Da Ragazze Elettriche a Yellowjackets, il Girl Power nelle serie tv non è più solo uno slogan (e Buffy anticipò i tempi)
Giovani donne, testimoni di nuove generazioni che non temono più di dover affrontare una società patriarcale e sono pronte a prendersi il loro posto nel mondo: così le serie tv raccontano il Girl Power
In principio furono le PLL, acronimo che molti associano all’istante a Pretty Little Liars, serie andata in onda per ben sette stagioni. Ma nel corso di questi ultimi anni sono stati davvero numerosi i titoli che hanno portato sul piccolo schermo (di una tv o di un dispositivo mobile) storie che hanno fatto dell’interazione tra più personaggi femminile il proprio punto di forza. Il Girl Power, oltre ad essere da decenni slogan a sostegno dell’emancipazione delle donne in una società ancora fondata sul patriarcato, è diventato ormai un genere a se stante nel mondo delle serie tv.
L’ultimo esempio è freschissimo: da venerdì 31 marzo 2023 su Prime Video è uscito Ragazze Elettriche, serie in nove episodi tratto dal romanzo “The Power” di Naomi Alderman che immagina un mondo in cui alcune adolescenti sviluppano il potere di emettere scosse elettriche, diventando una minaccia ma al tempo stesso capaci di prendersi quel posto nel mondo che spetta loro.
Ragazze Elettriche è solo l’ultimo di una serie di titoli che in questi anni hanno portato all’attenzione di milioni di spettatori storie in cui -tra fantascienza, mistery e commedia- la solidarietà femminile da spunto per fare qualhe battuta fuori tempo massimo diventa un fortissimo messaggio su come affrontare i tempi moderni.
Abbiamo citato Pretty Little Liars: un teen mistery diventato cult per una generazione di telespettatori e telespettatrici, in cui cinque giovani studentesse sono finite nel vortice di sospetti e segreti intorno alla scomparsa di una di loro. Tra rivelazioni, colpi di scena e tentativi di scrittura di allungare il tutto il più possibile, PLL ha messo in scena una solida amicizia tra giovani donne, pronte a tutto pur di non vedere la loro unione scalfita dal mondo esterno.
L’amicizia insolita tra le gemelle, o meglio cloni, di Orphan Black è stata invece una sorpresa per due motivi: innanzitutto per la bravura di Tatiana Maslany nell’interpretare personaggi identici nel fisico ma diversissimi tra di loro per carattere ed ambizioni, ma anche per la capacità di raccontare una storia di fantascienza che guarda ad un futuro che potrebbe essere non così troppo lontano, sempre con lo sguardo quasi esclusivo delle donne.
Il genere Girl Power, a ben pensarci, è declinabile su vari formati e sfumature: dal mistery allo sci-fi, passando anche comodamente alla comedy. Se l’anno scorso Carrie Bradshaw & Co. sono tornate a passeggiare in lungo e in largo per New York con …And just like that (vale a dire il sequel di Sex & The City) per osservare il mondo di oggi con gli occhi di donne che abbiamo conosciuto nei loro trent’anni e che oggi sono inevitabilmente più mature, in Derry Girls lo sguardo si sposta indietro nel tempo, fino a metà anni Novanta, ma resta sempre quello di alcune ragazze che vivono in un’Irlanda attraversata da uno dei periodi più difficili della sua Storia, pur non perdendo di vista quello humor che ha decretato il successo di questa (purtroppo poco nota ai più) comedy.
Il motivo di questa tendenza? Il mondo delle serie tv ha sempre osservato con attenzione i cambiamenti intorno a sé: in anni in cui si fa sempre più sentire la necessità di raccontare l’altra metà del cielo uscendo da stereotipi che hanno dominato per decenni, si è deciso di farlo prendendo ad esempio personaggi che rappresentassero nuove generazioni, come a puntare su un futuro in cui lo spazio per donne nei racconti seriali non sia più solo un’eccezionale.
Una necessità estremamente sentita anche dal pubblico, a giudicare dal feedback ricevuto da alcuni titoli: The Wilds ha trasformato un esperimento sociale in un ritratto di una nuova generazione di giovani donne in un contesto in cui nessuna comodità ha creato traumi e cicatrici con cui crescere ed affrontare la vita, proprio avvenuto con Yellowjackets, che tra flashback e presente ha mostrato come una situazione di sopravvivenza possa diventare occasione per superare pregiudizi ed affinare spiriti di squadra inediti.
Sono le storie di cui oggi abbiamo bisogno, e che ci ricordano che fare gruppo a volta è una costrizione, ma anche che può diventare la salvezza del singolo: in Paper Girls si fa un triplo carpiato e si passa dalla sopravvivenza delle giovani protagonista ad un racconto fantascientifico tra viaggi nel tempo e paradossi della linea spazio-temporale che non si dimentica dell’ironia.
Se il Girl Power è diventato qualcosa da cui attingere per raccontare nuove storie tv, a noi però piace ricordare come una delle serie più a favore di questo slogan del passato abbia anticipato i tempi. Era il 2003 quando Buffy l’Ammazzavampiri si concludeva con un finale in cui il potere unico della Cacciatrice veniva condiviso tra tutte le cosiddette “potenziali” cacciatrici, creando un esercito di sole giovani donne contro il Male che imperversa su tutta la Terra. Un finale che più femminista non si sarebbe potuto fare e che, oggi, suona davvero come precursore di una volontà di mettere, finalmente, un intero mondo di ragazze e donne in primo piano.