Secret diary of a call girl: sex & the blog, ma più che godere, si ride
Con gli anni, il mondo seriale ha affrontato con più schiettezza l’argomento sesso, andando a volte incontro a stereotipi mal riusciti, ma mostrando in altre occasioni anche una fotografia di un aspetto della società che inevitabilmente attira e incuriosisce. Difficilmente, però, se escludiamo “Sex & the city”, si è saputo unire un tema hot ad
Con gli anni, il mondo seriale ha affrontato con più schiettezza l’argomento sesso, andando a volte incontro a stereotipi mal riusciti, ma mostrando in altre occasioni anche una fotografia di un aspetto della società che inevitabilmente attira e incuriosisce. Difficilmente, però, se escludiamo “Sex & the city”, si è saputo unire un tema hot ad una sana risata.
In occasione del Telefilm Festival, venerdì -ma già oggi per la stampa- saranno proiettati alle 19 i primi episodi di un telefilm che ha ottenuto un buon successo in Inghilterra, dove è trasmesso da Itv2, ovvero “Secret diary of a call girl”, tratto dal best seller della blogger Belle de Jour “Diario intimo di una squillo per bene” (Sonzogno) ed a cui dedichiamo una gallery con alcune scene hot.
La storia non è di quelle che richiedono troppo spazio: la protagonista, una brava Billie Piper (“Doctor Who”), decide di sua spontanea volontà di vendere il proprio corpo, semplicemente perché “mi piacciono i soldi e mi piace il sesso”. Nel corso delle puntate, rivolgendosi direttamente al telespettatore, vengono date una serie di nozioni sul suo lavoro di squillo d’alto bordo: pochi ma selezionati clienti, igiene e sicurezza prima di tutto, ed in particolare mai confondere la vita privata con la professione.
Da qui la doppia identità: per gli amici ed i familiari è Hanna, spigliata ragazza impegnata in un ufficio con mansione ordinarie, mentre di sera è Belle, attraente e sfacciata prostituta impegnata in altre operazioni, ma sempre al servizio del cliente, per il quale lei è disposta a tutto. Evidentemente, tenere le due vite separate non è cosa facile, e qualche volta sarà difficile mascherare al migliore amico Ben (Iddo Goldberg, “L’appartamento spagnolo”) la verità.
Con una media di un milione e duecentomila telespettatori, questo telefilm ha conquistato il pubblico britannico, e si prepara ad invadere anche gli Stati Uniti: Showtime ha acquistato i diritti della serie che trasmetterà a giugno e, cosa curiosa, se inizialmente il network aveva intenzione di farne un adattamento per l’America, il suo presidente Robert Greenblatt, definendola “fantastica”, ha cambiato idea, mandando in onda l’originale (anche perché, secondo lui, “è molto difficile trovare delle attrici americane che si trovino a loro agio nude”).
La serie mantiene la stessa freschezza del blog prima e del libro poi, mostrando senza reticenze -in giro si vede di peggio- un mondo fatto di orge, frustini e strani modi per eccitarsi. Il tutto, però, senza il condimento di sensualità estrema che circonda oggi l’argomento “sesso” ma anzi, offrendo un dialogo brillante, non necessariamente esplicito, che non calpesta la sottile linea della seduzione ma la segue nei suoi mille percorsi.
Verrà in mente il paragone con il caso letterario che ha scosso l’Italia qualche anno fa, quello di Melissa P. e dei suoi “100 colpi di spazzola prima di andare a dormire”. Se la nostrana ragazzina si dava al piacere per colmare qualche lacuna emotiva, giustificando alla solita maniera degli errori di gioventù che tutti potremmo commettere -senza però ricavarne un ragno dal buco-, Belle De Jour racconta un piacere fine a sé stesso ed al denaro, senza troppi giri di parole o tante ipocrisie.
Il segreto del successo della serie sta tutto qui: raccontare il sesso con una semplicità disarmante, alla quale non siamo più abituati dai tempi di “Sex & the city”, anch’esso guarda caso tratto da un libro vendutissimo. Come se il sesso, prima di passare in tv, debba valicare ed ottenere il visto dalla frontiera della letteratura, per ricevere il marchio di qualità e di garantita mancanza di noia. Ma, se i risultati sono questi, ben vengano libri -e blog- che fanno della divertente sincerità la loro migliore arma, alla faccia delle espressioni languide e del “vedo/non vedo”.
Secret diary of a call girl, la sexy comedy con Billie Piper