Gogglebox, presentato questa mattina alla stampa, sembra una figata (ci scuserete per il termine poco tecnico, ma non ne troviamo un altro). Un linguaggio nuovo, uno sforzo produttivo particolare e innovativo per l’Italia: “Nella stanza dove la famiglia guarda la tv, ci sono due telecamere fisse. Non c’è nessuno di noi. La troupe e l’autore del set sono in un’altra stanza […] A tutti coloro che stanno sul set, è stato dato l’ordine di non interagire con le famiglie: non suggerire, non fare amicizia, non dare consigli. Affinché il fixed venga bene, il team deve essere un’ombra”, racconta la produttrice Simona Ercolani. Autenticità è la chiave.
Dodici i protagonisti, selezionati come? “Abbiamo selezionato le famiglie per dare una varietà dei gruppi che possiamo immaginare davanti la tv: la coppia, il gruppo di fratelli, nonna e nipote. Ce n’è di tutti i tipi. Ovviamente non c’è un criterio statistico o sociologico, il criterio è per dare una varietà”.
“Siamo su Italia 1, ci aspettiamo il pubblico di Italia 1 con un target adulto-giovane che è interessato ai media in generale e alla tv in particolare. Gogglebox è anche un modo per vedere delle cose di televisione che non hai visto, ti fa recuperare la settimana televisiva. Speriamo che il pubblico possa apprezzare. Dopodiché, è il pubblico di Italia 1. Io penso che quando fai un prodotto, lo fai per una rete, non lo fai a prescindere. Siamo nel campo dell’industria, non nel campo dell’arte”.
L’Ercolani non ha aspettative d’ascolto: “E’ un programma non semplicissimo, mi aspetto una crescita di puntata in puntata. E’ un programma al quale bisogna affezionarsi. Non ho il mito della prima serata perché ti costringe a delle scelte più radicali. In prima serata non ti puoi permettere delle cose che puoi fare in seconda. L’importante è fare bene questa prima serie, al meglio delle nostre possibilità. Il pubblico si aggrega mano a mano, c’è bisogno di insistere per entrare nelle case: più vai in onda e più ti seguono. Così, dall’altra parte: più lo fai, più impari a farlo e più ti viene bene. Mi sembra già un ottimo risultato partire con una serie di sei puntata ed un programma sperimentale per la tv generalista”.
La prima puntata è prevista per domenica 23 ottobre, ore 23.50, Italia 1.
Intanto la casa di produzione Stand by me sta lavorando a nuovi formati: “Stiamo lavorando ad uno scripted sugli adolescenti, Love Dilemma: storie d’amore di adolescenti, scritte dagli adolescenti ed interpretate dagli adolescenti. E’ un progetto abbastanza entusiasmante, stiamo realizzando un numero zero che poi metteremo sul mercato”.
Il passaggio di Sconosciuti da Rai 3 a Laeffe come è avvenuto? “L’importante è andare in onda. Laeffe ha un target fantastico: se sceglie di vederti, è perché ti ha scelto davvero. Il passaggio è stato un normale passaggio di consegne. Rai 3 ha ritenuto di cambiare la programmazione, noi avevamo già avuto contatti con altre reti: Sconosciuti è il programma del mio cuore, aveva già ricevuto riconoscimenti da colleghi di altre reti. Da gennaio andremo anche su Tv2000″.
Infine, una battuta sulle voci che la volevano alla direzione di una rete Rai: “Io faccio il produttore creativo, scrivo formati originali e mi piace da pazzi il mio lavoro. Mi piace da pazzi la Stand By Me che ho costruito insieme agli altri, mattone dopo mattone, e non la lascerei per nulla al mondo”.