Sciopero Hollywood: l’onda lunga colpisce la prossima stagione tv
Tante volte, cercando di proporvi con regolarità le novità legate alle serie tv lanciate negli Usa, abbiamo parlato della “serialità americana” con ammirazione e, guardando tante nostre fiction, una malcelata invidia . Quei prodotti che in Italia hanno l’impropria defizione di “Telefilm” sono riusciti, negli ultimi anni in particolar modo, a cancellare lo stereotipo che
Tante volte, cercando di proporvi con regolarità le novità legate alle serie tv lanciate negli Usa, abbiamo parlato della “serialità americana” con ammirazione e, guardando tante nostre fiction, una malcelata invidia . Quei prodotti che in Italia hanno l’impropria defizione di “Telefilm” sono riusciti, negli ultimi anni in particolar modo, a cancellare lo stereotipo che voleva la tv americana come un’unico blocco, una versione degenerata dei nostri canali generalisti.
Trash, reality, litigi in diretta, quei format e più in generale quel modo di fare televisione che con impressionante frequenza abbiamo importato nel nostro paese, sono in realtà solo una faccia della tv a stelle e strisce. La qualità tecnica, il coraggio nell’affrontare temi “difficili”, l’originalità sono valori fondanti delle Serie Tv che si accompagnano ad ottimi risultati negli ascolti, sufficienti a convincere i network che investono cifre rilevantissime nella loro produzione.
Lo Sciopero degli Sceneggiatori, con l’estenuante trattativa fra la WGA e le Major che sembra lontanissima da una conclusione, rischia di rivelarsi un boomerang senza precedenti. Vista la situazione di stallo tutti o quasi i principali network hanno deciso di fermare e abbandonare i progetti per le Serie Tv della prossima stagione televisiva (2008/09). Nei fatti tutti i prodotti nuovi che dovevano essere protagonisti degli Upfront della prossima estate sono al momento accantonati.
Intanto i palinsesti vengono chiaramente riempiti da altri programmi, gli spazi riservati nei progetti agli episodi delle nuove Serie tv non possono essere riempiti all’infinito da repliche e l’unica soluzione è quella di virare su altri prodotti, chiaramente di qualità inferiore, ma che hanno dalla loro un costo nettamente più contenuto e nessuna necessità di assumere “sceneggiatori della WGA”.
Il rischio è che sperimentando un avvio della prossima stagione tv privo di Serie Tv i network, confortati dai dati d’ascolto di una massa di telespettatori che rimarrebbe senza alternative valide, possano “prenderci gusto”, virando verso la produzione di più reality a basso costo anche quando la vertenza con gli sceneggiatori si sarà conclusa.
Una prospettiva del genere riversarebbe presto i suoi effetti a cascata anche sulle nostre reti televisive. Uno scenario allarmante.