioni imbarazzanti e ad incontrare il suo idolo The Hero (Walton Goggins, lo sceriffo Chris Mannix di The Hateful Eight).
“Cootie è molto simile a tutti noi che a volte ci sentiamo diversi, che ci sentiamo come se non ci adattassimo, come se non fossimo i benvenuti, come se qualcosa in noi sia strano. Ma Cootie – racconta a Wionews l’attore la cui carriera è iniziata recitando nel film da tre Oscar Moonlight – vive tutto questo con orgoglio, ama chi è e questo lo rende fiducioso. Interpretare qualcuno che è sempre considerato diverso, ma crede in se stesso è stimolante“.
Sono vergine: la critica al capitalismo
La serie, che offre una intensa fotografia della città californiana di Oakland e che nella seconda parte vira verso il thriller, è una critica al capitalismo (“ha bisogno della disoccupazione e della povertà e di conseguenza delle attività illegali“), manifestata tramite i monologhi della combattiva Jones. Cootie, visto dagli altri come un mostro e un pericoloso criminale (punito con gli arresti domiciliari), si allena sollevando una macchina, sogna di mangiare il Bing Bang Burger che i suoi premurosi zii, dediti a proteggerlo dai rischi della vita reale, definiscono ipocritamente veleno. Ad un certo punto, nel secondo episodio, Cootie viene ingaggiato come modello di abiti su misura in un centro commerciale. Indossandoli, il giovane si procura un’eruzione cutanea che metaforicamente rappresenta la ribellione del suo corpo nei confronti di un lavoro che gli permette di guadagnare i soldi per uscire con Flora, ma che lo condanna al contempo ad essere uno strumento da sfruttare.
Sono vergine: la scena di sesso tra Cootie e Flora
La prolungata scena di sesso di Cootie e Flora nel quarto episodio è un mix di tenerezza e comicità, considerando la difficoltà fisica del contatto tra individui dalle dimensioni assai diverse: “È stato un processo difficile“, ammette Washington parlando del lavoro fatto sul set. “Non ho mai guardato Jharrel negli occhi. Ho sempre guardato un pezzo di nastro adesivo su un muro o un iPad con la faccia di Jharrel“. L’attrice aggiunge a Wmagazine: “Sulla carta Flora è l’interesse amoroso, è creata per dare impulso alla storia del protagonista, tuttavia, nel mondo creato da Boots, lei sta promuovendo la sua storia e anche Cootie la sta aiutando a capire qual è il suo posto nel mondo. Ha trovato il suo alieno in un’altra persona e con Cootie si spingono a vicenda, crescono l’uno con l’altro, si sfidano a vicenda“. Per dirla, con la frase rivolta da Flora a Cootie, “ho capito subito che ti mancavano gli stessi pezzi del puzzle che mancavano a me“.