Scandalo Weinstein, salta il progetto di Amazon con De Niro e Moore, salvo The Romanoffs, a rischio Guantanamo
Le notizie relative ai presunti abusi del produttore Harvey Weinstein nei confronti di numerose attrice hanno fatto saltare un progetto di Amazon, che procederà con The Romanoffs, mentre Showtime deve decidere su Guantanamo
UPDATE 14/10: Amazon resta una delle società più colpite dalle conseguenze dello scandalo riguardante Harvey Weinstein. L’azienda ha infatti deciso di non procedere con la produzione del drama di David O’Russell con Robert De Niro e Julianne Moore, che sarebbe dovuto essere prodotto proprio da The Weinstein Company. “Sosteniamo la decisione di Amazon alla luce delle recenti notizie e per rispetto di tutte le persone coinvolte abbiamo deciso insieme che è meglio non procedere con questo show”, hanno detto i tre in un comunicato stampa.
The Romanoffs, invece, continuerà ad essere prodotto (la serie è sul set in questi mesi), ma la casa di produzione sarà esclusa. Amazon in queste ore, sta anche affrontando la sospensione del presidente di Amazon Studios Roy Price, dopo che la produttrice esecutiva di The Man In The High Castle, Isa Hackett Dick, lo ha accusato di violenze sessuali.
Anche Showtime potrebbe risentire del caso, dal momento che The Weinstein Company sta lavorando a Guantanamo, serie tv di Daniel Voll di cui Oliver Stone dovrebbe dirigere i primi due episodi. Il network ed il regista hanno infatti affermato che se la società di produzione resterà coinvolta, non se ne farà più nulla: “Stiamo impazientemente aspettando le sceneggiature che Daniel Voll ed il suo team stanno scrivendo”, ha detto il network, “il progetto è in fase di sviluppo e non è ancora stato confermato. Non abbiamo intenzione di procedere con l’attuale configurazione e stiamo valutando le nostre opzioni”.
Scandalo Weinstein, a rischio The Romanoffs e gli accordi sulle serie tv di Amazon?
Lo scandalo Weinstein impazza su tutte le testate americane, spingendo quasi tutti gli attori di Hollywood e chiunque, in passato, fosse legato al celebre produttore vincitore di un premio Oscar per “Shakespeare in Love”, a commentare la vicenda. Harvey Weinstein, uno dei pezzi grossi del mondo del cinema americano, sulla cresta dell’onda da più di trent’anni e conosciuto da chiunque nello show business, ha visto infatti la sua carriera andare a rotoli quando, giovedì scorso, un articolo del New York Times ha svelato il suo comportamento molestatore nei confronti di numerose attrici.
L’articolo riporta le testimonianze di Ashley Judd, che avrebbe ricevuto delle scomode avances dal produttore agli inizi della sua carriera, ma anche di Rose McGowan e di numerose altre attrici. Ieri, un altro articolo del The New Yorker ha pubblicato nuove testimonianze, tra cui quella di Asia Argento, che ha raccontato di aver subìto sesso orale da Weinstein quando aveva 21 anni e stava lavorando al film “B. Monkey. Una donna da salvare”. Dichiarazioni che l’attrice ha confermato in un tweet, in cui ha pubblicato una scena del suo film “Scarlet Diva”, che si sarebbe ispirata proprio a quell’episodio:
I wrote and directed this scene in 1999. #Weinstein pic.twitter.com/VFRJQM0O4M
— Asia Argento (@AsiaArgento) 10 ottobre 2017
“Ho scritto e diretto questa scena nel 1999. #Weinstein”.
Lo scandalo, ora, continua a tenere banco in America dove, come detto, personaggi del mondo dello spettacolo e non solo (anche Barack e Michelle Obama ed Hillary Clinton hanno espresso il loro disgusto nei confronti di quanto scritto sui giornali: dichiarazioni che portano il partito Democratico, che il produttore ha sempre sostenuto, a prenderne le distanze) stanno dicendo la loro su una serie di episodi finora, a quanto pare, all’oscuro di tutti.
Mentre emergono nuovi dettagli e testimonianze, però, la macchina produttiva televisiva deve muoversi e capire come reagire: Weinstein, infatti, è anche co-fondatore della The Weinstein Company, società di produzione che ha aperto nel 2005 con il fratello Bob dopo aver lasciato la Miramax, anch’essa fondata da entrambi.
La TWC, oltre a produrre numerosi film -in passato è stata la casa di produzione di film come “Django Unchained”, “Carol” e “Lion-La strada verso casa”, è anche dietro a numerose serie tv e programmi. L’impatto di quanto emerso dai giornali non può non avere delle ripercussioni anche sulla casa di produzione, dunque, e sul consiglio di amministrazione, che sta lavorando per salvaguardare tutti gli accordi presi finora.
Innanzitutto, si sta pensando di cambiare nome alla società, in modo da non associarla più alla figura di Weinstein. Il produttore stesso, inoltre, ha dichiarato, dopo aver ovviamente negato di aver abusato delle donne che lo accusano, che si prenderà “una pausa” dal lavoro nella casa di produzione. Ma la TWC ha anche aggiunto che eliminerà il nome di Harvey Weinstein dai credits di tutte le produzioni tv che andranno prossimamente in onda. Sarà così, ad esempio, per la prossima edizione di Project Runaway su Lifetime, ma anche per la seconda stagione di Six su History Channel e la terza di Scream su Mtv. Il nome del produttore non comparirà neanche nelle produzioni che andranno in onda sui canali di Paramount Network, come la miniserie Waco, con Taylor Kitsch, e Yellowstone, con Kevin Costner.
Se queste produzioni, quindi, non sono a rischio, qualche problema potrebbero avercelo due serie tv ordinate da Amazon, ovvero The Romanoffs, da Matthew Weiner, creatore di Mad Men e la serie senza titolo di David O. Russell con Robert De Niro e Julianne Moore.
Se The Romanoffs, serie antologica in otto episodi che avrà come protagonisti un gruppo di personaggi che sostiene di essere discendente dalla celebre famiglia russa, è già in produzione, la serie di Russell potrebbe non essere realizzata. “Stiamo rivedendo le nostre opzioni per i progetti che abbiamo siglato con The Weinstein Company”, ha spiegato il Vicepresidente della Comunicazione di Amazon Entertainment Craig Berman.
A complicare la situazione delle due serie, il loro costo: The Romanoffs spenderebbe ben 70 milioni di dollari, mentre la seconda serie tv, ordinata per due stagioni, addirittura 160 milioni. La società di produzione, nonostante The Romanoffs sia già sul set, non avrebbe ancora finanziato nulla, prevedendo di saldare i conti nel 2018. Con questo scandalo in corso, però, Amazon potrebbe escludere direttamente The Weinstein Company dalla produzione, ma a quel punto non riuscirebbe, da sola, a finanziare entrambi i progetti. L’azienda aspetta di capire come evolverà la situazione per decidere cosa fare delle due serie tv.
[Via DeadlineHollywood]