Sex, l’educazione sessuale in tv formato ‘Elisir’ explicit version (ma senza volgarità)
Al via “Sex” con Angela Rafanelli, la recensione della prima puntata all’insegna dell’ABC su sess0, piacere e prevenzione.
Quando Angela Rafanelli, nell’intervista rilasciata a Giorgia Iovane in occasione dell’esordio di Sex, ha parlato di “servizio pubblico“, di certo non ha usato parole a vanvera. Basta guardare la prima puntata del nuovo programma della seconda serata di Rai 3 per afferrare lo spirito del programma: essere la Rai portando sul banco informazioni importanti su tematiche ancora oggi tabù.
Partendo dal presupposto che in Italia i programmi televisivi dedicati al mondo dell’educazione sessuale sono sdoganati da tempi non sospetti (ne citiamo due su tutti: Loveline su MTV e La mala Educaxxxion su La7d), Sex ‘si aggiunge al trenino’ se vogliamo fare una battuta. La sua responsabilità? Quella di dover far conoscere il mondo del sess0 in tutte le sue sfumature alle nuove generazioni.
Avete presente i corsi d’aggiornamento per le nuove leve? Ecco, Sex ha il compito di trasformarsi in una lezione alla portata del pubblico più giovane ed arrivare a loro con semplicità e senza noie. Nel 2022 si può fare, davvero.
L’opening del primo appuntamento è affidato a sorpresa a Drusilla Foer. Riceve una telefonata improvvisa (gag già utilizzata per lo spot realizzato in occasione del suo Almanacco del giorno dopo) dalla Rafanelli apparentemente agitata. “Il sesso è rigenerante, illuminante, energizzante ed è un’occasione per conoscersi, per comunicare: ecco perché bisogna parlarne – dice Drusilla – Questa trasmissione è necessaria perché le generazioni devono confrontarsi su questo” e consiglia alla conduttrice: “Parlane come se tu dicessi la ricetta di un uovo al tegamino“.
Lo studio è piacevole, luci soffuse e una scenografia a metà fra l’angolo della biblioteca e un locale in cui sorseggiare un tè caldo. Al centro un mini salottino composto da divani e un tavolino utilizzato all’occasione. La Rafanelli non fa grandi giri di parole, ha prontezza e freschezza, entra nel vivo delle tematiche senza essere travolgente ma a piccoli passi. Si parla di piacere e prevenzione nel sess0, praticamente l’ABC.
Con lei, a darle una mano nel dibattito ci sono la dottoressa Elena Mozzo (pediatra e consulente sessuale), il dottor Filippo Nimbi (psicologo e ricercatore de “La sapienza”) e persino la cantante Erica Mou, l’apostrofo musicale o se vogliamo essere più tecnici il ‘legaccio’ degli argomenti grazie a citazioni di testi che rimandano a ciò di cui si sta parlando.
Non sono da soli, seduti sul pavimento e accomodati su dei cuscinetti (non saranno mica scomodi?) c’è un pubblico composto da giovani, un pubblico parlante disposto a porre domande per capire qualcosa in più, chiarire i dubbi comuni. L’interazione tra esperti e pubblico è necessaria, costruttiva, non urlata, funziona ed è utile agli approfondimenti. Via le timidezze, qui la parola d’ordine è: no tabù.
Dicevamo dell’argomento di puntata: piacere e prevenzione nel sess0. Per essere chiari fino in fondo, si fanno esempi pratici con illustrazioni esplicite senza mai cadere nel volgare, non c’è pretesto nel dibattito, né intenzione di esserlo a tutti i costi (anche perché non si andrebbe da nessuna parte). I primi piani alle rappresentazioni degli organi femminili e maschili chiaramente si sprecano, ma di certo altro non si può fare se l’obiettivo è spiegare al pubblico a casa l’autoer0tism0, l’atto sessuale e i suoi rischi.
C’è posto anche per le storie. La scrittrice e blogger Stella Pulpo parla dell’esperienza del piacere, di prevenzione e malattie sessualmente trasmissibili, un assist – quest’ultimo – per ascoltare la vicenda toccante di Giusi Giupponi (presidente Lila di Como) affetta da HIV da 23 anni: “Io non sapevo niente di questa malattia, per me era una cosa che non avevo mai pensato. Ho sempre pensato nella vita che avrei potuto avere un tumore. Sono 23 anni, ormai l’ho superato ma è il ricordo dell’emozione di quel periodo“. Angela Rafanelli raccoglie la commozione della sua ospite, non vuole essere morbosa: “Non voglio fare la tv del dolore“, tratta con rispetto e al contempo si appassiona, sapendo che il punto fermo è sempre quello: non conoscevi il virus dell’HIV? Ora sai di cosa si tratta. Non sapevi che c’è differenza tra avere il virus HIV e l’AIDS? Adesso sai. Questo si chiama informare.
Interviene anche Gabriele Vannucchi, protagonista del documentario Positiv*: “Ho l’HIV perché sono un po’ frutto dell’assenza totale di educazione sessuale. Quando l’ho scoperto è stato spiazzante“. Ogni singola storia trasmette un messaggio sociale.
Si mantiene un certo rigore, una sobrietà di fondo sulla quale poi si sviscerano atmosfere più leggere come, ad esempio, parlare di malattie infettive in modo simpatico con dei piccoli pupazzi per bambini (non a caso il programma è accessibile anche ai bambini, ma accompagnati dai genitori come segnalato prima dell’inizio del programma). Quando si dice comunicare con semplicità.
Sex fa il servizio pubblico. Angela Rafanelli supera la prova, il ritmo (oltre che il mood di Sex) è giusto per la seconda serata di Rai 3.