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Non è la Rai, ma Sky: le serie tv della pay tv si affidano sempre più spesso ai volti della tv generalista

Da Lino Guanciale a Luca Zingaretti, passando per Paola Cortellesi, Maria Chiara Giannetta e Luca Argentero: Sky guarda sempre più alla Rai per rendere le proprie storie più riconoscibili

24 Giugno 2024 11:47

Sky resta Sky, ma ultimamente è anche un po’… Rai. La serialità italiana proposta dalla pay tv nelle ultime stagioni continua ad essere tra le più interessanti del panorama televisivo nostrano, ma anche in quel di Sky hanno iniziato a guardare a storie che possano catturare un pubblico sempre più vasto. Come? Ingaggiando interpreti che sulla tv generalista, appunto, sono diventate delle star.

È fresca di upfront la notizia che le due nuove serie Sky Original in produzione proprio a partire da questi giorni avranno come protagonisti due volti di punta della fiction Rai. Da una parte c’è Maria Chiara Giannetta, star di Blanca, protagonista di Rosa elettrica, action thriller che la vedrà nei panni di una giovane agente a cui viene dato il compito di proteggere un boss della camorra appena pentito.

Sky serie 2024-2025 Dall’altra c’è Luca Argentero che, smesso temporaneamente il camice del protagonista di Doc – Nelle tue mani ha deciso di entrare nelle aule di tribunale con Ligas, legal drama di cui sarà il protagonista, un avvocato geniale e spregiudicato.

Sono solo gli ultimi due di una serie di nomi di attori e attrici cresciuti nella tv generalista che hanno ceduto alle lusinghe della pay tv. La stagione scorsa, ad esempio, su Sky hanno debuttato Lino Guanciale e Claudia Pandolfi con la miniserie Un’estate fa; Stefano Accorsi (già protagonista della trilogia di 1992) è tornato con Un amore; Marco Bocci (già in Romanzo Criminale-La serie) ha invece guidato il cast internazionale di Unwanted ed il trio formato da Marco Giallini, Giampaolo Morelli e Gianmarco Tognazzi è passato dal cinema alla tv a pagamento con Non ci resta che il crimine-La serie.

Prima ancora, vanno ricordati Luca Zingaretti, che con Il Re ha segnato il suo primo ruolo tv dopo Montalbano; o Maurizio Lastrico, Emanuela Fanelli e Sara Lazzaro, diventati celebri al grande pubblico il primo con Zelig e Don Matteo, la seconda con Una Pezza di Lundini e la terza con Doc – Nelle tue mani, ora protagonisti di Call My Agent Italia. Senza dimenticare Paola Cortellesi, volto Sky da più stagioni grazie a Petra.

Da fucina di giovani talenti a accogliente luogo in cui sperimentare per volti che altrove, forse, non riceverebbero la proposta di interpretare ruoli borderline. La tendenza, in quel di Sky, sembra essersi invertita: pensiamo ai nomi usciti da Romanzo Criminale-La serie e Gomorra-La serie, agli esordi degli sconosciuti al grande pubblico e che oggi, invece, dominano la scena tra tv generalista, cinema e teatro. Altri tempi, verrebbe da dire.

Oggi Sky ha adottato, a quanto pare, una strategia differente: se da una parte si confermano le intenzioni di scovare storie che sappiano essere accattivanti e difficilmente reperibili altrove (con effetti altalenanti, ma d’altra parte non tutte le ciambelle possono uscire col buco), dall’altra sembra essere emersa la necessità di affiancare all’originalità delle storie dei volti che sappiano essere immediatamente riconoscibili, una garanzia di identità per il pubblico.

Nomi come Guanciale, Pandolfi, Zingaretti e Cortellesi (ma anche i recenti Giannetta ed Argentero) nel momento in cui approdano su un set Sky portano con sé non solo il desiderio di mettersi alla prova con un progetto nuovo e lontano da quelli a cui hanno lavorato fino a quel momento, ma anche una quota di credibilità e riconoscibilità non indifferente per il progetto stesso. Ecco che, allora, se Zingaretti diventa uno spietato direttore di carcere il “suo” pubblico lo seguirà anche se non ha più la cadenza siciliana di Montalbano, così come chi ha amato le fiction con Guanciale non ha potuto non perdersi la miniserie in cui ha indagato tra presente e ricordi del passato.

C’è qualcosa di sbagliato in tutto ciò? Ovviamente no: in tempi in cui ogni produzione deve essere studiata e pensata nei minimi dettagli perché le risorse a disposizione non sono più abbondanti come una volta, è giusto che per ottenere il semaforo verde si debba trovare un volto di punta da agganciare a quella specifica storia. E oggi, quei volti provengono tutti dalla fiction Rai, la cui capacità di rinnovarsi e di togliersi di dosso la reputazione di “camomilla per anziani” è ormai riconosciuta da tutti.

D’altra parte, anche Mediaset in queste stagioni ha attinto a volti Rai per le proprie serie: Anna Valle, Giuseppe Zeno, Vanessa Incontrada. È il telemercato, bellezza, che passa anche dalla credibilità dei volti che interpretano le storie. E ora, anche Sky ha deciso di mettersi in gioco in tal senso.

Noi continuiamo a sperare che la pay tv, per come è stata pensata, possa continuare a essere anche fucina di nuovi talenti da lanciare. È successo con Salvatore Esposito e Marco D’Amore, ad esempio, chissà che non succeda ancora. Intanto a ottobre la miniserie sugli 883 vedrà un Max Pezzali interpretato da un giovane e ancora poco noto Elia Nuzzolo, attore scelto già per essere il giovane protagonista nella miniserie dedicata a Mike Bongiorno, in onda sulla Rai. Sarà lui la nuova stella scoperta dalla pay per la tv generalista?