Sì alla cronaca, basta con le ricostruzioni e i processi show: la tv si autoregolamenta sulle vicende giudiziarie in corso. Bruno Vespa: “Porta a Porta è sempre stato corretto”
Va bene la cronaca pura, basta con le ricostruzioni. Questo dice e dirà il Codice di autoregolamentazione in materia di rappresentazione di vicende giudiziarie nelle trasmissioni radiotelevisive: personalmente mi sembra un meraviglioso punto democratico. Resta da vedere se verrà rispettato, soprattutto da chi, di mestiere, ha fatto della spettacolarizzazione dell’evento tragico il proprio distintivo di
Va bene la cronaca pura, basta con le ricostruzioni. Questo dice e dirà il Codice di autoregolamentazione in materia di rappresentazione di vicende giudiziarie nelle trasmissioni radiotelevisive: personalmente mi sembra un meraviglioso punto democratico. Resta da vedere se verrà rispettato, soprattutto da chi, di mestiere, ha fatto della spettacolarizzazione dell’evento tragico il proprio distintivo di riconoscimento. Con buona pace degli ascolti, per carità.
Plastici in scala della scena del crimine, vallette e veline chiamate in studio a commentare i delitti più efferati e dolorosi del Paese, orsacchiotti di peluche sbandierati dalle macerie di un dramma come manifesto sentimentale pret à porter, puntate speciali on demand: vedremo quanto di tutto questo sarà considerato non regolamentare e dove, esattamente, nascerà l’inganno fatta la legge.
Fatto sta che le trasmissioni televisive deputate dovranno stare bene attente, da questo momento in avanti, “che risultino chiare le differenze fra cronaca e commento, fra indagato, imputato e condannato, fra accusa e difesa, e adottare modalità che consentano al telespettatore un’adeguata comprensione”. Le firme sono state apposte oggi, nella sede dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, dai rappresentanti delle emittenti tv, dalla Federazione nazionale della stampa e dall’Ordine nazionale dei giornalisti.
Dalle colonne del Corriere della Sera si leggono le parole d’entusiasmo del presidente dell’Authority Corrado Calabrò:
“E’ una svolta. Non pochi telespettatori ritenevano che si fosse nella sede reale del processo, creando poi confusione quando a distanza di anni la giustizia vera faceva il suo corso. Spesso si assiste a uno svigorimento e screditamento del processo, a un fuorviamento dell’opinione pubblica, e non escludo anche a un condizionamento delle parti in processo. Mai più ricostruzione di processi in corso”.
Soddisfazione anche per il presidente della Rai, Paolo Garimberti:
“Sono contento dell’accordo raggiunto”.
Stessa linea per il numero uno di Rti Fedele Confalonieri:
“Penso che ci volesse veramente un giudizio imparziale per farci sedere al tavolo e arrivare all’accordo. La cosa bella è che si tratta di una autoregolamentazione e non di una imposizione dall’alto”.
Tali nuove disposizioni sono state tirate dopo 18 mesi di lavoro e dibattimenti ed entreranno in vigore il 30 giugno.
Lascio volutamente per ultime le dichiarazioni di Bruno Vespa, anche lui soddisfatto dal codice di autoregolamentazione:
“Poiché la distinzione dei ruoli tra accusa e difesa e il chiarimento di tutte le posizioni processuali è stato sempre alla base dei criteri di comunicazione di Porta a porta, se questa è la raccomandazione del documento varato dall’Agcom, siamo perfettamente d’accordo”.
E se lo dice il guru dell’orsacchiotto di peluche di cui sopra, dei plastici e della puntata speciale dedicata ad Alberto Stasi con tanto di bicicletta dell’imputato in studio, possiamo tutti stare più tranquilli.