Il Posto delle Fragole, su Sky Arte da stasera otto artisti ‘and the City’
Su Sky Arte da stasera alle 21.10 otto artisti raccontano se stessi e le proprie opere attraverso i luoghi speciali della propria città, il proprio Posto delle Fragole.
Otto artisti, otto città, otto luoghi del cuore: questa la formula de Il Posto delle Fragole, al via stasera, domenica 13 gennaio, alle 21.10 su Sky Arte. Un inedito viaggio ‘cittadino’ con guide ‘artistiche’ del tutto eccezionali per un tour che non ha nulla di turistico, se non nei ‘vicoli dell’anima’. Jannis Kounellis, Cesare Pietroiusti, Maria Morganti, Serse Roma, Letizia Cariello, Adrian Paci, Michelangelo Pistoletto, Marzia Migliora sono gli otto protagonisti, gli otto sguardi che ci mostreranno la propria città attraverso i luoghi per loro più significativi e attraverso un video da loro realizzato. Una formula coinvolgente, che sembra voler puntare sull’immagine più che sulla parola: per quanto possa sembrare assurdo, in tv è raro che l‘immagine sia protagonista.
Sky Arte ha sempre qualche chicca tra le pieghe del suo vari palinsesto e da stasera offre un percorso per i “luoghi non comuni” che otto artisti di fama internazionale coltivano nella propria città, quel ‘posto delle Fragole’ di cinematografica ispirazione che hanno accettato di condividere col pubblico tv a partire da stasera.
L’idea, venuta Riccardo Crespi e realizzata con Mare Mosso e Puntodoc, si fonda sull’intuizione di fare partecipare il pubblico tv alle cosiddette studio visit, gli incontri con gli artisti nello spazio privato dei loro studi consueti per galleristi e curatori di mostre, che qui lasciano le ‘mura’ dell’atelier per trasferirsi negli ‘angoli’ della vita quotidiana, nelle strade che hanno ispirato o influenzato la sua opera.
Un viaggio che ci porterà in giro tra Milano a Torino, Venezia e Trieste, passando per Biella e Roma. E la prima puntata racconta proprio Roma, con Jannis Kounellis, ormai italiano d’adozione che ci conduce a Piazza del Popolo alla scoperta della Galleria La Tartaruga, dove ha presentato le sue prime opere, prima di andare a Ponte Milvio (ma senza lucchetti).
Si passa quindi a Cesare Pietroiusti che ha Trastevere nel sangue e che ci porta a vivere questa città nella città con la passione che solo un ‘figlio’ può avere per la propria madre e di cui riesce a svelare scorci ancora ‘vergini’.
“Il programma delinea un cammino artistico e antropologico che tocca anche l’architettura, il costume e la cultura in generale; ci conduce nella dimensione privata dell’artista che racconta come nasce il suo lavoro, le sue passioni e sensibilità. Un viaggio nei suoi luoghi, a volte sconosciuti, altre noti a tutti, ma osservati da un punto di vista personale con il loro carico di storia e valori, che dà una chiave di lettura dell’arte e anche del mondo attraverso gli occhi del protagonista”,
spiega Crespi che porta così un po’ di ‘reality’ nel rapporto spesso distante tra l’arte e i suoi fruitori, più o meno distratti, che cerca di andare ‘dietro le quinte’ di ciò che sembra ineffabile e inafferrabile, come appunto il lavoro dell’artista. La ‘ratio’ è quella di
“andare alla scoperta del loro lavoro quotidiano e indagare i rapporti con la realtà che li circonda senza mediazioni. Un punto di vista interno e appassionato, impreziosito da un linguaggio visivo moderno, che è perfettamente in linea con uno degli obiettivi principali di Sky Arte Hd: raccontare l’arte contemporanea italiana in modo nuovo e originale”
sottolinea il direttore di rete, Roberto Pisoni, che ‘approfitta’ così dell’occasione per ribadire il ‘manifesto’ della rete, per disegnare gli obiettivi della linea editoriale scelta. E, mi sia concesso, Sky Arte ci sta riuscendo in pieno. Ad maiora.