Slow Horses 4, tra emozioni e sarcasmo si conferma un gioiello della corona di Apple TV+: recensione, trama e programmazione
Sei nuove puntate rilasciate settimanalmente fino al 2 ottobre
I nostri “perdenti di successo” preferiti sono tornati. Le spie reiette di Slow Horses arrivano con i sei episodi della quarta stagione da mercoledì 4 settembre 2024 con rilascio settimanale degli episodi. Probabilmente è superfluo ripetersi, ma è tra le migliori serie tv presenti attualmente nel panorama internazionale. Una di quelle serie tv da consigliare a chi per la prima volta attiva un abbonamento ad Apple TV+. La quarta stagione di Slow Horses riesce, ancora una volta, a intrattenere con una trama avvincente e brillante, a emozionare attraverso le storie dei suoi protagonisti.
Slow Horses 4, la trama
La trama della quarta stagione di Slow Horses è impossibile da anticipare perché rovinerebbe gran parte della visione della serie tv. Quello che si può dire è che è l’adattamento del quarto romanzo della saga Slough House di Mick Herron intitolato Spook Street. Dopo i catastrofici eventi della scorsa stagione, tra cadaveri e informazioni sensibili trafugate, all’MI5 è tempo di trovare volti nuovi. La “numero due” Diana Taverner si trova a dover gestire il nuovo capo messo dalla politica per rimettere in ordine l’agenzia, anche al mattatoio dei respinti arrivano volti nuovi. Un attentato esplosivo farà deflagrare la situazione mentre una delle nostre spie preferite dovrà fare i conti con il proprio passato. I due eventi saranno collegati? Sarà ancora Jackson Lamb a risolvere la situazione o i suoi agenti avranno imparato a muoversi in modo indipendente?
Slow Horses 4, la recensione
Slough in inglese vuol dire palude, pozzanghera ma anche abisso mentale, stato di tristezza e autocommiserazione. E non potrebbe esserci altra definizione per l’ufficio dei reietti guidato dalla stella dell’MI5 decaduta per sua stessa volontà, Jackson Lamb. E se all’inizio era proprio il personaggio interpretato da uno straordinario Gary Oldman la ragione principale per vedere la serie, con il passare delle puntate tutti si sono “lambizzati” (perdonate il neologismo). Pur senza toccare le vette del maestro, quel senso di dissoluta sagacia, quella voglia di affrontare tutto in modo distaccato, ha pervaso anche gli altri. In particolare la “second chair”, la numero due dell’MI5 Diana Taverner che ha fatto del distacco la cifra della gestione del potere, decisa a osteggiare in ogni modo i metodi di Lamb ma costretta ad abbracciarli appena necessario.
Come detto in precedenza non si può entrare troppo nel dettaglio delle vicende di questa quarta stagione, troppo forte il colpo di scena che domina le prime due puntate per poterlo svelare miseramente in una recensione. L’obiettivo è quindi piuttosto mostrare la superiorità narrativa, di struttura, di costruzione dei personaggi di Mick Herron, autore dei romanzi, e di Will Smith autore della sceneggiatura (no non è l’attore) rispetto alla maggior parte delle produzioni seriali in circolazione. E non solo limitandosi al genere thriller. Perché Slow Horses non sceglie mai la via più semplice, sfida lo spettatore e non lo blandisce con scelte semplici e convenienti. Ha un ritmo sostenuto ma è capace di rallentare quando serve. Non usa l’azione come forma di compensazione verso un’assenza di contenuto, quanto come elemento funzionale allo sviluppo emozionale e narrativo.
Avendo alle spalle tre stagioni e 18 episodi Slow Horses può permettersi di realizzare una stagione più intima, in cui cerca di approfondire alcuni risvolti del passato dei suoi personaggi, senza mai cedere alla tentazione di sfruttare le emozioni. La battuta sarcastica è la prima scelta di Jackson Lamb e di gran parte degli altri personaggi, ma basta osservare i movimenti del volto, l’espressione facciale per comprendere se siamo davanti a una verità o alla classica coperta di Linus, la scelta rassicurante per nascondere la propria emozione.
Spesso sentiamo la necessità di riempire le nostre vite di parole solo per allontanarci da un silenzio che spaventa, ma che è una salvezza contro l’invasione di rumore. Finire nell’ufficio dei reietti può essere una condanna come per la nuova arrivata Moira (Joanna Scanlan) che era abituata a gestire uffici ben più importanti ma non si perde mai d’animo né permette alle avversità di cambiare il suo umore. Ma può anche essere una salvezza come per il taciturno nuovo arrivato T.K. Coe (Tom Brooke) che probabilmente ha trovato quella famiglia lavorativa che non aveva mai avuto prima. Jackson Lamb è il maestro Yoda degli emarginati, degli anticonformisti, di chi non si arrende alle banalità del quotidiano.
Slow Horses 4, quando escono le puntate?
Ogni mercoledì dal 4 settembre, il finale è previsto il 2 ottobre.
Slow Horses 5 si farà?
Si, la serie è stata rinnovata. Mick Herron ha, finora, pubblicato altri 5 romanzi e 5 racconti nella saga di Slough House.
Slow Horses 4, il cast
Confermato il cast principale di Slow Horses da Gary Oldman nei panni di Jackson Lamb a Kristin Scott Thomas in quelli di Diana Taverner e Jack Lowden in quelli di River Cartwright.
Gary Oldman è Jackson Lamb
Jack Lowden è River Cartwright, agente MI5
Kristin Scott Thomas è Diana Taverner la numero 2 dell’agenzia
Saskia Reeves è Catherine Standish, segretaria/assistente di Lamb
Rosalind Eleazar è un Louisa Guy
Christopher Chung è Roddy Ho
Aimee-Ffion Edwards è Shirley Dander
Kadiff Kirwan è Marcus Longridge
Joana Scanlan è Moira Tregorian
Tom Brooke è J.K. Cooke