Sì, siamo pronti per una serie tv sugli 883 (e per creare una serialità sugli anni ’90)
Hanno ucciso l’Uomo Ragno-La vera storia degli 883, annunciato da Sky, porta la serialità italiana nel mondo degli anni ’90: e potrebbe fare tendenza
Fonte: Luca Merenda
Prima o poi doveva accadere, e forse eravamo così impegnati a seguire quelle serie tv ambientate negli anni Ottanta e così di moda in questi anni che non ce ne siamo resi conto: anche gli anni Novanta sono ormai materiale da serie tv “storica”. E Sky ce lo vuole ricordare per bene, annunciando la prima serie tv dedicata agli 883 ed alla loro storia.
Perché se dovessimo fare una lista dei protagonisti di quella decade, almeno sul fronte del mondo dello spettacolo e della musica, Max Pezzali e Mauro Repetto rientrerebbero di diritto in quell’elenco. La loro storia, di come da adolescenti “sfigati” sono diventati con le loro canzoni icone che hanno cambiato la musica italiana, è intrisa di anni Novanta.
Sebbene di serie italiane ambientate in quegli anni chiaramente ce ne siano già (basti pensare alla trilogia di 1992), il decennio 1990-2000 ha ancora numerosi spunti da fornire a quegli sceneggiatori oggi adulti ma in quegli anni giovani adolescenti o appena maggiorenni.
Ecco che, allora, Hanno ucciso l’Uomo Ragno-La vera storia degli 883 (titolo di lavorazione) potrebbe dare il via ad una nuova tendenza, quella che potrebbe rendere gli anni Novanta ambientazione principale dei prossimi progetti che vedremo sul piccolo schermo.Progetti più pop, più vicini alla dramedy che al drama: non a caso per raccontare la storia di Pezzali e Repetti ci sarà Sydney Sibilia, abile nell’unire dramma e commedia. Il linguaggio più contemporaneo per l’ultima epoca davvero spensierata che abbiamo vissuto.
A ben pensarci, questo sono gli anni Novanta e questo ci dovranno ricordare tutti coloro che metteranno mano nell’archivio dei loro ricordi legati a quegli anni: quando l’11 settembre era una data come le altre, Miss Italia aveva ancora un’intera prima settimana in prime time su Raiuno, per vedere un film appena uscito dovevamo correre al cinema perché altrimenti toccava aspettare un anno per vederlo in tv. Quando, insomma, vivevamo davvero un’altra vita, un altro mondo. E quale miglior occasione per chi ama raccontare altri mondi se non quello di immergersi nel decennio più nostalgico che ci sia rimasto?