“Secondo voi” di Mediaset è tv di mini-inchiesta?
Perchè i processi in Italia non finiscono mai? Come mai le liste di prenotazione nella sanità pubblica sono infinite? Ma soprattutto, perchè tanti laureati non sanno l’italiano? Sono queste le domande che ogni giorno dal 2004 si pone “Secondo Voi“, il programma di Videonews che “tasta” in giro per l’Italia le opinioni della gente.Nato su
Perchè i processi in Italia non finiscono mai? Come mai le liste di prenotazione nella sanità pubblica sono infinite? Ma soprattutto, perchè tanti laureati non sanno l’italiano? Sono queste le domande che ogni giorno dal 2004 si pone “Secondo Voi“, il programma di Videonews che “tasta” in giro per l’Italia le opinioni della gente.
Nato su Italia 1 come emulo di “Vox Populi“, vecchio programma di “approfondimento” di seconda serata figlio di “Studio Aperto” nel 2001, è condotto da Paolo Del Debbio e a cura di Enrico Parodi. Saltiamo immediatamente il fosso che vede in Del Debbio un mediatore di opinioni poco obiettivo per le sue preferenze politiche (di cui nota è la vecchia parodia di Gene “Del Dubbio” Gnocchi) e concentriamoci sul programma.
“Secondo voi” è spalmato (oltre che su internet) su tutte e tre le reti Mediaset in tre diversi orari: su Canale 5 alle 13.35, su Rete4 alle 6.15 e su Italia 1 alle ore 12.15. Dal lunedì al giovedì si risponde ad una domanda attinente ad un caso più o meno caldo di cronaca presentando dati statistici (spesso medie europee) e titoli di giornali. Il venerdì il pubblico può segnalare una propria “storia” da raccontare e denunciare.
La trasmissione viene definita di mini-inchiesta, quando l’inchiesta è per definizione l’accertamento della natura di un problema e in alcuni casi l’individuazione di una possibile causa (Report docet). Il rischio di questa trasmissione è che tutto rimanga invece al livello della superficialità. E non è un problema di tempi: basti pensare a “Striscia la notizia“, dove i possibili responsabili vengono interpellati per eventuali spiegazioni. I bilanci finali di Del Debbio, chiari e su posizioni a volte anche piuttosto nette, rimangono sempre sospesi. Esiste il problema, esistono dei responsabili: grazie, arrivederci. Può creare certamente una consapevolezza che non si aveva prima, ma può accadere che di tutto il pastone non si sia capito assolutamente nulla di nuovo.
Un lavoro simile è quello che certe volte vediamo a “L’Italia sul Due“, quando il tavolo di confronto viene imbastito da interviste esterne che chiariscono posizioni più curiose di altre su questioni che al secondo x vengono messe in pausa per sempre (anche dagli ospiti in studio) senza un punto, come in un giallo con l’ultima pagina strappata. E’ come aprire l’aula di un tribunale con accusa e difesa ma senza il colpevole.
La professionalità giornalistica non dovrebbe in modo naturale scavalcare la presa di coscienza di una questione scottante provando ad andare oltre il luogo comune e la parentesi aperta e riaperta infinite volte? Se non si arriva alla radice, si crea il fenomeno “Riparliamone” della Cortellesi a “Parla con me“, dove nulla è certo, e tutto, anche le cose ovvie, saranno sempre vittime di un punto di domanda.