Home Grey's Anatomy Shonda Rhimes ed i personaggi gay nelle sue serie tv: “Sto normalizzando la televisione”

Shonda Rhimes ed i personaggi gay nelle sue serie tv: “Sto normalizzando la televisione”

Shonda Rhimes ha spiegato a proposito dei personaggi gay nelle sue serie tv che vuole che la loro presenza permetta ai telespettatori di trovare caratteristiche legate alla loro vita

pubblicato 17 Marzo 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 17:17

Non si può negare che Shonda Rhimes abbia, a modo suo, contribuito a rendere più moderne le serie tv americane. La creatrice di Grey’s anatomy e Scandal, nonchè produttrice esecutiva de Le regole del delitto perfetto, ha contribuito a portare sul piccolo schermo personaggi complessi ma anche coraggioso, che temono le loro azioni ma che sanno anche quali sono i loro obiettivi.

Soprattutto, nelle serie tv di Shonda Rhimes c’è sempre una componente che sfida alcuni tabù della tv generalista e che riguarda la comunità omosessuale: nei suoi show, infatti, numerosi personaggi, uomini e donne, sono gay, ed in alcuni episodi sono affrontate tematiche relative a tutta la comunità Lgbtq (Lesbo, gay, bisex, trasngender e queer), cosa insolita per delle serie tv in onda su un canale generalista e familiare come la Abc.

Ma il successo dei suoi show sta anche in questo nel riuscire a portare in tv personaggi che mostrino altri lati della sessualità senza cadere nel morboso (o, al massimo, finendo per giocare con qualche scena di sesso, ma mai oltre certi limiti: è pur sempre la Abc).

Nel gala di domenica scorsa della Human Rights Campaign (associazione per i diritti gay in America), la Rhimes ha così ritirato l’ “Ally for Equality Award”, il premio per “l’alleanza all’ugualianza” che testimonia quanto l’autrice riesca con i suoi personaggi a portare in tv tematiche omosessuali sullo stesso livello di quelle eterosessuali.

Nel discorso che ha tenuto dopo aver ritirato il premio, la Rhimes ha voluto parlare del ruolo della televisione al giorno d’oggi nel riuscire a non isolare le persone, qualsiasi sia la loro condizione. “Si dovrebbe accendere la tv e vedere la propria tribù”, ha spiegato. “E la vostra tribù può essere di qualsiasi genere di persone, con cui vi relazionate, con cui sentite di poter dire la verità”.

Il lavoro dell’autrice, dunque, è stato quello di scrivere dei personaggi che permettessero al pubblico gay di trovare elementi che conoscesse. Ma, spiega la Rhimes, non si tratta di lavorare sulla diversità, parola che non vuole sentire:

“Odio la parola ‘diversità’. Come se ci fosse qualcosa di insolito nel raccontare storie che abbiano a che fare con donne, persone di colore ed Lgbtq in tv. Io ho una parola diversa: normalizzare. Io sto normalizzando la tv. Sto facendo televisione così come sembra il mondo”.

Al di là che piacciano o meno le sue serie tv, in effetti, la Rhimes ha sempre avuto la capacità di inserire nei suoi telefilm personaggi che andassero oltre il semplice schema uomo-donna, motivo per cui i suoi show sono molto apprezzati in tutto il mondo. Il tutto per permettere al pubblico di riconoscersi, ma anche di capire che il mondo è vario:

“L’obiettivo è che quando qualcuno accende la tv possa trovare qualcuno come loro e che prova sentimenti come loro, ma allo stesso tempo che c’è qualcuno che non è come loro. Perchè, forse, impareranno da loro. Forse, non li isoleranno”.

Un lavoro, quello della Rhimes, che ha visto le sue serie tv diventare tra le più popolari in America, grazie anche a questa scelta di andare oltre i luoghi comuni e riuscire a raccontare personaggi non tanto insoliti nelle loro azioni (che servono a scopo narrativo) quanto capaci di rappresentare un’uguaglianza tra persone che, se non cambierà la prospettiva di molti, sta comunque permettendo a tanti di rendersi conto che non tutti la pensano allo stesso modo.

[Via EntertainmentWeekly]

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