Serena Mollicone, un caso anche tv: 20 anni di programmi sul mistero di Arce
L’omicidio di Serena Mollicone è rimasto senza colpevoli: la tv ha provato a raccontarlo per 21 anni, cercando anche di contribuire alle indagini.
L’assoluzione degli imputati nel processo per l’omicidio di Serena Mollicone ha riportato le indagini sulla morte della diciottenne al suo punto di partenza. Il maresciallo Franco Mottola, all’epoca della morte della ragazza comandante della Stazione di Arce, la moglie Anna Maria e il figlio Marco sono stati assolti per non aver commesso il fatto, mentre il vicemaresciallo Vincenzo Quatrale e l’appuntato Francesco Suprano – accusati rispettivamente di concorso esterno e favoreggiamento – perché il fatto non sussiste. Le motivazioni della sentenza emessa dalla Corte d’Assise di Cassino venerdì 16 luglio 2022 saranno pubblicate tra 90 giorni, ma nel frattempo le polemiche non si placano.
Il caso di Serena Mollicone, scomparsa da Arce il 1° giugno 2001 e ritrovata due giorni in un boschetto con le braccia legate dietro la schiena, le gambe bloccate da nastro adesivo e un sacchetto di plastica in testa. Un omicidio che resta senza colpevoli, un caso che nel corso degli anni è stato seguito – in alcuni casi alimentato – anche dalla tv.
Tra i più costanti nel seguire le indagini e nel fare in modo che il caso non cadesse nell’oblio c’è stato sicuramente Chi l’ha visto?. Il programma di Rai 3 ha cercato sempre di tenere acceso un faro sulla ricostruzione di quanto avvenuto quel 1° giugno 2001, ha tentato di cercare indizi, prove, che potessero portare alla luce depistaggi e vuoti investigativi (tra cellulari ricomparsi in camera della ragazza, verbali fatti firmare la sera del funerale, droga fatta trovare a casa del padre. Su RaiPlay si possono trovare diversi estratti del lungo percorso fatto dal programma per accompagnare il padre di Serena, Guglielmo Mollicone, alla ricerca della verità. Una verità che sembrava più vicina quando nel 2008, sette anni dopo l’omicidio, si tolse la vita il brigadiere Santino Tuzi, di servizio quel 1° giugno alla Caserma di Arce e che 15 giorni prima della morte dichiarò agli inquirenti di aver visto entrare Serena nell’appartamento dei Mottola, ma di non averla vista uscire.
Da qui inizia una nuova fase delle indagini, legate a una porta ammaccata presente nell’appartamento dei Mottola, poi spostata, che sarebbe potuta essere la ‘causa’ della morte della ragazza, che avrebbe sbattuto contro quella porta e sarebbe svenuta. La morte di Serena, però, sarebbe sopravvenuta per soffocamento stando all’autopsia: a ucciderla il nastro adesivo con cui le furono sigillate naso e bocca.
Un mistero vero e proprio quello di Arce, iniziato nel 2001 e che nel 2015 era vicino all’archiviazione: la mobilitazione della famiglia e del paese spinse i magistrati a riaprire le indagini partendo proprio da quegli elementi che sembravano essere rimasti sotto traccia, travolti dai sospetti che portarono all’incarcerazione di un meccanico, Carmine Belli, che l’aveva vista quella mattina litigare con un ragazzo biondino in un bar di Isola del Liri e che diventa invece l’unico indagato a due anni dall’omicidio. Per lui 17 mesi di carcere preventivo e un processo terminato con una assoluzione. Un percorso che ricostruisce con attenzione lo speciale di Discovery, realizzato da Verve Media Company, I Misteri di Arce – Chi ha ucciso Serena?, riproposto proprio in queste ore da Nove. Uno speciale che si ferma con l’inizio del processo ai 5 imputati, apertosi nel marzo del 2021. Venti anni dopo la morte di Serena.
Poco prima della sentenza è tornato in onda anche uno speciale realizzato da Le Iene, Serena Mollicone – Un mistero lungo venti anni, altra ricostruzione su un caso che ora rischia davvero di restare senza colpevoli. Chissà che ora non arrivi anche un ciclo di Un giorno in Pretura sul processo Mollicone: ce lo auguriamo.