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Selvaggia Lucarelli, Salvo Sottile, Mediaset e Twitter

Un vero e proprio scontro a colpi di Tweet che si scatena a partire da una vicenda: quella di Francesco Schettino intervistato a Quinta Colonna.

pubblicato 13 Luglio 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 03:24

Criticare, credete pure, sta diventando un problema. Può confermarlo Selvaggia Lucarelli, che ha scritto su Twitter il resoconto di una telefonata che racconta di aver ricevuto da un dirigente Mediaset. Il contenuto della telefonata?

«Tu sei una deficiente che scrive solo str*nzate! Hai voluto fare la guerra a Mediaset? Deficienteeee!»

Ma da cosa sarebbe nata, questa vicenda che vede la Lucarelli protagonista? Tutto parte da un articolo scritto su Libero. In cui, guarda un po’, si parlava della vicenda-Schettino. E in cui la Lucarelli esprimeva, legittimamente, credo, una sua opinione. Certo, l’opinione nasceva a partire da una notizia che è circolata ovunque: l’ormai famoso caso-pagamento.

Mediaset ha pagato o no Schettino per l’esclusiva? Salvo Sottile dice di no su Twitter. La smentita ufficiale da Mediaset non arriva.

Io dico che, anche se l’ha pagato, pazienza. Nel senso che siamo nel 2012 e non avrei nulla da obiettare se una strategia aggressiva per portare un contenuto che un’azienda ritiene forte (se lo sia veramente è tutto da dimostrare) porti anche a pagare pur di avere un’esclusiva. O vogliamo veramente scandalizzarci? Al massimo ci si può intristire un po’. Ma nel frattempo i toni si scaldano in maniera allucinante. Leggere per credere, il fight da manuale fra la Lucarelli e Sottile.

A margine di tutto ciò, arriva il racconto della telefonata da parte della Lucarelli, che non fa nomi ma racconta la sostanza. Ora, la domanda è: si può – legittimamente – dire che non è piaciuta per nulla l’intervista a Schettino senza essere insultati? Se si può, io lo dico.

Se poi Mediaset avesse pure pagato per averla, allora aggiungerei che, evidentemente, non è stata una mossa che ha reso in termini d’ascolti, che la cosa non mi scandalizza ma che mi intristisce. Se non avesse pagato, invece, saremmo tutti felicissimi di leggere la smentita ufficiale e di pubblicarla.

Questo non significa essere contro qualcuno o far la guerra a qualcun altro. La sensazione è che, a far critica – personale, ovviamente, come altro può essere la critica, se non a partire da opinioni personali? – si rischi di prendersi delle male parole da chi si sente, per motivi che non ci è dato conoscere, attaccato a priori.

Ma non è il caso di lasciarsi prendere dalla sindrome dell’accerchiato. Basta rassegnarsi a un fatto: esistono anche penne, sul web, sui cartacei, ovunque, che scrivono semplicemente quello che pensano.

Alberto Puliafito
(@albertopi)

Canale 5Salvo Sottile