Silvia Olari a TvBlog: “Più che Amici sognavo l’orchestra di Vessicchio. Nel mio destino sia Alicia Keys che Nek”
TvBlog ha l’onore di intervistare una reduce di Amici per cui ci siamo battuti molto, ai tempi della sua ingiusta eliminazione da parte della commissione: Silvia Olari. Ora le si prospetta un futuro discografico altrettanto roseo di quello dei suoi colleghi, con il valore aggiunto di aver “scomodato” Nek come autore di Fino all’anima, il
TvBlog ha l’onore di intervistare una reduce di Amici per cui ci siamo battuti molto, ai tempi della sua ingiusta eliminazione da parte della commissione: Silvia Olari. Ora le si prospetta un futuro discografico altrettanto roseo di quello dei suoi colleghi, con il valore aggiunto di aver “scomodato” Nek come autore di Fino all’anima, il singolo di lancio del suo ep omonimo presentato ieri a Trl e sbarcato in radio. Silvia conferma ancora una volta di essere uscita a testa alta dalle polemiche da reality, visto che di Amici le è interessata la parte talent e musicale a tal punto da combattere la sua riservatezza personale.
Prima di incominciare ci tengo a farti notare che sei amatissima su TvBlog. In questi mesi abbiamo ricevuto valanghe di commenti positivi, da parte non solo di fan, ma soprattutto di persone che ti hanno “capita”. E dire che non hai mai ammiccato alle telecamere o tirato fuori una personalità dirompente…
“Beh, lo ammetto, non sono proprio adattissima per i reality. Molte volte alcuni hanno assunto un atteggiamento più estroverso del mio nella scuola. Io tendenzialmente, non per una questione di telecamere che dopo un po’ dimentichi, nella vita sono così caratterialmente. Magari al serale ho dovuto bisticciare pure io, per non ignorare certe insinuazioni che venivano fatte sul mio conto. Però ho cercato di farlo sempre prendendo una via di mezzo, senza mai inseguire l’eccesso”.
Al serale, insomma, è uscita la vera Silvia, mentre nella prima fase ti abbiamo vista più in difficoltà. Come mai?
“In parte il merito è stato del mio maestro, Luca Jurman. Mi ha aiutato a credere in me stessa, a non demoralizzarmi. Mi ha anche stupido per il modo in cui ha contestato la mia eliminazione e non mi aspettavo che producesse il mio disco (è arrangiatore e musicista di tutti i pezzi, oltre ad averle scritto una canzone ndr). Ma a stimolarmi in primis è stata la situazione. Durante il serale, con la divisione a squadre, mi sono allontanata da certe relazioni che mi creavano tensioni a livello psicologico, sono stata messa in una squadra con persone tranquille che non mi davano fastidio a livello umano. Ero più rilassata e alle lezioni mi davo da fare perché c’era una serenità di base che mi aiutava a rendere meglio”.
Mi suggerisce un lettore che avrebbe voluto vederti ancora più lanciata col piano, osando al serale con una personalizzazione dei brani simile a certe tue performances in saletta. Perché ti sei limitata a semplici esecuzioni?
“Io sono stata già molto attaccata, dal punto di vista personale, del pianoforte, di come cantavo. Se mi fossi presentata rivisitando il pezzo non sarebbe stato equo. Una modifica dell’intera esecuzione da parte dell’orchestra sarebbe stata possibile solo se un componente dei blu avesse adottato lo stesso arrangiamento. Però io ho realizzato il mio vero sogno, che è poi stata la spinta a partecipare ad Amici dopo che l’ho visto per anni da casa: arrivare al serale, suonare e cantare con l’orchestra di Vessicchio. Non approfittare minimamente della mia conoscenza del pianoforte, rinunciando ai privilegi di un live e di quaranta orchestrali, sarebbe stato altrettanto assurdo. Natural Woman al piano con l’orchestra mi ha regalato una bellissima emozione. E tra i cavalli di battaglia, se avessi proseguito la mia avventura al serale, ci sarebbe stata Emozioni. Non ho fatto in tempo ad arrivarci”.
Hai il rimpianto di non aver sfidato Alessandra in finale e sei contenta per la sua vittoria?
“Un rimpianto totale no, visto che abbiamo avuto comunque occasione di confrontarci in sfide singole. Certo, sarebbe stato stimolante perché Alessandra è molto forte a livello di pubblico. Era molto apprezzata e votata, quasi sempre era avanti nelle carte. Se mi fossi sfidata sui cavalli di battaglia con Alessandra voleva dire che ero in finale. Le auguro il meglio per questa vittoria, ma ho sempre detto che io tifavo per Valerio. E’ sempre stato impeccabile, non ha mai sgarrato ed è una rarità, per avere diciannove anni appena compiuti è molto bravo. Alla fine è arrivato secondo e sia lui che Alessandra sono due persone in gamba. Come ho letto in un cartellone a Lecce Jurman colpisce ancora per il secondo anno consecutivo”.
Non solo Jurman è tra i contributors d’eccezione del tuo disco, ma anche Nek. Cosa si prova a cantare un pezzo scritto da un artista così affermato?
“Quando mi hanno detto che nell’album c’era anche un pezzo di Nek sono rimasta spiazzata. Ho pensato, lo dà proprio a me, una mezza sconosciuta? Non mi sento né una professionista né arrivata. Sono una persona uscita da un programma che le ha dato tanto, una visibilità giusta ma sono ancora una dilettante. Devo fare ancora tanta gavetta, tirarmi su le maniche e lavorare un sacco. Mi considero così. Uscire in punta di piedi e avere un pezzo di Nek è una grande soddisfazione. Innanzitutto è emiliano come me, poi io cantavo Laura non c’è, quando ero una bambina, alle prime lezioni di canto. Forse era nel mio destino”.
Eppure i nostri lettori colgono insistentemente una tua somiglianza con Alicia Keys, specie quando canti in inglese. Come fai a far convivere queste due anime, specialmente quando torni a cantare in italiano?
“Sono proprio svegli, quelli che notano questa cosa. Innanzitutto c’è molta vicinanza con Alicia Keys per un fatto di immagine, lei suona e canta. Anch’io sono entrata, sia l’anno scorso ai casting, quando non sono passata alla prima puntata, sia quest’anno con pezzi presentati in piano e voce. E’ da sempre una mia caratteristica. E poi questa vicinanza è anche un fatto di genere, mi piace tanto lei, ho interpretato suoi pezzi nel mio repertorio. Quanto alle altre canzone italiane, bella domanda. Come ho dei modelli americani, la Keys, Beyoncè, ho anche modelli italiani, la Pausini in primis. La scelta dell’inglese è stata una cosa che ho fatto negli ultimi anni, ma quando avevo 14-15 anni ho sempre cantato molto in italiano, anche i Matia Bazar ed Elisa. Ho portato avanti ambedue le cose e riesco a farle coesistere nel mio repertorio”.
Non temi, però, vista la tua reputazione di “giovane cantante elegante e sofisticata”, di non intercettare pubblico meno esigente e più orientato sul commerciale?
“Un minimo di rischio c’è come in tutte le cose, quello che fai può piacere e può non piacere. Ho sentito gli ep degli altri ragazzi, fanno cose molto diverse dalle mie, ma non per questo inferiori. Io sono entrata nella scuola con un pezzo di un certo tipo, Georgia on my mind. La gente mi ha conosciuto e apprezzato in una veste classica. Non penso sia un rischio e se anche ci fosse sarebbe un rischio da correre. Io lo vedo come una conferma di quello che sono io e di come sono stata in questo programma. La gente si ritroverebbe spiazzata, se mi vedesse fare tutt’altro. Se, pur di puntare su qualcosa di più commerciale, io avessi scelto pezzi che non mi rappresentavano, non sarei stata più io. Preferisco rimanere me stessa. E tra l’altro io non mi ritengo superiore anche se mi definiscono sofisticata, dico solo che ho un mondo mio e che la gente mi ha tenuto alta in classifica, forse, perché lo apprezza così com’è”.
Tornando al confronto con Martina, rimanendo nell’ambito strettamente musicale, lei si è aggiudicata uno dei singoli più riusciti di Scialla, Due cose importanti. Eri sicura che sarebbe andato a lei o pensi di essere riuscita a farlo tuo nella sfida?
“Ritengo che sono riuscita a farlo mio, ma distaccandomi dal provino iniziale che ci serviva per impararla. Era una traccia, sentivamo giusto la melodia. Io, con Jurman e Fabrizio Palma che mi hanno seguito, ho deciso di farla mia. E’ che io e Martina siamo talmente diverse… Io sono più soul, ho un certo tipo di vocalità, lei è più italiana. Lì il verdetto andava a discrezione di Zerbi. La mia maniera diversa dipendeva da quello che si voleva tirar fuori da un pezzo così, ha vinto lei perché, forse, serviva una linea più semplice e essenziale. Wise Girl, ad esempio, è stato ritenuto azzeccatissimo per me, lì non c’è stato bisogno del ballottaggio e questo la dice lunga sul genere. Però Due cose importanti è un gran bel pezzo, scritto da Federica Camba che è molto brava. Sono rimasta molto contenta che gli altri due miei singoli di Scialla, Raccontami di te e Tutto il tempo che vorrai, fossero scritti dai lei”.
Che mi dici, invece, di Karima? Forse ti identifichi in un percorso come il suo?
“Mi è dispiaciuto, innanzitutto, che non ha vinto Amici 6. Lei aveva pianto tanto quella sera per non aver trionfato. Tante volte mi son chiesta, Karima, così brava, dov’è finita? L’ho vista quest’anno a Sanremo dopo due anni, sta avendo finalmente successo, ha cantato una canzone con Biondi scritta da Bacharach. E’ giovane, ha una grande voce ed è una delle cantanti più talentuose di Amici assieme a Giulia Ottonello. Penso che, anche se non ha avuto un successo immediato come quello di Marco Carta, ha centrato l’obiettivo. Mi piace e sono contenta per lei”.
Il tuo futuro, invece, è all’insegna di un tour promozionale che durerà tutta l’estate, con il tuo amico Luca Napolitano, entrambi sotto contratto Warner. Come vivi quest’avventura comune e qual è il tuo brano che non vedi l’ora di cantare dal vivo?
“Ora stiamo promuovendo il disco. Non sappiamo ancora nulla, però è probabile che duetteremo insieme. Dobbiamo ancora definire il repertorio. Se io ho già un mio brano preferito? Non posso dirlo ora, avrò via via più confidenza coi pezzi. E’ normale che alcuni siano già più radiofonici, mentre sull’esecuzione live devo ancora lavorarci. Per adesso è ovvio che Fino all’anima è più rappresentativo”.
In bocca al lupo!
Lord Lucas