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Sciopero degli attori Usa, ad Hollywood si ferma tutto: motivi e conseguenze

Fran Drescher (l’ex Tata della sit-com), a capo del sindacato, ha rivolto parole dure alle case di produzione. E il futuro delle serie tv, degli Emmy Awards e di vari festival cinematografici (come Venezia) è sempre più a rischio

14 Luglio 2023 14:51

Una tv di repliche, senza nuovi episodi di serie tv e addirittura senza reality o quiz in prima visione. Uno scenario apocalittico per chi ama svagarsi con le storie del piccolo schermo e con i giochi e programmi scritti appositamente per la televisione, ma che ormai è cosa concreta, almeno negli Stati Uniti. Perché da ieri, giovedì 13 luglio 2023, allo sciopero degli sceneggiatori si è aggiunto lo sciopero degli attori Usa.

Per cosa scioperano sceneggiatori ed attori negli Usa?

Se del primo avevamo già parlato a maggio e, ad oggi, non si registrano sostanziali novità, il secondo può davvero dare una batosta a quegli studios contro cui autori ed interpreti stanno protestando. La ragione, da entrambe le parti, è sempre legata alla necessità di modificare le proprie condizioni contrattuali e salariali in un’epoca decisamente differente rispetto a pochi anni fa. Le piattaforme streaming, d’altra parte, hanno cambiato tutto, ma gli studios non sembrano volerci fare caso.

Ciò che lamentano sceneggiatori (ed ora anche attori) è che nei loro contratti con le case di produzione non si tenga in considerazione il fatto che il concetto di “replica”, oggi, è ormai superato. Se prima agli autori ed agli interpreti veniva riconosciuta una percentuale ogni volta che un prodotto in cui avevano lavorato veniva acquistato da un secondo o terzo network per le “re-run” (appunto, le repliche), oggi le serie tv ed i film realizzati appositamente per le piattaforme bypassano questo ragionamento. D’altra parte, una serie in streaming è disponibile “quando vuoi, come vuoi”, ergo non c’è bisogno di parlare di repliche.

Sciopero sceneggiatori
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Questa nuova situazione starebbe mettendo in ginocchio numerose persone che scrivono le serie tv, ma anche gli attori e le attrici chiamati sul set, non tutti con compensi da star del settore. A questo, si aggiungano i turni estenuanti a cui sono chiamati per girare il più velocemente possibile gli episodi, così come agli sceneggiatori viene chiesto di preparare gli script a tempo di record.

E poi c’è l’intelligenza artificiale, il cui utilizzo sceneggiatori ed attori chiedono di regolamentare anche nell’industria dello spettacolo. Il timore, in poche parole, è che da un soggetto scritto da essere umani gli studios possano poi affidarsi ad una IA per sviluppare le sceneggiature; ma anche, per gli attori, che i loro volti e corpi possano essere replicati al computer senza il loro consenso, facendo recitare ai loro “doppi” scene di nudo non autorizzate e senza necessità di modulare alcun turno.

Gli studios, dal canto loro, avrebbero consentito alcune modifiche agli accordi in essere, senza però davvero andare incontro a chi sta scioperando. E così, dopo che ad incrociare le braccia sono stati gli sceneggiatori, adesso è stata la volta degli attori e delle attrici.

Le parole di Fran Drescher

A farsi portavoce del malcontento della categoria è stata la presidente del Screen Actors Guild – American Federation of Television and Radio Artists (SAG-AFTRA) Fran Drescher, meglio nota in Italia e non solo per essere stata la protagonista della sit-com La Tata.

Drescher sperava di poter giungere ad un compromesso ma, una volta capito che non avrebbe ottenuto ciò per cui il sindacato che rappresenta stava chiedendo, ha dato il via alla mobilitazione, con un discorso molto duro:

“È un momento molto importante per noi. Pensavo che avremmo potuto evitare uno sciopero. È una situazione molto serie che ha un impatto su migliaia, se non milioni, di persone in tutto il Paese e nel mondo. Non solo membri di questo sindacato, ma coloro che lavorano in altri settori al servizio del nostro. Non abbiamo avuto scelta. Siamo le vittime di un’entità molto avida. Francamente, non riesco a credere quanto ci troviamo distanti su vari punti. È disgustoso, si vergognino, stanno dalla parte sbagliata della storia. Gli attori non possono essere marginalizzati, mancati di rispetto e disonorati. Se non ci facciamo sentire adesso, saremo tutti nei guai, rimpiazzati da macchine e grossi affari”.

Film, Emmy e Festival a rischio?

Non solo serie tv (la cui messa in onda per la nuova stagione è ormai inevitabilmente destinata a slittare all’autunno/inverno): lo sciopero degli attori sta avendo conseguenze anche sui programmi unscripted, come reality e quiz, dal momento che i conduttori di questa trasmissioni sono anch’essi iscritti al SAG-AFRA. Inoltre, la mobilitazione potrebbe avere conseguenze pesanti anche su alcuni eventi solitamente pianificati per l’autunno. In primis, gli Emmy Awards 2023, le cui nomination sono state rivelate dall’Academy nei giorni scorsi.

I membri del SAG-AFTRA in sciopero, infatti, non solo non possono lavorare su alcun set, ma non possono neanche prendere parte alle prime dei film in cui hanno recitato né a qualsiasi altro evento speciale di premiazione come, appunto gli Emmy,

La Academy e Fox America (che manderà in onda la prossima edizione) stanno già pensando di far slittare la cerimonia, tradizionalmente fissata a settembre, a novembre o gennaio, nella speranza che per allora lo sciopero sia rientrato.

È incerto, inoltre, cosa ne sarà dei film il cui lancio era previsto nelle prossime settimane: gli studios dovranno decidere se portarli ugualmente nelle sale e rinunciare ai red carpet ed ai lanci promozionali, oppure se aspettare che le acque si calmino. Nel secondo caso, però, sarebbe un durissimo colpo per la sale cinematografiche, già in affanno dalla pandemia ad oggi.

Infine, la questione Festival: gli attori iscritti al sindacato non possono neanche presenziare a eventi di questo tipo. Il primo pensiero va al Festival del Cinema di Venezia, in programma dal 30 agosto al 9 settembre: se lo sciopero non sarà interrotto, al Lido potremmo non vedere sbarcare alcuna star. Prima ancora, c’è il Comic-Con di San Diego, diventato ormai un’importante vetrina per la promozione di numerose serie tv e previsto dal 20 al 23 luglio: anche in quel caso i panel dovranno fare a meno degli attori e delle attrici.