Il set, uno sparo, una pistola che si credeva caricata a salve e invece non lo era, un ferito a terra. Qualche settimana fa la scena è stata proposta al pubblico di Scherzi a parte, che ha assistito alla candid ai danni di Dayane Mello.
Invitata al Teatro dei Filodrammatici e convinta di svolgere il provino per un fantomatico film, la modella – aspirante attrice – aveva puntato una pistola contro un assistente che stava recitando una parte con lei.
“Le abbiamo fatto credere che un regista l’ha scelta per recitare, ma le faremo vivere una serata da incubo”, aveva annunciato Enrico Papi.
Alla Mello venne consegnata una pistola a salve, ma quando la donna premette il grilletto l’assistente cadde a terra, gravemente ferito. Urla, caos e choc abbinati alle risate dello studio.
Nessuno, ovviamente, avrebbe potuto immaginare che poco tempo dopo quella scena avrebbe generato ben altre suggestioni.
Il caso Rust sconvolge per la sua dinamica, per la capacità drammatica di passare da un istante all’altro dalla finzione alla tragica realtà. E oltre allo sgomento per la morte della direttrice della fotografia Halyna Hutchins, appena 42enne, a restare impresse sono le immagini che ritraggono Alec Baldwin – ovviamente convinto che l’arma fosse di scena – in preda alla disperazione.
Legittimo chiedersi se oggi uno scherzo del genere verrebbe ugualmente concepito. Anche perché in un’ottica di immedesimazione nella vittima, dando per assodato che nulla fosse preparato, risulterebbe difficile ridere di fronte allo sconcerto della Mello.
Tra primi tentativi di soccorso e (finte) chiamate al 118, Dayane era rimasta immobile per tutto il tempo, provocando pure qui i commenti ironici e un po’ stizziti degli ospiti in studio, pronti ad evidenziare l’assenza di empatia per il collega a terra. Nessuno, tuttavia, si soffermò sul trauma e sul panico che un gioco del genere avrebbero potuto provocare.
Magari, alla fine, il problema riguarda solo il contesto e la tempistica. Quello che ora ci turba e infastidisce, in altri momenti ci diverte e fa sorridere. A riprova di come tutto nella vita sia relativo e non sempre attualizzabile.