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Sbandati, attacco a Maria De Filippi: “Tu si que vales festa di paese”

Sbandati va all’attacco della conduttrice Mediaset. Velia Lalli: “E’ diventata la corte di Luigi XVI e la De Filippi è Maria Antonietta”

pubblicato 1 Novembre 2017 aggiornato 1 Settembre 2020 04:25

Maria De Filippi nel mirino di Sbandati. Un attacco nemmeno troppo velato alla conduttrice Mediaset va in scena nel programma di Raidue durante la puntata di martedì (Qui il video. Dal minuto 18).

Lo spunto per dare il via ad un dibattito più accalorato del solito nasce con messa in onda di un servizio che raggruppa le esibizioni più goliardiche di Tu si que vales, con il montaggio che si sofferma su improbabili concorrenti (quelli della “scuderia Scotti”, per intenderci), dispetti tra i giudici e gli scherzi che da diverse settimane vedono come vittima prediletta Mara Venier.

Al rientro in studio ad andarci giù più duramente è Matteo Bordone, che stronca lo show campione d’ascolti del sabato sera:

Non è più un talent questa roba qua. E’ una specie di varietà di provincia dove i personaggi più importanti del mondo Mediaset si rendono ridicoli facendo questa specie di festa di paese.

Qualcuno tira in ballo l’universo ‘Corrida’, ma Bordone stoppa immediatamente il paragone: “Questi numeri sono fatti male”.

E se Il Pancio allude ad un “villaggio vacanze”, a metterci il carico da undici è Velia Lalli:

Viene meno il discorso del talent. E’ diventata la corte di Luigi XVI, la De Filippi è Maria Antonietta. Ormai se la divertono tra di loro, è una cosa tra di loro, i concorrenti non esistono più. È come Maria Antonietta quando disse “Non hanno il pane? Che mangino le brioches”. Mi immagino la De Filippi che un giorno con la corona dirà: “Non hanno il pane? Che mangino i concorrenti dei talent”. Poi la decapitano. Arriverà il giorno che la decapiteranno.

Parole forti, seppur inserite in un contesto ironico, che spiazzano gli stessi Gigi e Ross. A smorzare i toni ci pensa Francesca Brienza, nonostante il giudizio sulla trasmissione resti negativo: “Per me ci sono personaggi sacri della televisione che devono restare quello che sono sempre stati. Ti scadono un po’. In Mara (Venier, ndr) che si fa baciare ogni volta da uno diverso, non ci trovo niente di divertente”.

Chiusura affidata a Saverio Raimondo che, con l’ausilio di un leggio, recita la sua personale ‘lettera a Maria’:

Mi dispiace per tutte le critiche che ti rivolgono contro. Ti accusano di aver abbassato il livello culturale con Uomini e Donne, di aver promosso la mediocrità in campo artistico con Amici, di fare pornografia dei sentimenti con C’è posta per te. È tutto vero, proprio per questo io ti ringrazio […] La pornografia è sempre manifestazione di libertà, anche quando a bagnarsi sono solo gli occhi […] Ben venga l’abbassamento del livello culturale portato avanti da Uomini e Donne […] grazie a te in futuro non ci sarà più il pericolo di una guerra nucleare, perché nessuno sarà più capace di capire la formula E=mc² […] Grazie per aver regalato la libertà di essere mediocri […] dovresti fondare un partito basato sull’incompetenza e l’incapacità. Ah c’è già […] Grazie per quello che fai nel mondo del lavoro. Assumi più giudici tu nei talent che la Fiat nelle sue fabbriche.

L’intervento canzonatorio dello stand-up comedian restituisce paradossalmente il contesto comico alla trasmissione che, col passare del tempo, sembra aver perduto la verve dissacrante delle origini, lasciando il passo ad una analisi sempre più critica e severa del piccolo schermo.