Home Serie Tv Solo 2, Mizio Curcio a Blogo: “Una sfida agli stereotipi del poliziesco, una serie d’autore che non rinuncia all’intrattenimento”

Solo 2, Mizio Curcio a Blogo: “Una sfida agli stereotipi del poliziesco, una serie d’autore che non rinuncia all’intrattenimento”

Blogo ha intervistato Mizio Curcio, sceneggiatore della seconda stagione di Solo, la fiction di Canale 5 con Marco Bocci

pubblicato 5 Ottobre 2018 aggiornato 31 Agosto 2020 07:33

“Prima di rispondere alle tue domande ci terrei a ricordare e rendere omaggio a Riccardo Zinna che ha interpretato con grande maestria e professionalità il capo dello Sco, Nardiello”: inizia così, ricordando l’attore scomparso il 20 settembre scorso, la nostra chiacchierata, alla vigilia del debutto di Solo 2 (in onda da questa sera, 5 ottobre 2018, alle 21:20 su Canale 5) con Mizio Curcio, autore -insieme ad Andrea Nobile e Giorgio Nerone– della seconda stagione della fiction con protagonista Marco Bocci.

In questa stagione, Marco dovrà scegliere se eseguire gli ordini che arriveranno dai suoi superiori, che vogliono terminare la sua missione sotto copertura nel clan dei Corona, oppure disobbedire e proseguire di testa sua, mettendosi alla ricerca di Agata (Carlotta Antonelli), la figlia del boss don Antonio (Renato Carpentieri) che è stato costretto a sposare e che ora è stata rapita da misteriosi uomini.

Innanzitutto, come ci presenti la seconda stagione di Solo?

“Come il secondo atto di una sfida iniziata con la prima stagione! Una sfida agli stereotipi del poliziesco, con un protagonista borderline, scisso, sospeso tra ciò che è giusto e ciò che è necessario. In questa stagione esploreremo le conseguenze delle scelte dell’agente infiltrato Solo”.

Nella prima stagione uno dei punti cardine era il triangolo Solo-Barbara (Diane Fleri)-Agata. Ora che Barbara è stata uccisa, come si evolverà la situazione tra il protagonista e la figlia del boss?

“Barbara è morta… ma è ancora viva nella mente di Marco e tornerà in una chiave diversa per accompagnarlo in questa discesa agli inferi. Come sappiamo Agata è stata rapita alla fine della prima stagione, ma per Marco lei non è solo la posta in gioco della missione, una moglie, la madre di suo figlio. Agata è molto di più: il simbolo di una redenzione possibile. Salvarla vuol dire salvare se stesso… forse.

Oltre ad Agata e Barbara ci saranno delle new entry… A partire da Lena Tridente, interpretata dall’affascinante Ivana Lotito, Giselda Volodi nel ruolo di Donna Assunta e Roberta Mattei nel ruolo di Erika, il nuovo vicequestore dello Sco che darà la caccia a Marco. Marco Bocci è SOLO tra le donne!”

Una delle sorprese della seconda stagione è il ritorno di Peppino Mazzotta, il cui Bruno sembrava morto nel finale della prima stagione. Quanto è stato difficile mantenere questo segreto fino alla rivelazione del promo?

“Bruno Corona è vivo? Non lo sapevo!”

Anche la seconda stagione, come la prima, è composta da quattro puntate: avere un numero così ridotto di episodi da scrivere -rispetto alla grande parte delle altre produzioni televisive- per te è un vantaggio oppure ti pesa?

“Nonostante il formato di messa in onda, abbiamo articolato il racconto su otto episodi da 50’, uno degli standard più diffusi della serialità internazionale. E’ senz’altro un vantaggio perché permette una narrazione più concentrata e tesa senza diluire inutilmente il ritmo”.

Per la prima stagione avete raccolto testimonianze di alcune operazioni di infiltrazione in ‘Ndrine, mafia e camorra. Nella seconda avete dato lo stesso spazio al lavoro di documentazione o avete lasciato scorrere maggiormente la vostra fantasia?

“Nella nuova stagione l’arena criminale in cui si muove Marco è più ampia. Abbiamo fatto uno zoom out dalla piana di Gioia Tauro fino a comprendere il territorio dell’Aspromonte e il resto della Calabria. Anche in questo caso la realtà ci ha fornito molti spunti da cui partire per la scrittura”.

Protagonista assoluto della serie è Marco Bocci: avete discusso con lui sulla piega che prenderà la missione di Solo nella seconda stagione, che lo porterà sempre più lontano dal ruolo del semplice “buono”?

“Assolutamente. Marco è un attore/autore che si interessa e collabora attivamente al percorso creativo. Esplorare il lato oscuro del personaggio è stata un’idea che abbiamo condiviso fin da subito anche con il contributo fondamentale del regista Stefano Mordini”.

Tra la prima e la seconda stagione di Solo sono andati in onda altre serie che hanno raccontato il poliziesco italiano in modi del tutto differenti: Rocco Schiavone arriva dai libri, Coliandro la butta sulla comicità involontaria del protagonista, Il Cacciatore è calato in una pagina buia della nostra Storia e la “tua” Rosy Abate ha elevato il ruolo di protagonista femminile oltre i soliti canoni. Come vorresti che si inserisse Solo tra queste serie?

“Ci piace considerare Solo come una serie d’autore che non rinuncia all’intrattenimento, al rapporto viscerale con il pubblico. E’ allo stesso tempo una serie epica e intima che per mezzi produttivi, messa in scena e ambizione punta al mercato internazionale”.

Facciamo un gioco: trova un nome in codice per i protagonisti principali della serie, lasciandoti ispirare dal legame che hai stretto con loro sul set. Che nome in codice avrebbe nella vita di tutti i giorni Marco Bocci?

“The doctor… perché sul set è clinico, concentrato e spericolato come Valentino Rossi!”

Peppino Mazzotta?

“Lazzaro… non credo ci sia bisogno di spiegazioni!”

Carlotta Antonelli?

“La sposa turca… capirete perché!”

Renato Carpentieri?

“Donatello… per il David appena vinto (per La Tenerezza, ndr)!”

Ora sei sul set di Rosy Abate 2… Come procedono le riprese?

“Se ti dico che sarà meglio della prima, ci credi? Comunque a breve arriverà un promo della nuova stagione… se fossi in voi durante Solo 2 non cambierei canale durante le pubblicità!”

Oltre a Solo ed a Rosy Abate, stai lavorando a qualche altra novità che puoi anticiparci?

“Le novità in casa Taodue non mancano mai… vi terremo informati!”