Home Agorà Serena Bortone a Blogo: “Una nuova stagione di Agorà con un nuovo governo, in attesa della prima serata”

Serena Bortone a Blogo: “Una nuova stagione di Agorà con un nuovo governo, in attesa della prima serata”

Parla la conduttrice del talk mattutino di Rai3: “Coralità e flessibilità sono i nostri punti di forza. Perché così tanti ospiti? La realtà è talmente frammentata che la pluralità di voci restituisce completezza”

pubblicato 6 Settembre 2019 aggiornato 30 Agosto 2020 15:00

Da lunedì torna Agorà, la cui edizione estiva è stata condotta da Monica Giandotti. Alla guida del talk mattutino di Rai3, in onda dalle 8 alle 10, confermata Serena Bortone. Blogo l’ha intervistata a poche ore dal nuovo debutto:

Quanto hai invidiato Monica Giandotti che ha potuto raccontare giorno dopo giorno la crisi di governo?

L’invidia è un sentimento che non mi appartiene. Peraltro, ho condotto l’estate per molti anni ed ogni estate è sempre successo qualche evento importante, purtroppo spesso tragico. Questa estate ero in ferie, ma ero ovviamente a disposizione dell’azienda qualora avesse ritenuto di chiamarmi in causa. Agorà estate ha fatto un ottimo lavoro.

Sta di fatto che da lunedì Agorà riparte con un nuovo governo.

I protagonisti di questa fase politica sono stati i pompieri, che hanno messo insieme le due anime Pd e M5S. Prima dell’estate l’ultima domanda che feci a Salvini fu: a settembre cosa troverò? Lui rispose dicendo che il governo sarebbe andato avanti. Nessuno effettivamente si sarebbe immaginato un governo M5S-Pd. A maggior ragione oggi per Agorà tutti i punti di vista sono interessanti e utili. Cercheremo sempre di non trascurare nulla.

L’ospite che ti piacerebbe avere?

La forza di Agorà è sempre stata la coralità, ma se devo fare dei nomi, dico che mi piacerebbe intervistare Christine Lagarde della Bce, non soltanto per il tema economico preminente, ma anche perché lei ha raccontato che gli uomini che le sono passati avanti nel corso della carriera non sono durati molto. Mi è sembrata una prova di forza e sicurezza femminile.

Il Premier Conte nella scorsa stagione televisiva ha rilasciato pochissime interviste.

È vero. È molto interessante da intervistare, la sua figura si è evoluta, da notaio del contratto ad una fisionomia molto più politicamente rilevante.Vedremo se tale evoluzione porterà anche ad un cambiamento di strategia comunicativa.

Ci saranno novità nell’edizione di Agorà al via lunedì 9 settembre?

Grafica e colori nuovi. Nella squadra entrerà Marco Carrara, perché abbiamo accorpato le postazioni social e moviolone. Quando iniziò Agorà, nel 2010, avevamo una postazione dove veniva fatta l’esegesi di quanto accaduto nella mattinata precedente in tv. Oggi la televisione è ancora centrale, ma abbiamo deciso di unire in un unico hub i contenuti televisivi con quelli che arrivano dal web e dai social. Agorà ha da sempre la capacità di intercettare la modalità con le quali il linguaggio politico è cambiato. Confermate le sagome, un po’ materiche e vintage, ma divertenti. Gli ospiti in studio si fanno le foto con le sagome, è un elemento di ‘friccicore’. Infine, non mancherà il fact checking.

Ad un certo punto della stagione ti stuferai di parlare di politica due ore ogni giorno?

Io sono una onnivora, posso parlare per ore anche di letteratura, cinema e moda. Io non mi annoio mai, la noia non mi appartiene. Agorà non vive solo di politica. O meglio, la politica comprende la vita di tutti, non solo l’economia. Tra gli ospiti abbiamo sempre avuto scrittori e intellettuali perché ci possono dare tante chiave di lettura. Abbiamo sempre contaminato con l’alto per capire la realtà. I più grandi picchi di ascolto, il 12%, noi li abbiamo fatti con gli economisti Daniel Gros e Jean Paul Fitoussi. Agorà non è politica o palazzo e basta, ma sono anche i disoccupati, economia, vita delle persone.

Avete mai pensato di ridurre il numero di ospiti?

Alcune volte lo facciamo, dipende da quello che succede. La forza di Agorà è la flessibilità; siamo un laboratorio perenne. Gli ultimi giorni di campagna elettorale, per esempio, abbiamo avuto ospiti solo i leader politici dei principali partiti. Non ho paura di avere pochi ospiti, anche se la realtà è talmente frammentata che la pluralità di voci restituisce completezza. L’impegno mio, da conduttrice, è di restituire armonia, non perché io voglia armonizzare la società, ma perché cerco di tirare fuori da questa frammentarietà un filo logico.

In una puntata della scorsa edizione hai chiamato sbirro un poliziotto. Una gaffe?

Una non notizia. Un telespettatore legittimamente notò questa cosa – che si era risolta con una risata, perché nasceva da una gaffe della Santanchè – e lo scrisse sui social. Ma la mia era una battuta. Sbirro è una parola che utilizzò Puccini nella Tosca, però, va bene, ci sta… Addirittura la Polizia fece un comunicato per dire che trovava assurdo montare una polemica su questa cosa.

Il fatto che questo episodio sia diventato un caso su siti e social come l’hai vissuto?

Agorà – che è leader sui social la mattina – finisce sempre sui giornali, facciamo notizia. Se succede, una volta, anche per una critica, perché dovrei preoccuparmi?

Avete parlato con il direttore di rete Stefano Coletta di un possibile approdo in prima serata di Agorà?

Il direttore mi ha parlato della possibilità di incursioni in prima serata, Agorà lo ha già fatto in passato anche con Gerardo Greco e con Andrea Vianello. Abbiamo la flessibilità per affrontarle.

Chiudiamo con gli ascolti. Qual è il tuo rapporto con i dati Auditel?

Mi arrivano alle 9.58 sul mio cellulare tramite mail; il nostro ascolto nella scorsa stagione è stato più alto di quasi un punto e mezzo rispetto ad entrambi gli anni precedenti. Per questo, viviamo gli ascolti in totale tranquillità. Io non faccio televisione per non essere vista, ma gli ascolti, fortunatamente, non sono un problema che ci riguarda.

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