Sin tetas no hay Paraiso al Telefilm Festival 2008
Penultima giornata, sabato, densa di avvenimenti al Telefilm Festival 2008. In quella di ieri, di cui abbiamo trattato o riporteremo in specifici post, interverranno gli attori di Boris e verrà proiettata in anteprima la seconda stagione, poi nel pomeriggio si terrà un incontro moderato da Silvia Toffanin con Ludovico Fremont, Alessandra Mastronardi, Chicco Sfondrini, Federico
Penultima giornata, sabato, densa di avvenimenti al Telefilm Festival 2008. In quella di ieri, di cui abbiamo trattato o riporteremo in specifici post, interverranno gli attori di Boris e verrà proiettata in anteprima la seconda stagione, poi nel pomeriggio si terrà un incontro moderato da Silvia Toffanin con Ludovico Fremont, Alessandra Mastronardi, Chicco Sfondrini, Federico Moccia, Valeria Bilello e Lucilla Agosti. In serata spazio alla fiction internazionale, prima con l’evento H2O grazie alla presenza delle due “sirene” australiane e successivamente a Michelle Ryan, la nuova donna bionica in Bionic Woman.
In mattinata, è stata presentata dal direttore di Telecinco, Alberto Carullo, la serie colombiana Sin tetas no hay Paraiso, già acquistata dagli americani, che (tramite Grundy Italia) arriverà probabilmente nel nostro Paese a Raidue in una versione riadattata per il mercato italiano. (Qui la fotogallery)
“Non siamo stati l’unico Paese che si è mosso per trasmettere questo formato, ma anche NBC ha comprato i diritti per mandarlo in onda sperando di ottenere lo stesso successo della concorrente ABC che viceversa trasmette Ugly Betty, anch’essa tratta da una storia colombiana“.
“Sin tetas è la storia di Catalina, una ragazza di 15-16 anni che vive in condizioni di povertà e scarsi mezzi e in Colombia vivere a questi livelli non è una cosa facile, è una sorta di condanna per tutta la vita. Conosce una ragazza che poi diventerà sua amica, in contatto con il mondo del narcotraffico e della prostituzione (estremamente radicata in Colombia e contro cui è difficile lottare) e con lei arriverà a rifarsi il seno; verrà notata da un boss della mala e finirà per diventare il suo giocattolo del desiderio. Catalina finirà in questo mondo oscuro e ne pagherà le conseguenze.”
Una serie, di cui in Spagna si sta per realizzare la seconda parte visto il successo riscontrato: partita dal 21% ha chiuso con il 28 diventando un importante fenomeno sulla Rete grazie a più di 13 milioni di video scaricati e 22 milioni di pagine viste dagli appassionati fan e dalle ragazze affascinate dal boss, il bello e possibile Miguel Angel Silvestre (El Duque), giudicato in Spagna un vero sex symbol. Inoltre, per lanciare la fine della serie, la produzione spagnola ha trasmesso in anteprima al cinema l’episodio conclusivo con in platea tutti i protagonisti: un fenomeno cult che ha di fatto paralizzato la via centrale di Madrid colma di fans desiderosi di vedere e fotografare Catalina, El Duque e gli altri protagonisti della storia.
Carullo spiega cosa significhi il titolo della serie e la differenza tra la versione colombiana e quella spagnola:
“Il fatto di operarsi al seno è il passaporto (il Paradiso) per riuscire a cambiare la propria vita perchè è vero che in quel mondo per essere una prostituta desiderata il fatto di essere attraente è fondamentale. Nella versione colombiana esiste una cornice di valori abbastanza desolante intorno alla protagonista della storia: la sua amica non fa altro che utilizzarla perchè è il modo di ottenere più potere come persona che gestisce un giro di prostituzione; la madre di Catalina che arriva ad essere consapevole di quello che accade alla figlia, non fa niente per contrastare il pericolo in cui lei si sta andando a cacciare; il fidanzato non è granchè e addirittura arriva ad avere una storia d’amore con la madre di lei; il boss El Duque non si innamora di Catalina ma vuole solo possederla come un giocattolo.”
“Quello che abbiamo cercato noi è stato lavorare sopra all’idea e sulla sceneggiatura perchè ci sembrava difficile riuscire a rendere comprensibile al pubblico spagnolo una storia con queste caratteristiche estreme. Per noi Catalina è sulla soglia dei 18 anni, è una ragazza sognatrice e ingenua che fa parte di una famiglia modesta, una madre che le trasmette dei valori tramite cui con lo sforzo e con la volontà e l’impegno si possa cambiare la propria vita. Per Catalina la motivazione che la spinge ad entrare nel mondo oscuro non è il desiderio di cambiare vita ma l’amore: si reincontra con El Duque che conosceva dall’infanzia e scocca la scintilla. Decide che, arrivata ai 18 anni, quello sia il momento in cui lei possa decidere per se stessa ed è convinta, grazie alla forza dell’amore, di riuscire a riscattarlo e a redimerlo da questa situazione. Inoltre, nella nostra versione, abbiamo costruito una linea poliziesca (assolutamente inesistente in Colombia) che farà da filo conduttore a tutta la storia infatti uno dei personaggi positivi è un poliziotto che cercherà di mettere le mani su El Duque e smantellare la rete del narcotraffico. Catalina arriverà ad operarsi al seno non tanto per entrare nel mondo oscuro quanto perchè si renderà conto di non avere un corpo attraente per conquistare El Duque e perchè i valori rappresentati dalla società di oggi le diranno che, con il passaggio all’età adulta, è necessario avere un bel seno e un bel portamento se vuoi essere notata da qualcuno.”
Leo Damerini, direttore artistico del Telefilm Festival, annuncia in anteprima che secondo indiscrezioni la serie arriverà sulla Rai. E’ lo stesso Giorgio Buscaglia, responsabile cinema e fiction di Raidue, da lui interpellato a confermare:
“Siamo stati contattati dalla Grundy, abbiamo visto le prime puntate, ci è piaciuto molto e vedremo quello che accadrà. Sono convinto che sia necessario conservare il formato da 70 minuti come nella versione spagnola, cosa raramente fatta da noi. Lo vedrei per i contenuti subito dopo un’altra serie dopo le 22.”
Alberto Carullo spiega come sia stata realizzata la serie in Spagna rispetto a quella colombiana:
“Il primo passaggio che è stato fatto è stata la trasformazione da libro in serie e la versione colombiana è stata composta da 23 episodi di 45 minuti ciascuno. Noi abbiamo fatto un passaggio ulteriore per 26-28 episodi di 70 minuti ciascuno, allungando la serie grazie anche al filone poliziesco molto importante nella nostra versione.”
Al termine della proiezione un applauso ha confermato l’interesse e l’attesa per il prodotto, quantomeno qui al Telefilm Festival. A questo punto siamo tutti curiosi della versione italiana sperando non diventi troppo edulcorata.