Serie tv: il doppiaggio può ripartire ma i doppiatori protestano
Serie tv senza doppiaggio a causa del lockdown da Coronavirus, ma ora è polemica sulla ripresa delle attività.
Il lockdown per Coronavirus ha bloccato il doppiaggio delle serie tv. Da Grey’s Anatomy a Modern Family, le puntate più recenti dei titoli USA stanno arrivando ora sulle reti tv italiane in versione originale sottotitolata, causando qualche disorientamento a chi non è abituato a godersi film e serie con le voci degli attori originali.
Ma quando si potrà tornare a doppiare le serie tv? In realtà – come spiega Gianluca Roselli su Il Fatto Quotidiano – le società di doppiaggio sono autorizzate a lavorare perché rientrano nel novero delle società di servizi di comunicazione, ma i doppiatori no, perché il loro codice Ateco li classifica come lavoratori dell’intrattenimento e quindi chiusi in casa. Fin qui una delle classiche contraddizioni da categorizzazione, che però il MISE ha ‘risolto’ dando il via libera al ritorno al lavoro per i doppiatori dallo scorso 8 aprile, come richiesto da alcune associazioni di categoria. Ed è qui in realtà che iniziano i problemi.
Alcune società hanno ripreso a lavorare, ma le condizioni di lavoro normali per una sala doppiaggio non fanno stare tranquilli alcuni doppiatori, che chiedono, quindi, garanzie e sicurezze a fronte di un lavoro svolto, per necessità, in stanze insonorizzate (e quindi senza possibilità di un’areazione naturale), a distanza piuttosto ravvicinata con colleghi e tecnici e senza poter usare mascherine, a contatto con microfoni che difficilmente possono essere sanificati appropriatamente. Per manifestare le proprie preoccupazioni hanno scritto all’Istituto Superiore di Sanità per avere un parere specifico e connesso al proprio tipo di lavoro e soprattutto indicazioni per ridurre al massimo i rischi di contagio.
Intanto il Sindacato dei Lavoratori della Comunicazione della CGIL e FISTEL-CISL auspicano “una ripartenza omogenea e coordinata” in una nota che cerca di fare il punto sulle osservazioni arrivate dai doppiatori e sulle rassicurazioni dell’ANICA, che intende operare con le massime garanzie possibili. Dai sindacati arrivano alcune proposte per una ripartenza non lontana ma sicura come la “remotizzazione del lavoro del direttore di doppiaggio, ove possibile, su base volontaria e dove la tecnologia a disposizione dell’azienda lo consenta” e la sanificazione a ogni cambio d’attore e non ogni tre ore come invece previsto. Resta la questione dei doppiatori minorenni e lì è tutto un altro mondo.
Insomma tra l’autorizzazione ad aprire e la reale possibilità di farlo in sicurezza ce ne passa. E non solo per il doppiaggio.