Casa Italia, le idee a confronto di Sky Tg24 che cercano di ridare i faccia a faccia alla politica in tv
Con Casa Italia, Sky Tg24 tenta di mantenere la tradizione dei confronti elettorali con un format ‘simulacro’ dei faccia a faccia che furono.
Una delle grandi anomalie in tema di politica in tv è l’impossibilità di fare confronti tra leader di partito in campagna elettorale. Non che sia vietato ma di fatto è impossibile, come hanno spiegato a più riprese i colleghi più attenti alla politica. Una anomalia che ha le sue radici in una distorsione di fondo che risale ormai a trent’anni fa e che si alimenta di veti incrociati, ovvero di paure. E così da noi non c’è modo di organizzare un confronto tra leader in diretta, uno di quei faccia a faccia che fanno evento e che hanno segnato la storia della televisione, e non solo in Italia. Per chi ha qualche anno in più, la memoria corre ai confronti Berlusconi – Occhetto e Berlusconi – Prodi, mediati rispettivamente da Enrico Mentana e Bruno Vespa che dettero per qualche anno la sensazione che anche da noi ci potesse essere un modello di racconto della politica all’americana, fatto di domande secche, di tempi contingentati, di risposte nel merito, di studio dell’avversario, di sostanza e non solo di forma.
E dire che uno dei fiori all’occhiello della tv monopolista era Tribuna Elettorale (ottobre 1960), prima trasmissione tv italiana dedicata alla politica ‘intermediata’ e incentrata sul botta e risposta tra uomini delle istituzioni e leader di partito e un parterre di agguerriti giornalisti, intenzionati a mettere in difficoltà l’interlocutore di turno – consapevole, quest’ultimo, di dover dar conto agli elettori (o quantomeno ai suoi pari). Fatto sta che la Prima Repubblica, tacciata di essere la quintessenza della vacuità retorica del politichese, ha lasciato spazio a uno sloganismo fine a se stesso che sembra avere paura del confronto con l’altro, anche perché se si va nel merito gli slogan non bastano e un minimo di consapevolezza di sé, del ruolo, del contesto politico nazionale e internazionale ci vuole. Piuttosto che mostrare le proprie debolezze meglio negarsi, dunque: e visto che i nostri ‘regolamenti’ impongono che i confronti vedano la partecipazione di tutti, basta un no per cancellare dai palinsesti un contenuto importante per gli elettori, uno strumento sicuramente incompleto e perfettibile, ma almeno un momento capace di andare al di là del comizio tout-court, senza contraddittorio alcuno. Insomma, il sistema non vieta i confronti ma li rende impossibili: un barocchismo machiavellico. Tanto più che una trasmissione che metta a confronto tutti i principali leader di partito in una volta sola è di per sé la negazione stessa del confronto. Insomma, dimmi che non vuoi che vengano fatti senza dirmi che non vuoi che vengano fatti.
Lungi dall’essere un’ode ai tempi che furono, tutto ciò porta piuttosto a dare un’occhiata alle soluzioni proposte dalle varie reti per poter ‘aggirare’ l’ostacolo. Si tratta di palliativi che in maniera più o meno ingegnosa hanno cercato di dare qualche strumento utile agli elettori. La formula più utilizzata è stata quella delle interviste singole, leader dopo leader, che è poi un modello adottato anche al di fuori delle campagne elettorali. C’è poi chi come Sky Tg24 che si è sempre presentata come “La casa dei confronti” in periodo elettorale che ha cercato di mantener fede a quella che ha sempre visto come una sua missione. La all news più ‘anglosassone’ di tutte ha cercato di importare il modello da noi fin dai suoi esordi e ha sempre portato avanti la propria lotta per avere i faccia a faccia in tv, riuscendoci almeno fin quando è stato possibile o in circostanze di ‘area’, come le Primarie PD (e ancora ricordiamo quel ‘tutti contro tutti’ che vide protagonisti Renzi e Bersani anni orsono) o le Regionali.
Per questa scalcinata campagna elettorale, Sky Tg24 ha provato a gettare il cuore oltre l’ostacolo e costruire un contenuto che fosse quanto più possibile vicino a un faccia a faccia: si tratta di Casa Italia, Idee a confronto, andato in onda lo scorso 14 settembre e costruito come una sorta di confronto a distanza, ma con un principio di simultaneità che desse al telespettatore la possibilità di valutare le posizione dei singoli leader in merito ai vari argomenti in ‘tempo reale’.
In pratica sono state fatte interviste singole ai vari leader di partito con un canovaccio di domande uguali per tutti, poste da Fabio Vitale, su argomenti centrali e utili – secondo Sky Tg24 – per capire le ricette, le proposte, le idee, le politiche delle diverse forze in campo. Queste interviste sono state, quindi, spacchettate per domande e riproposte con una forma grafica che simulasse la presenza in studio dei vari protagonisti, ovvero Emma Bonino, Carlo Calenda, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Enrico Letta, Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani.
Un confronto di puro montaggio, dunque, che manca dell’ingrediente più interessante e accattivante – la diretta, come ovvio, sale del confronto e specifico tv – ma che cerca di recuperare almeno l’idea stessa del confronto politico ed elettorale, affinché i telespettatori non solo non ne dimentichino l’esistenza, ma possano magari ‘richiederlo’, desiderarlo, spingere affinché si torni alla possibilità di farlo, contro la pavidità degli attuali – o almeno di alcuni – leader o riconosciuti tali. Del resto anche i talk show sono da tempo una sfilata di interviste singole, anche perché ormai lo spessore del confronto si misura di decibel e in voci sovrapposte.
Quella di Casa Italia è dunque una forma di ‘resistenza’, di educazione alla politica in tv, che mostri quel che sarebbe possibile e anche legittimo fare, ma che al momento viene negato. Un tentativo interessante di rendere un servizio (davvero pubblico per certi versi) agli elettori e ai telespettatori in genere. Difficile, del resto, non collegare certi tassi di astensionismo a un certo modo di raccontare e fare politica in tv: e su questo aspetto bisognerà prima o poi fare uno studio circostanziato.
Ciò detto, ammiriamo la determinazione con cui Sky Tg24 cerca di mantenere alta la bandiera del confronto politico in tv. Se, in chiusura, ci è concesso un suggerimento, magari per la prossima volta potrebbe essere utile un titolo meno ‘domestico’, che strizzi meno l’occhio alla (fu) ‘casalinga di Voghera’, e anche meno abusato visto che “Casa Italia” è anche il titolo della striscia quotidiana di Rai Italia dedicata agli italiani all’estero. Se poi la scelta è un velato ‘suggerimento’ di espatrio, chapeau. Ma ne dubitiamo. In ogni caso, sempre viva il confronto diretto (e ancor meglio in diretta). A prescindere.