Sanremo Giovani, l’invidia del talent è Forte Forte anche in Rai. E Conti in giuria è affetto da egomania
Carlo Conti si è montato la testa? A Sanremo Giovani, col lucidalabbra e la giuria sottomessa al suo volere, è diventato il Dio supremo del Festival 2016
Tutti vogliono diventare macchine da talent e sputano su un piatto da cui, forse, vorrebbero mangiare. A quanto pare il meccanismo della giuria schierata è tanto inflazionato quanto obbligato, tant’è che le selezioni di Sanremo Giovani, dopo quelle di Miss Italia, hanno costretto pure Carlo Conti a sedersi. E il ruolo ha dato la testa persino al presentatore.
Con dichiarazioni esaltate come ‘Potevo mancare io?’ e il diritto supremo di votare solo in caso di ex-aequo, l’ex impiegato di banca ha creato una giuria lampadata come lui (chi li ha truccati lasciando chiazze di fondotinta a caso?) che pende dal suo lucidalabbra (altrettanto inspiegabile). Per non parlare di quando, con giacca elettrica e tablet da giovane, dà il verdetto agli eletti neanche fosse il Re Mida. Carlo è giudice uno e trino, che decide quando fare il giudice e quando, invece, alzarsi per accogliere l’amico Pieraccioni. Parla persino di sé in terza persona (“Il Direttore artistico doveva alzarsi e farti fare un applauso”) e Chiambretti lo ribattezza l’Imperatore. Fino al verdetto più clamoroso nella storia del Festival: un conduttore e direttore artistico che, in caso di ex-aequo, elimina un gruppo di cantanti, i Rumor, perché non rispondono al suo gusto personale.
Insomma, la talentcrazia ha contagiato anche Sanremo, che prova a dissimularla facendo il verso a X Factor e company. Abbiamo visto lo stesso fenomeno anche a Tu sì que vales e ad Amici, dove Maria De Filippi e Gerry Scotti hanno parodiato il ruolo del giudice da talent, irridendone i buonismi e i cattivismi a tavolino, oltre che gli straboccanti forestierismi.
A Sanremo Giovani è la volta di Piero Chiambretti che, costretto a rivestire il ruolo in mancanza di programmi suoi (pure il Grand Hotel è durato come un gatto in tangenziale?), si è presentato con un fantomatico manuale del perfetto giudice Tv:
“Qui ho trovato tutto quello che serve per giudicare. E’ scritto da J-Ax ed edito da Morgan”.
Quindi ha citato espressamente frasi fatte di Victoria Cabello (“Esecuzione perfetta”) e di Mika (“Devi credere più in te stessa”). Insomma, la brand identity più forte è sicuramente quella di Sky che ha colpito nel segno, visto che in contemporanea Crozza imita Elio, Skin e Mika al Paese delle meraviglie.
Ma perché mai le generaliste Rai e Mediaset si ostinano a invidiare i meccanismi dei talent esterofili, pur dovendo puntare a un bacino di ascolti superiore e a un pubblico trasversale? Ricordiamo che il precedente è stato Forte Forte Forte… come flop.