Dargen D’Amico e l’appello per Gaza a Sanremo 2024: “Cessate il fuoco”
Dargen D’Amico a Sanremo 2024 canta Onda Alta e chiude la sua esibizione chiedendo il cessate il fuoco per Gaza e per tutte le guerre…
“Dedico questo brano alla mia cuginetta Marta che sta studiando a Malta e che ha avuto questa grande fortuna. Non tutti i bambini hanno questa fortuna nel mar Mediterraneo… in questo momento ci sono bambini sotto le bombe, senza acqua, senza cibo e in questo momento il nostro silenzio è corresponsabilità. La storia e Dio non accettano la scena muta: cessate il fuoco”
Così Dargen D’Amico ha lasciato il palco dell’Ariston dopo la sua prima esibizione a Sanremo 2024, all’1:10 di martedì 5 febbraio/mercoledì 6 febbraio. Qualche parola che nei vecchi rituali baudiani non sarebbe stato possibile, ma che sono state accolte e non censurate da Amadeus. Parole che hanno ribadito l’impegno del cantautore sui temi sociali e civili, espresso anche nel brano in gara. Il suo “Onda alta”, infatti, è un atto di accusa verso il disinteresse, la miopia, la strumentalizzazione politica sull’immigrazione e che guarda alle condizioni in cui versano tante persone che rischiano la vita sui barconi, cercando una vita migliore. Il tutto però condito da un ritmo accattivante e da uno stile che fa sorridere, e riflettere se ci si sofferma un attimo sul testo.
Anche l’abito con cui si è presentato sul palco, pieno di orsacchiotti, ha assunto pieno valore con la sua chiosa: orsetti che rappresentano bambini che non ci sono più o che vorrebbero giocare, ma che lottano per la sopravvivenza tra le onde del Mediterraneo, che si trovano nelle mani di terroristi o che devono lasciare le proprie case a causa delle guerre.
L’appello di Dargen D’Amico, quel “cessate il fuoco” fa pensare subito alla situazione nella Striscia di Gaza, ma può estendersi a tutti i teatri di guerra in atto nel mondo.
“In questo momento il nostro silenzio è corresponsabilità”
ribadisce Dargen. Immaginiamo che il rumore che si sentirà in sala stampa domani, e che si alzerà dalla politica, sarà legato all’opportunità delle sue parole e non al loro contenuto.