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Satisfaction, su Premium Stories l’insoddisfazione raccontata attraverso il dramedy

Su Premium Stories di Mediaset Premium Satisfaction, serie tv con al centro una famiglia i cui componenti, per diversi motivi, sono insoddisfatti di ciò che fanno, cercando di cambiare con scelte dalle conseguenze rischiose

pubblicato 11 Settembre 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 10:57

L’obiettivo di Satisfaction, la nuova serie tv in onda da questa sera alle 22:00 su Premium Stories di Mediaset Premium, è quello di raccontare i rapporti di coppia in una società in cui l’insoddisfazione è sempre più alta, e poco si fa per cercare di togliersi questo peso di dosso.

L’impiegato in una compagna di gestione di grosse somme di denaro Neil Truman (Matt Passmore, The Glades) sembra avere dalla vita tutto ciò che desidera: una bella moglie, l’agente immobiliare ma aspirante arredatrice Grace (Stephanie Szostak), una figlia brava a scuola, Anika (Michelle DeShon), un ottimo conto in banca ed una casa accogliente.

Eppure, si sente insoddisfatto: il lavoro gli ruba molto tempo, ha un capo che non sopporta e riesce a passare pochi momenti con la sua famiglia. Quando decide di andare a trovare la moglie a sorpresa mentre questa è al lavoro, la trova in atteggiamenti più che intimi con un altro uomo.

Il protagonista, mosso dalla rabbia, decide di seguirlo: così, in uno scontro corpo a corpo, scopre che l’uomo, Simon (Blair Redford, Switched at birth) è in realtà un escort, e che Grace lo paga per avere dei rapporti sessuali con lui. Trovandosi con il suo telefonino, caduto durante l’incontro tra i due, decide quindi di rispondere ad un messaggio di una cliente fingendosi Simon, diventando lui stesso un escort.

Il gioco non dura molto: il “capo” del ragazzo, Adrianna (Katherine LaNasa), scopre l’appuntamento avuto dal protagonista con la donna, ma non si arrabbia. Gli propone, invece, di diventare davvero un escort. Una proposta allettante che, in vista anche di una crisi avuta sul posto di lavoro, sembra fargli capire di non essere colui che sarebbe voluto diventare.

La sua doppia vita ha inevitabilmente anche degli effetti sulla sua famiglia: deve, infatti, riuscire a nascondere il proprio segreto a Grace, mentre Anika rivela di avere dei problemi a scuola, in un ambiente che non sopporta ed in cui si sente poco ben inserita.

Satisfaction segue, quindi, il percorso che i tre protagonisti fanno nel rendersi conto che la vita che stanno conducendo, sebbene rispetti determinate regole comuni, non è quella che desiderano. Un’insoddisfazione, la loro, che diventa il perno intorno a cui ruota tutta la serie tv, che evidenzia lo stato d’animo di una società ricca di opportunità ma che spinge ognuno di noi a non essere mai totalmente contento.

Attraverso il linguaggio del dramedy, lo show di Usa Network (che con questo telefilm ha dato via all’innovazione del proprio palinsesto, come confermato nei mesi scorsi da Mr. Robot) vuole mettere di fronte il pubblico ad un’amara verità, ovvero che pochi di noi sono davvero soddisfatti di ciò che sono, e che, se avessimo la possibilità di cambiare anche per un giorno, coglieremmo quest’occasione.

Satisfaction è una condanna alla routine che distrugge i sogni di ognuno di noi e ci rende caselle all’interno di un mosaico che sembra ben incastonato ma fragile. Sfruttando una storyline piccante, la serie tv rappresenta una scenario base in cui poco importano i mestieri dei protagonisti o il loro conto in banca: è la loro insoddisfazione a fare da motore alla sceneggiatura, che gioca con le possibilità con cui potremmo avere a che fare ed immagina uno scenario in cui tutti decidono di dare sfogo alle proprie necessità con, però, le conseguenze del caso.

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