Sherlock, la quarta stagione tra due anni. Steven Moffat: “Arriveranno risposte a domande mai fatte”
La quarta stagione di Sherlock andrà in onda tra due anni, facendo aumentare l’attesa dei fan della serie tv. Il co-creatore della serie Steven Moffat, ha rivelato qualche anticipazione ed ha parlato dello speciale natalizio
Sherlock ci ha abituato a lunghe pause tra una stagione e l’altra: anche la quarta stagione, infatti, si farà desiderare dai fan della serie tv della Bbc. Nelle settimane scorse, il co-creatore della serie tratta dai romanzi di Sir Arthur Conan Doyle, Steven Moffat, ha spiegato che la quarta stagione sarà girata nella primavera del 2016. Questo vuol dire che sarà trasmessa in Inghilterra nel 2017.
Una lunga attesa a cui, però, i fan sono abituati. Moffat, d’altra parte, non è intenzionato ad accelerare i tempi:
“I fan sono infastiditi dal fatto che non ne facciamo di più. Ma se facessimo così, la serie sarebbe già finita. Perchè Benedict (Cumberbatch, interprete di Holmes, ndr) e Martin (Freeman, interprete di Watson, ndr), non accetterebbero mai di interpretare per sempre lo stesso ruolo per una serie da sei o dodici episodi. Non hanno bisogno di soldi e vogliono una varietà nel loro lavoro. L’unica versione di Sherlock che avrete è questa. Penso che sia un buon accordo. Paragonateci al Sherlock Holmes di Guy Richie: noi abbiamo fatto dieci episodi, lui due film. O a quanto spesso esce un film di James Bond. Nel modo in cui lo facciamo, avrete un’esperienza più ricca”.
A colmare l’astinenza dei fan ci sarà però uno speciale natalizio, in onda quest’anno, tratto dal racconto “L’avventura del carbonchio azzurro” ed ambientato nella Londra Vittoriana. Moffat ha spiegato che l’episodio non sarà collegato alla storyline delle stagioni andate in onda:
“Lo speciale è una cosa a sè stante. Se non ci fosse, non racconteremmo questa storia, nel modo in cui la racconteremo. Non fa parte delle stagioni della serie. Quindi l’abbiamo fatto così -per quanto sia difficile da nascondere. E’ ambientato nell’era Vittoriana. Io e Mark Gatiss (co-creatore dello show, ndr) volevamo farlo così, quindi serviva uno speciale, doveva essere un’entità separata dal telefilm. E’ come se fosse in una bolla”.
Per quanto riguarda la quarta stagione, l’autore mantiene il riserbo, come ha sempre fatto, anche se rivela che ci saranno numerosi colpi di scena:
“Ci saranno delle risposte a delle domande che nessuno ha fatto. C’è una cosa di cui nessuno ha parlato… A volte la gente impazzisce su qualcosa che è assolutamente triviale ed ignora delle cose che sono di fronte a loro. La quarta stagione sarà… direi sulle conseguenze. I nodi verranno al pettine. In qualche modo sarà tetro. Ovviamente ci si divertirà e tutto il resto -ma ci sarà un senso di questioni che torneranno a danneggiare. Non sarà un modo sicuro di vivere. Sarà divertente ed esilarante in alcuni casi, ma in altri sarà terribile”.
La quarta stagione avrà più spazio per le storyline orizzontali:
“Un sacco di serializzazione è latente, vero? E’ nascosta. La terza stagione non sembra molto serializzata, ma guardate a come abbiamo costruito il personaggio di Mary (Amanda Abbington) ed a chi è diventata. Saranno tre film-tv da novanta minuti, ed un mistero che li attraverserà, come è sempre stato”.
Di certo, l’autore farà attenzione a dare ai due protagonisti nuove sfide da affrontare:
“La ragione per cui abbiamo ancora Benedict e Martin è perchè diamo loro delle sfide recitative. Altrimenti non starebbero ancora lavorando con noi. Non hanno bisogno di soldi. Ciò che diamo loro in termini di denaro non è qualcosa che ritengono più un importante somma. Realizziamo questa serie in un capanno in Scozia. Stiamo davvero attenti a dare loro qualcosa da recitare perchè sono entrambi incredibili attori. Di solito se guardi una serie, [i personaggi] tendono a limitarsi, perchè chi lavora per lo show sa come funziona. Quando ho scritto la terza stagione, ho guardato le altre performance di Benedict e Martin per ricordami cos’altro hanno fatto. Ho riguardato la versione inglese di The Office“.
La serie è diventata famosa anche per i personaggi secondari. Tra questi, Moriarty, interpretato da Andrew Scott che, rispetto ai romanzi, compare molto di più, sebbene Moffat sappia che prima o poi dovrà farlo uscire di scena:
“Sapevamo che dovevamo essere audaci a riguardo. Sapevamo ciò che volevamo fare. Moriarty è presente in una sola storia, ”L’ultima avventura’, e compare in un flashback in un’altra. La storia di Sherlock Holmes non ha a che fare con la lotta contro un genio del crimine. Semplicemente non è così. Quindi volevamo avere una grande storia per ‘L’ultima avventura’, ma ucciderlo… Andrew è diventata una star da un giorno all’altro. Lo è diventato sulla base della più piccola quantità di apparizioni nella serie -non compare molto-. Anche ne ‘Le cascate di Reichenbach’, quando ho rivisto la sceneggiatura, ho aggiunto un paio di scene in più. Continuava a chiedere ‘Farò un flashback, mi si vedrà ancora?'”.
Infine, Moffat è certo che la serie tv in America sia penalizzata dal punto di vista degli ascolti a causa della pirateria online, mentre prende la distanza da Elementary, show della Cbs che racconta a modo suo Sherlock Holmes:
“Non so quali siano i veri ascolti di Sherlock in America. Ci sono un sacco di persone che lo guardano attraverso metodi per cui non sono contenti di ammetterlo. Il che, è colpa di chi vende la serie. E’ colpa nostra. Non vogliamo arrestarli, vogliamo che paghi. Credo che ci siano un sacco di persone in America che hanno visto Sherlock e che non lo ammettono, così come con Dr. Who. Molto tempo fa -e Netflix ha reso le cose ancora meno chiare- abbiamo perso la capacità di capire quanta gente guarda una serie tv. Non lo sappiamo. Benedict è una delle persone più famose al mondo, e lo diventa ancora di più quando indossa il cappotto e la sciarpa. [Sherlock è] ciò per cui è famoso. Non sto criticando Elementary, ma Benedict è più famoso di chiunque altro nel loro show. Può camminare tranquillamente in strada [senza essere fermato dalla folla] di meno rispetto all’altro tizio (Jonny Lee Miller, interprete di Sherlock Holmes in Elementary, ndr)”.