Sky Tg24 “Alla scoperta di Dario Brunori” per un racconto di talento e gavetta
Tutti vogliono il successo, tutti pensano di meritarlo: Dario Brunori ricorda in un’intervista che gavetta e talento sono necessari, così come l’avere davvero qualcosa da dire.
“Dopo la laurea ho fatto il parcheggiatore a Siena per un annetto: è stato un lavoro formativo da tutti i punti di vista”.
Dario Brunori si racconta in un’intervista “per pianoforte e voce” in onda da giovedì 23 gennaio alle 21 su Sky TG24 e anche su Sky Arte sabato 25 gennaio alle 20.30. Il titolo scelto per lo speciale – Volevo fare il parcheggiatore – Alla scoperta di Dario Brunori – richiama proprio questa esperienza di vita e questa testimonianza di impegno che al di là dell’aneddottica curiosa è segno di chi non molla, di chi è pronto a tutto, di chi è decisamente lontano da quell’idea di ‘giovani choosy’ di forneriana memoria.
Una chiacchierata tra musica e parole tra il cantautore calabrese, uscito – e celebrato – con il suo ultimo disco, Cip!, e il vicedirettore della testata all-news Omar Schillaci, che diventa anche un’occasione per raccontare il mestiere di scrittore, di autore, di ‘emigrante’ per studio, che lavoricchiava per mantenersi all’Università.
“Avevo cominciato a lavorare un po’ come musicista, ho scritto canzoni per i cartoni animati e suonavo con un gruppo in Toscana. Avevo bisogno di soldi, perché non è che queste cose mi dessero grandi possibilità. Ho fatto un po’ di lavoretti, ma con il mio voto di laurea non si lavorava tanto. Ho fatto il parcheggiatore per la grande gioia di mio padre, che intanto in Calabria aveva una ditta di mattoni, la Brunori Sas. Mi immagino cosa avrà pensato: ‘possibile che preferisca fare questo?’”.
E Brunori Sas è diventato il suo ‘marchio di fabbrica’, il nome che ormai ha conquistato la scena musicale italiana, con buona pace della Laurea in Economia rimasta in un cassetto. Magari non era quello che la famiglia avrebbe voluto, ma è qui che il valore del talento e l’importanza dell’avere qualcosa da dire, di proprio, viene fuori, a far da guida ai tanti ragazzi che vogliono essere star, copiando gli altri.
Una cosa è l’ispirazione, la citazione, l’interpretazione, la rielaborazione (delle proprie e delle altrui esperienze), un’altra la copia: e lo si capisce anche da come Brunori rielabora in napoletano uno dei suoi successi, La verità. Gli piace cantare canzoni napoletano e in napoletano, dice, e applica la prosodia e il timbro della ‘cantata’ in napoletano anche ai suoi successi. E si sentono gli echi di un Pino Daniele che evidentemente è stato un riferimento e che in certi testi e in certe atmosfere riesce a far sentire. Un’intervista che nasce promozionale, diventa un viaggio nella sua vita e finisce per essere un case history per chi nella vita vuole e può davvero esprimersi nell’arte.