Se in tv si aspetta disperatamente il Milionario (pure al Tg5)
Oggi ricomincia la stagione tv? C’è tutto fuorché essere entusiasti. A partire dall’aria trionfia con cui Gerry Scotti si riaccomoda sulla poltrona del preserale, adagiandosi su allori ormai duri a morire. Temeva che lo statuario didietro di Belen funzionasse più del suo rassicurante faccione? Minaccia scongiurata, tant’è che il Milionario torna come se debba farsi
Oggi ricomincia la stagione tv? C’è tutto fuorché essere entusiasti. A partire dall’aria trionfia con cui Gerry Scotti si riaccomoda sulla poltrona del preserale, adagiandosi su allori ormai duri a morire. Temeva che lo statuario didietro di Belen funzionasse più del suo rassicurante faccione? Minaccia scongiurata, tant’è che il Milionario torna come se debba farsi rimpiangere. Con tanto di finto collegamento in diretta col Tg5, perché gli italiani devono sapere che santo Gerry è tornato dalle vacanze il 31 agosto solo per loro (non per giocare d’anticipo con l’Eredità, vero?).
Dopo un battage promozionale degno neanche del Festival di Sanremo, Mediaset ostenta l’usato sicuro di nuova generazione, quello che in un network al passo coi tempi sarebbe già finito nella sezione archeologica. Sia ben chiaro, il livello culturale del quiz da sapientoni non si tocca, ma sarebbe la sua formula catatonica – peraltro stantia rispetto al linguaggio del daytime Mediaset – a necessitare di una battuta d’arresto.
Chi vuol essere milionario? è il degno esempio dello stato lassista della nostra tv e di chi ne fa parte, ancor più “aggrappato” alle vecchie abitudini se c’è da occultare qualche flop di troppo (non hai girato Finalmente soli quest’estate, zio Gerry. E non trovi che il tuo ostentato amore per i talent show nelle ultime interviste tradisse una via di fuga dalla Corrida?) Se Canale 5 trovasse finalmente – dopo anni di stanca – un antidoto a Il Milionario, il buon Scotti sarebbe il primo a dimenticarsene, confidando di diventare un talent scout a tutto tondo con tanto di Italia ai suoi piedi.
E poi vogliamo andare controcorrente: inquadrature colonscopiche a parte, il badante estivo Sarabanda non meritava un tracollo di ascolti così impietoso. Perché nasceva dallo sforzo di intrattenere lo spettatore, con un quiz all’italiana che mischiasse gioco e varietà. Peccato che il pubblico non rispetti i format snaturati e, dopo essersi sentito tradito dalla metamorfosi di Passaparola in access, ha letteralmente rifiutato la desacralizzazione estiva dell’agone musicale presenziato da Enrico Papi.
Poi, ma questo è un altro discorso, ti chiedi perché perdano tempo a fare cloni autolesionisti anziché tenere in panchina gli originali Cultura Moderna o I soliti ignoti, che al pubblico estivo erano piaciuti davvero.
D’altro canto, su Mammucari e Belen è gravata la maledizione di Scherzi a parte. Chiunque finisca a condurlo, di questi tempi, non ha più nulla da dire al pubblico né possibilità di crescita. Tolti i reality e l’infotainment quotidiano, e considerato che Scherzi a parte torna in onda ogni due anni, chi lo presenta viene rigorosamente retrocesso su Italia1 da dov’era venuto (dalle retrovie di Fatma Ruffini insomma). E’ successo alla Chiabotto, alla Marcuzzi prima di sistemarsi al Grande Fratello e ancor prima ai comici di punta ormai persisi per strada.
Non a caso, che i due co-conduttori finiscano a Love Bugs 4 la dice tutta sul significato di “contentino” televisivo, nonché di coppia spremuta sino all’osso da una sitcom cimiteriale. Il che dispiace solo per Teo, che resta uno dei meno raccomandati sulla piazza e si è sforzato per rispetto della fascia di andare a lezioni di galateo.
Congedate le siglette e la piscina, insomma, con il Milionario si spengono le luci. E gli entusiasmi, perché per fatturare in garanzia non si rischia soprattutto con quelli.