Colabona, il regista del Grande Fratello dixit: “Ci danno i soldi per non farvi pensare, la realtà è un’altra” VIDEO
Sergio Colabona, il confermato regista del Grande Fratello, è stato il primo a dire che i reality sono finti e istigano al degrado culturale
Sergio Colabona era reduce dalla regia del Grande Fratello 9 nel 2009, quando rilasciava a una tv locale un’intervista choc sulla “falsità” dei reality show e della televisione tutta.
Il regista di tante trasmissioni di successo, da La prova del cuoco ad Affari tuoi, era in piena promozione del suo romanzo Fine trasmissioni, che demoliva il sistema televisivo raccontando i sordidi segreti del dietro le quinte.
Oggi, nel 2014, la tv non è cambiata, il Grande Fratello pure (a dispetto delle promesse anteriori al suo ritorno) e Colabona è rimasto fisso alla regia. Per questo ci sembra interessante rispolverare le sue dichiarazioni, ancora attuali:
“Che la tv ci vuole contaminare, è una metafora per dire ‘attenzione a tutti i messaggi che voi televisivi vi diamo’ perché non sono quasi mai la realtà. Vi vogliamo far credere che la realtà è quella che raccontiamo attraverso i nostri programmi, ma non è proprio così. Quanto puzza la televisione”.
Colabona sottolineò l’abisso tra l’aspirare a fare tv per passione e il finire a farlo solo per soldi:
“Quando uno comincia a fare televisione sai che avevi un sogno, pensavi di non arrivare mai al top, poi quando ci arrivi ti rendi conto che hai ottenuto quello che volevi, ma non è solo quello che volevi. Io mi autodenuncerei, si sta facendo una televisione che obiettivamente ci sta portando tutti quanti a un degrado culturale. E per primo sono colpevole io, perché accettiamo tutti quanti di stare dentro un sistema. Non abbiamo il coraggio di opporci e ci fa comodo. Parliamoci chiaro, ci danno i soldi per non farvi pensare, per farvi credere che i motivi della depressione siano perché Frank ha litigato con Francesco e per non farvi pensare ad altre cose che casomai potrebbero mettere a fuoco determinate problematiche sociali e culturali che in questo Paese ci sono”.
Colabona continuò la sua denuncia con parole dure:
“Se c’è una denuncia da fare, anche a me stesso, io sono il primo sul banco degli imputati, stiamo facendo una televisione che non rispecchia più i valori culturali di questo Paese. La televisione aveva come obiettivo quello di fare cultura negli anni Sessanta e Settanta, adesso ha un altro obiettivo, quello di vendere saponette, detersivo, profumi. Si potrebbe tornare a com’era prima, ma bisogna capire se c’è la volontà di tutti”.
Altrettanto preziosi i suoi consigli per aspiranti autori tv. A suo dire oggi va avanti solo chi compiace i poteri forti:
“Se avete l’idea insana di fare televisione scordatevi di portare idee vostre, tanto le vostre idee non le vogliono. Se sapete leccare bene, se siete sottomessi e sapete abbassare la testa quando conviene potete fare molta carriera. Bisogna essere onesti fino in fondo”.
Tanti, è vero, hanno fatto carriera così, diventando capoprogetto al soldo di conduttrici insicure ma influenti. Dopo aver rivisto l’intervista a Colabona una cosa è certa: non fidatevi neanche della Marcuzzi, la prima vera complice – seppur ingenua – di un sistema farlocco.