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Sarah Scazzi e la società dello spettacolo

Da quando Chi l’ha visto ha mandato in diretta la scoperta da parte della mamma di Sarah Scazzi dell’uccisione della figlia, il tragico evento è divenuto pane per i media che fanno della cronaca nera un calderone col gossip.Ricorderete che Paolo Ruffini ha difeso il programma. La nostra Debora ha commentato il momento di gloria

pubblicato 12 Ottobre 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 12:02


Da quando Chi l’ha visto ha mandato in diretta la scoperta da parte della mamma di Sarah Scazzi dell’uccisione della figlia, il tragico evento è divenuto pane per i media che fanno della cronaca nera un calderone col gossip.

Ricorderete che Paolo Ruffini ha difeso il programma. La nostra Debora ha commentato il momento di gloria della Sciarelli, Lord Lucas ha giustamente rilevato come Chi l’ha visto abbia, nel bene e nel male, sopperito a grosse lacune del nostro sistema televisivo-giornalistico, Marina ha individuato quelli che, a suo avviso, sono stati i più corretti in tv nel trattare il caso. Ora, però, c’è che questa triste storia rischia di diventare una seconda Cogne, con qualche elemento peggiore. L’evento criminoso e tragico si trasforma in ragione per lo spettacolo, persino i tg esagerano e si trasformano in tutt’altro, e i programmi di emoteinment non sono da meno. Sul Tg1 la telecamera indugia sulla moglie dell’assassino che grida “Per favore, no!”, Pomeriggio sul 2 attinge abbondantemente alla storia. E’ il trionfo della mercificazione della cronaca nera. Ma anche della società dello spettacolo.

Guy Debord scriveva (era il 1969, e quindi occorre apprezzare una volta di più la lungimiranza di questo straordinario autore): Tutta la vita delle società nelle quali predominano le condizioni moderne di produzione si presenta come un’immensa accumulazione di spettacoli. Tutto ciò che era direttamente vissuto si è allontanato in una rappresentazione.

E’ esattamente quello che sta accadendo al caso-Scazzi e a tutti i drammatici corollari: non ci sono le persone, al centro della notizia. C’è questo continuo scavare nel torbido e alimentare il gusto pruriginoso dello spettatore, mai così tanto voyeur, nemmeno nei reality show.

E quel che conta diventa la rappresentazione, lo spettacolo, appunto.

Rai 3