Sanremo si nasce/1: Le sigle
Per parte mia, il Festival della televisione italiana rimane un’irrinunciabile liturgia. Poi, se ci sono le canzoni e valgono qualcosa, tanto meglio (ma si sa che, di questi tempi, non bastano a fare i grandi numeri). Sanremo si nasce, non si diventa e Pippo Baudo questo lo sa, sfidando le leggi dell’innovazione con un ritorno
Per parte mia, il Festival della televisione italiana rimane un’irrinunciabile liturgia. Poi, se ci sono le canzoni e valgono qualcosa, tanto meglio (ma si sa che, di questi tempi, non bastano a fare i grandi numeri).
Sanremo si nasce, non si diventa e Pippo Baudo questo lo sa, sfidando le leggi dell’innovazione con un ritorno alla tradizione.
Come non segnalarvi, dunque, la pubblicazione dell’Enciclopedia di Sanremo con Tv Sorrisi e Canzoni, che soddisfa tutti i gusti e le curiosità più recondite dei festivalieri più accaniti?
Spulciando tra le voci più interessanti, ho scoperto un interessante dossier sulle sigle del Festival, che ho voglia di condividere con voi in questi giorni di amarcord mista ad attesa.
Ebbene, la prima vera colonna sonora del Festival è del 1969 e a cantarla furono Tony Renis e Lara St. Paul e si intitola La canzone portafortuna. Il tentativo, però, viene avversato dalle case discografiche, preoccupate che il brano, in realtà modesta, possa in qualche modo oscurare le canzoni in gara: l’immagine dei due cantanti viene così sostituita, dopo la prima serata, da quella di una bella e anonima ragazza svedese.
Si torna a parlare nuovamente della sigla nel 1981, quando Claudio Cecchetto, conduttore della rassegna, canta Gioca Jouer, che diventerà poi un tormentone di grande successo. Meno fortunata la scelta del 1982, quando si opta per una canzone che Donovan canta con la figlia Astrella.
L’anno successivo il motivetto di apertura è SuperLeo, interpretata da un gruppo omonimo formato per l’occasione: la canzone era destinata a celebrare la mascotte dell’edizione, un leoncino con una maglietta azzurra su cui era stampata una nota musicale. Il testo era evidentemente più adatto allo Zecchino d’oro e ammiccava ai telespettatori più piccini. La sigla di chiusura del 1983 era invece Canzone Pulita di Nino Manfredi.
Nel 1984 si torna a pensare ad un pubblico adulto con la scelta di Rose su Rose cantata da Mina che torna, quantomeno in audio, a Sanremo per la sigla di apertura e Under The Sun dei Rockets per la sigla finale.
Due anni dopo è Loretta Goggi, conduttrice dell’edizione, a cantare la sigla di apertura, Io nascerò.
Nel 1988 la sigla è cantata da Luciano Pavarotti, che interpreta Nel blu dipinto di blu, e dal 1996 Baudo adotta Perchè Sanremo è Sanremo, che rimane poi un refrain anche nelle successive edizioni.
Nel 2000 la tradizione si interrompe e Pavarotti, presentatore con Fabio Fazio dell’edizione, interpreta Nessun Dorma in apertura a ogni serata.
Nell’anno successivo, aggiungo io per una strana dimenticanza enciclopedica, la conduttrice Raffaella Carrà ha prestato la sua voce alla sigla ufficiale, E’ la mia musica, che ricordava molto Carrambà.
Per concludere, due video risalenti, rispettivamente, all’anno del Gioca Jouer di Cecchetto e all’annata ’97 di Bongiorno, Marini & Chiambretti (con tanto di storica passerella).