Senza Peccato conferenza stampa: le dichiarazioni di Milo Infante e Angelo Teodoli
La conferenza stampa di Senza Peccato il nuovo programma di Milo Infante, a mezzanotte, su Raidue da martedì 9 settembre 2014
Oggi, presso il Palazzo della Rai in Corso Sempione a Milano si è svolto l’incontro con la stampa per la presentazione di Senza Peccato, il nuovo programma di Raidue che segna il ritorno sul piccolo schermo di Milo Infante. Presente alla conferenza, oltre al conduttore, anche il direttore di rete Angelo Teodoli e Roberto Serafini, direttore Centro Produzione Rai di Milano.
Quattro puntate, condotte da Infante a partire da martedì 9 settembre in seconda serata (a mezzanotte per la precisione), trattate con un taglio documentaristico d’inchiesta per descrivere e capire come sono i ragazzi di oggi, diversi dai loro genitori e alle prese con problemi che spesso neanche gli adulti sanno come affrontare.
Teodoli: Questo programma rientra perfettamente in quello scenario di complessità che vorremmo dare a questa rete. Un pubblico giovane che abbraccia anche la fascia dei 30 – 50 anni con diverse derivazioni. Vogliamo occuparci anche degli aspetti più problematici della società e non offrire solamente del puro intrattenimento. Questo progetto, che vuol essere una mappatura sul mondo giovanile, ha richiesto tempo per sistematizzarlo.
Senza Peccato è un viaggio in un mondo segreto ricostruito attraverso i racconti e le storie dei giovani protagonisti ascoltati, con la voglia di capire e di non giudicare.
Infante: Il titolo, all’inizio, non mi convinceva molto. Mi sono immediatamente chiesto: “Se un ragazzo sbaglia possiamo dire che questo ragazzo ha delle effettive colpe?”. Poi, con il mio gruppo di autori, siamo andati oltre: “Cosa accade quando nostro figlio chiude la porta della propria camera?!”
Infante, padre di un bambino di 6 anni, non esclude che possano esserci nuovi reportage in futuro:
Infante: Speriamo che l’orario e la formula siano giuste. L’obiettivo è stato quello di far parlare i ragazzi a ruota libera senza strumentalizzare le proprie storie.
Teodoli: Questo è vero servizio pubblico. Il progetto proseguirà… ne sono certo! Ho già visionato la prima puntata (quella dedicata al cyberbullismo), il taglio è giusto e credo che sia solo l’inizio di un percorso che deve andare avanti.
Tra gli altri temi affrontati, l’incomunicabilità tra figli e genitori, il richiamo della criminalità, il difficile rapporto con il corpo che cambia (bulimia e anoressia), la ludopatia, la sindorme da iperconnessione, la dipendenza da internet e social network:
Infante: La mia presenza sarà limitata. Farò semplicemente da collante. Non ci saranno protagonismi. Abbiamo fatto il possibile per scomparire. E’ un tentativo in cui abbiamo creduto davvero tanto.
Tra le storie più toccanti quella raccontata dal padre di Carolina Picchio, l’adolescente morta perché non ha retto il peso di migliaia di insulti dopo che un video proibito, rubato durante una festa, è stato messo in rete da suoi coetanei. Oppure, la testimonianza della mamma di Cristel (morta tra l’indifferenza della security davanti ad una discoteca) il cui pusher è stato condannato a solo due anni e ora è agli arresti domiciliari.
L’attenzione, poi, si sposta sulla causa che vede contrapposti Infante e la tv di Stato:
I rapporti con la rete sono sempre stati ottimi. Ho trovato nel direttore Teodoli un ottimo interlocutore. Se non lavorassi bene con lui oggi non sarei certamente qui. Spero di fare altri programmi con lui. Aspetterò la fine di questa vicenda per capire chi l’ha provocata. Mi è pesato essere fermato, in continuazione, per strada da gente che mi diceva: “Perché non la vediamo più in video?”. In questi due anni di esilio, mi sono annoiato, ho visto poca tv. E’ vero che esistono tanti grandi prodotti d’eccellenza ma nient’altro. Bisognerebbe puntare su storie dall’attualità
Prevista una massiccia interazione con i social per invitare i giovani adolescenti a raccontare la propria storia. In vista di una seconda stagione?!