Sky Tg 24 vuole il confronto fra leader politici
Il confronto fra leader politici, una rarità in Italia, è una consuetudine in tutte le grandi democrazie del mondo. Il calendario delle campagne elettorali, ma non solo quelle, in Inghilterra, in Francia così come negli Stati Uniti è scandita dai confronti televisivi. Rigidi, spesso criticati perché ingessati, ma comunque oggettivamente utili. Uno o più giornalisti,
Il confronto fra leader politici, una rarità in Italia, è una consuetudine in tutte le grandi democrazie del mondo. Il calendario delle campagne elettorali, ma non solo quelle, in Inghilterra, in Francia così come negli Stati Uniti è scandita dai confronti televisivi. Rigidi, spesso criticati perché ingessati, ma comunque oggettivamente utili. Uno o più giornalisti, un moderatore, domande precise da porre ai leader degli schieramenti contrapposti con un tempo di risposta contingentato.
Un’idea che in Italia si affacciò per la prima volta nel lontano ’94. Il primo confronto all’americana venne proposto da Canale 5: Silvio Berlusconi, appena “sceso in campo”, contro Achille Occhetto, il segretario che guidò il PCI alla transizione post-comunista e che era candidato dello schieramento dei Progressisti. A moderare il dibattito Enrico Mentana, già direttore del Tg5, alla presenza di Gianni Letta, all’epoca “semplice” giornalista Mediaset. Da lì in avanti un vuoto, colmato soltanto nella campagna elettorale del 2006 con il duello Prodi-Berlusconi.
Sky Tg 24 ha lanciato da settimane una serie di spot per cercare di affermare questa tradizione anche nel nostro paese. Non solo spot, anche mosse concrete. Una delle domande della conferenza stampa di fine anno del Premier concessa al tg di Sky ha riguardato proprio la proposta di uscire dal “vespismo”, dalle trasmissioni tv con leader comodamente accolti in solitaria negli studi per un rassicurante comizio catodico. Berlusconi, a patto che vi siano “regole certe“, si è detto disponibile. Bersani, che ha poco da perdere, non vede l’ora. Il sospetto, ma potremmo dire la certezza, è che in caso di elezioni anticipate nel 2011 vedremo nuovamente un confronto tv.
Il dato, aldilà di ogni polemica politica, è che Berlusconi, “signore delle tv” si presterà al confronto. Perché? Semplice, perché Berlusconi corre il rischio del confronto diretto soltanto quando è in difficoltà nei sondaggi. Quando il risultato elettorale appare chiaro, ed è nella direzione di una sua larga vittoria, Berlusconi si oppone strenuamente all’ipotesi di concedere all’avversario di turno una chance di recuperare consensi. Era successo con Rutelli nel 2001, è successo nel 2008 con Veltroni.
I nuovi scenari politici, soprattutto nel caso il Governo dovesse cadere, non garantirebbe al Premier una vittoria assicurata. Questo elemento, molto più della lodevole iniziativa di Sky Tg 24, fornirà con tutta probabilità l’occasione di vedere un nuovo confronto “all’americana”.