Mazza aveva ragione su Luca e Paolo? Scherzi a Parte sembra un show berlusconiano
Alla fine Fatma Ruffini dà alle ex Iene solo ospiti legati all’ex Presidente.
Scherzi a parte targato Luca e Paolo mi aveva personalmente conquistato al debutto per la sua eleganza, nonostante lo stridente divario tra gli Scherzi vecchia versione, molti dei quali mal riusciti, e la novità performante, molto ben scritta, della diretta.
Con la terza puntata di ieri, in cui si è raggiunto un maggior equilibrio tra i due poli a discapito della verve dei conduttori, posso dire che il direttore di RaiUno Mauro Mazza, a Sanremo, non aveva poi tutti i torti:
“Io auguro buon lavoro a Luca e Paolo, che faranno i loro programmi nell’azienda nostra competitrice, dove abitualmente non fanno questa satira politica graffiante. Se negli anni, tra qualche tempo, sentissero il bisogno di uscire dalla foresta, attaccando l’ex premier coi capelli o senza, ci mandano un sms e ne parliamo”.
Il punto è questo: mi sembra che Luca e Paolo, a Mediaset, continuino a soffrire la mancanza di totale autonomia e libertà contrattuale. Se alle Iene ciò veniva mascherato dal contesto graffiante, nonostante poi i due abbiano rinfacciato di sentirsi frenati, a Scherzi a parte c’è un problema di fondo: gli ospiti più o meno indirizzati dalla Magna Mater di R.T.I., la Lady di ferro del Biscione, Fatma Ruffini.
Scherzi a parte – Tutti gli uomini dell’ex Presidente
Dalla prima puntata abbiamo visto una serie di facce legate all’immaginario berlusconiano, nonchè politici esclusivamente del Pdl: da Iva Zanicchi e Giorgia Meloni a Maurizio Gasparri, passando per Mariano Apicella e Alfonso Signorini. A ciò vanno aggiunti personaggi che hanno fatto la storia di Fininvest, come della comunicazione televisiva dell’ex Premier: dal Cipollino Massimo Boldi a Predolin del Gioco delle coppie, sino a Barbara d’Urso che non ha mai nascosto le sue simpatie per il Cavaliere.
Un bouquet, insomma, degno del Bagaglino, che Luca e Paolo sembrano in parte subire, in parte assecondare. Se è vero che molti di questi ospiti sono quelli che passa al convento Mediaset e che erano già precettati per gli scherzi, è anche innegabile che i tanti numeri comici con Boldi, ieri sera, erano troppo cheap nel loro ammiccare al Drivinismo.
Per fortuna, ad alzare il tiro, ci pensa l’agente dei conduttori, Beppe Caschetto, che ieri quantomeno ha portato Geppi Cucciari. Per il resto, perché Luca e Paolo stanno avendo spalle degne di Kalispéra, anziché gli Scotti, le De Filippi, i Bonolis, gli Insinna e i Chiambretti, o personaggi di spettacolo di più ampio respiro? Perché i due non riescono ad attirare artisti più degni di due astri nascenti del varietà come loro?
Unendo tutti questi elementi viene da dire che, confezionando un grande show sulla nostalgia di Ok, il prezzo è giusto? e Il pranzo è servito, Luca e Paolo sono decisamente meno bipartisan e irrispettosi che in Rai.
Troppo comodo diventare famosi all’Ariston sparando a zero su chiunque e poi, su Canale5, criticare (su misura) la De Filippi solo se invitati ad Amici (mentre hanno dato a Rivera di uno che, Ballando, si è rovinato una carriera).
Perché a Sanremo sputtanavano persino i vertici, mentre a Scherzi a parte consacrano la storia dell’azienda trattando persino Cipollino coi guanti? E, soprattutto, perché le parodie canore si sono diradate, avendo stancato, e non si sono viste altre novità degne di nota? Su quest’edizione, peraltro, grava il fatto di dover riciclare vecchi scherzi per coprire il buco di quelli girati sulla navi di Costa Crociera, e poi tagliati dopo la tragedia di Schettino.
Qualcosa, della tanto conclamata irriverenza di Luca e Paolo come del nuovo Scherzi a parte, inizia a non convincermi.