Sanremo 2024, canzoni: giudizi, opinioni e commenti dopo il preascolto
Sanremo 2024 canzoni: abbiamo ascoltato in anteprima i 30 brani in gara al Festival. Come saranno? Ecco giudizi, opinioni e prime valutazioni sui brani che ascolteremo a partire dal 6 febbraio.
Sanremo 2024 partirà il 6 febbraio, con la prima serata, fino al 10 febbraio, giorno della finalissima, quando scopriremo chi sarà il nuovo vincitore dopo “Due vite” di Marco Mengoni nel 2023. In mattinata, a Roma e Milano, la stampa ha potuto ascoltare, in anteprima, le 30 canzoni in gara. Un ascolto, 15 brani, pausa, altri 15 brani. E partiamo subito da una premessa fondamentale: giudicare con un ascolto un pezzo ed assegnargli un voto immediato (o un pollice su o giù) mi sembra limitante, visto la mole di lavoro di mesi alle spalle e quanto un’idea possa cambiare, dopo averlo sentito più volte.
Ad esempio, per restare in tema “ultima edizione”, Due vite era apparsa una buona ballad mentre Furore, di Paola & Chiara, meno incisivo rispetto a loro altre hit. Invece, il brano di Mengoni è diventato sempre più intenso ad ogni esibizione e il comeback delle sorelle Iezzi ha portato il brano ad essere una hit da karaoke selvaggio e balletto a memoria. Non sempre ci sono i colpi di fulmine come mi era accaduto con “Fai rumore” di Diodato. Più semplice dare i voti magari nel giorno della finale, dopo più performance dal vivo. E accadrà su Soundsblog.it.
Ma, nel frattempo, ecco le prime impressioni e opinioni sulle 30 canzoni in gara al Festival di Sanremo 2024. Due parole chiave accomunano diversi pezzi: ritmo e amore.
Sanremo 2024, opinioni e commenti sulle 30 canzoni in gara: giudizi
Ecco i giudizi iniziali, dopo il primo ascolto, in rigoroso ordine di presentazione per la stampa.
Clara, Diamanti grezzi. Partiamo dalla vincitrice di Sanremo Giovani, Clara, con Diamanti grezzi, confeziona un pezzo che prende quota ben prima del ritornello vero e proprio. Risulta immediata, radiofonica con il passaggio “Cosa siamo noi, solo diamanti grezzi”. Un tassello importante per costruirsi una carriera sempre più solida e credibile.
Diodato, Ti muovi. Diodato arriva dal boom di “Fai rumore” come sua ultima partecipazione. Ormai un classico del suo repertorio e una delle canzoni più amate. Anche “Ti muovi” è una ballad, resta nelle atmosfere del pezzo appena citato, con un utilizzo della voce sempre in crescendo e un accompagnamento orchestrale che non lascerà indifferente (“Tu ancora ti muovi, qui dentro ti muovi” canta, in modo viscerale). Un amore che non se ne va.
Mahmood, Tuta Gold. La Tuta gold di Mahmood ricorda, in alcune sfumature iniziali, la sua Barrio, più ritmata, con una produzione martellante che colpisce forte, tutto il tempo, alternando anche violini. Mahmood torna dopo aver vinto con “Soldi” e “Brividi” (con Blanco) e non vuole passare inosservato. Missione compiuta, al primo ascolto.
Sangiovanni, Finiscimi. Sangiovanni si presenta con abiti diversi dalla precedente partecipazione con “Farfalle”. In Finiscimi, si prende le colpe di una relazione finita per colpa sua e lo dice apertamente (“Non abituarti, sono soltanto un bugiardo, finiscimi, fammi sentire quanto sono pessimo”). Una midtempo che vede un finale al pianoforte e una voce che spazia tra alti e bassi, in un saliscendi di vocalità.
Loredana Bertè, Pazza. Questa è una delle prime sorprese di questi ascolti in anteprima. “Pazza” è un brano immediato, potentissimo. “Io sono pazza di me, mi sono odiata abbastanza” e ancora “Prima ti dicono basta sei pazza e poi, poi ti fanno santa”. La canzone diventerà uno dei pezzi simbolo della sua carriera. Dopo “Cosa ti aspetti da me”, era difficile tornare con un altro brano così convincente. E invece è successo. Energia pura, un vero ruggito.
Bnkr44, Governo Punk: in arrivo da Sanremo Giovani, portano un pezzo giovanile, fresco. Citano i Blur, creano un pezzo ben studiato e risultano una boyband carina che può rinvigorire il pezzo dal vivo. Per ora, “Governo punk” non convince alla follia ma nemmeno è sgradevole. Ha del potenziale.
Alessandra Amoroso, Fino a qui. Attesa da anni, in gara, sul palco del Teatro Ariston, farà il suo debutto nel 2024. Stava aspettando la canzone giusta. E probabilmente è arrivata davvero. Inizia al pianoforte, resta fedele al suo stile che l’ha resa celebre e sale, sale sempre più, senza negare virtuosismi vocali che puntano ad enfatizzare il messaggio (di non arrendersi mai, in nessuna circostanza) e far brillare il pezzo. I fan non saranno delusi.
Fred De Palma, Il cielo non ci vuole. Nonostante il ritmo serrato, non risulta completamente intrigante. Sembra che manchi qualcosa. Un passo in là dal suo repertorio classico, più noto, ma verso un punto che, al primo ascolto, appare indefinito e non a fuoco.
Fiorella Mannoia, Mariposa. La cantautrice ha scelto di tornare in gara a Sanremo 2024 con un pezzo totalmente diverso da “Che sia benedetta”, con la quale ha sfiorato la vittoria. Mariposa è un brano dal sapore gitano, con atmosfere (prendette il tutto con tante, tante virgolette…) alla ‘Ain’t funny’ di J. Lo. Quel mondo lì. Un inno all’indipendenza, sempre a testa alta (“E anche nel buio sono libera, orgogliosa e canto”).
The Kolors, Un ragazzo una ragazza. “Un ragazzo incontra una ragazza”. Ricordatevi questa frase perché, per mesi, ne sarete ‘perseguitati’. Dopo il boom di “Italodisco”, i The Kolors si presentano in gara a Sanremo con “Un ragazzo una ragazza”, canzone che sguazza tra le loro sonorità più recenti e confeziona con cura un ritornello che ci resterà appiccicato in testa. Soprattutto quella frase iniziale, quelle cinque parole che avete lette. Ricordatevelo, le canticchierete anche mentre fisserete il microonde aspettando sia pronta la cena…
Emma, Apnea. Emma ritorna a Sanremo e vuole far scatenare. La sua Apnea farà ballare, fin da ben prima che si arrivi alla parola che dà il titolo alla canzone, si resta ‘intrappolati’ nel vortice del sound radiofonico del pezzo. Un rifiorire ritmato. Ipnotica nel suo sound.
Santi Francesi, L’amore in bocca. I due puntano sull’atmosfera con il loro brano in gara. C’è sensualità, eleganza. Conquistano al primo ascolto? Forse no, ma intrigano con “L’amore in bocca”. E non è cosa da poco.
Rose Villain, Click Boom! Rose Villain ha costruito un pezzo che racchiude tutto: c’è la ballad, la parte midtempo, fino ad esplodere e diventare improvvisamente ballabile. Click Boom! Incuriosisce e non lesina nemmeno nella difficoltà del pezzo, tra continui cambi di registro e una vocalità che deve sapersi dosare e donare quando necessario. Possibile tormentone in arrivo…
Negramaro, Ricominciamo tutto. Ricominciamo tutto è il brano che segna il ritorno dei Negramaro a Sanremo. E lo fanno al massimo, tra citazioni di “bionde trecce”, Battisti nel testo, con la voce di Giuliano Sangiorgi vero e proprio strumento perfetto per rappresentare il sapore malinconico e, allo stesso tempo, trascinante. Interpretata in maniera viscerale e intensa, giocano una carta potente. C’è anche un efficace contro alla rovescia in inglese, da lancio nello spazio, che si amalgama in maniera coerente al pathos percepito.
BigMama, La rabbia non ti basta: si parla di bullismo, emarginazione nel brano “La rabbia non ti basta”. Lo dice lei stessa, cantando, che è più facile distruggere i più fragili, colpire e affondare chi è solo. Un pezzo interpretato con convinzione per chi ne vuole fare un simbolo manifesto per un messaggio ben importante…
Francesco Renga e Nek, Pazzo di te. I due cantanti si presentano a Sanremo 2024 con un brano che è nel loro perfetto stile che li ha resi celebri. Nek è Nek, Renga è Renga, in un pezzo che il loro pubblico amerà e che vede Francesco aprire nel ritornello – seguito da Filippo Neviani – per poi cantare alcuni passaggi insieme. Pazzo di te potrebbe diventare il loro pezzo “simbolo” come duo ormai consolidato.
Ghali, Casa mia: parte subito al massimo con l’opening della sua canzone e ha le carte in regola per essere una potenziale hit. Con apparente leggerezza affronta temi legati al sentirsi parte di un luogo, di un mondo. Casa mia ha una confezione curata per un tema più che mai attuale
Irama, Tu no. Quando Irama arriva a Sanremo è perché ha qualcosa di valido e potente da presentare. Così è stato in passato, così sarà anche nell’edizione 2024. “Tu no” inizia con un canto disperato, per un pezzo accompagnato al pianoforte e una ballad che fa dell’emozione la chiave principale. Irama si sfoga, esplode letteralmente con la voce, non si risparmia mai tra parte orchestrale che crea cornice e pathos e un canto che si alza sempre più in alto. Potente, molto, molto potente.
Angelina Mango, La noia. Era tra le più attese e quotate in questa edizione di Sanremo 2024 ed Angelina Mango è stata confermata tra i 30 Big. Si presenta con “La noia”, brano che vede tra gli autori Madame. Il risultato? Un pezzo vivace, colorato e che esprime l’assoluta e piena personalità della sua autrice. Infatti, potrebbe essere descritto come una versione 2.0 di Che t’o dico a fa’ … in salsa Madame.
Geolier, I p’ me, tu p’ te: il cantante fa il suo esordio in gara con I p’ me, tu p’ te e compirà la sua missione: entusiasmare i più giovani che lo hanno portato ai vertici della classifica Fimi. Potrebbe essere la versione 2024 del percorso fatto da Lazza con “Cenere”. Il suo pezzo, sicuramente, è meno di impatto immediato ma risuona frenetico, ritmato. Tutto il brano è in napoletano.
Maninni, Spettacolare: Spettacolare di Maninni è un brano da sapore nostalgico e romantico (l’estate lontana, i ricordi…). “Abbracciami che è normale, stringersi forte è spettacolare” canta, per un ritornello che non passerà inosservato e lo farà conoscere, meritatamente, ad un pubblico più ampio.
La Sad, Autodistruttivo: i La Sad avevano attirato critiche e polemiche a pochi giorni dall’annuncio della loro partecipazione. Il loro brano, Autodistruttivo, è la storia di una vita sofferta, una canzone cantata e suonata a 360 gradi e dichiara, apertamente, “Il mio destino è autodistruttivo”. Non è una canzone “scandalo”, anzi, è una quota tra i brani di riflessione e analisi di questa edizione di Sanremo.
Gazzelle, Tutto qui. Il cantuatore porta se stesso sul palco con “Tutto qui”. Accompagnato dal pianoforte, trasmette l’immagine di una canzone da intonare in concerto, accendino alla mano, piegando la testa da un lato e dall’altro (“Vorrei guardare il passato con te, addosso al muro col proiettore”).
Annalisa, Sinceramente. Ed ecco Annalisa, a gran voce attesa sul palco di Sanremo 2024. Aveva ammesso che si sarebbe presentata se avesse trovato un pezzo abbastanza forte. Sinceramente… non delude. Fedele al sound anni ‘80 delle sue ultime uscite, gioca con la voce in un pezzo che NON è una ballad ma diventa, invece, facilmente ballabile. Il testo provoca (“Sinceramente quando piango, anche se a volte mi nascondo, non mi sogno di tagliarmi le vene”), lei si cuce addosso un pezzo che diventa un vestito col quale divertirsi e far divertire chi ascolta. Ma, in più occasioni, ricorda anche quanto sappia cantare e modulare la sua voce.
Alfa, Vai!. Il giovane cantante debutta a Sanremo 2024 con Vai! Dal primo ascolto, la canzone è solare, dal sentore quasi country pop, accompagnato da un fischio/fischietto che convince e diverte. Un pezzo ottimista, piacevole. Potrebbe avere lo stesso destino di “Bellissimissima”…
Il Volo, Capolavoro. Il trio ritorna a Sanremo 2024 con un pezzo coerente con il loro percorso, le voci ben equilibrate e distribuite per un potenziale ‘classicone’ del loro repertorio. Apre Gianluca Ginoble fino alla fusione delle tre voci nel ritornello, ad esprimere quanto lei sia un capolavoro…
Dargen D’Amico, Onda alta. Dargen aveva parlato del Covid con la hit “Dove si balla”, nascondendo il messaggio importante in un pezzo dalla struttura da tormentone assicurato. Con “Onda alta” ripropone gli stessi ingredienti che lo hanno portato al successo. Si parla di sbarchi, emigrazione in un’atmosfera ritmata e assolutamente ballabile. Un “Dove si balla” capitolo 2? In parte sì ma non banale e nemmeno fotocopia.
Il Tre, Fragili, la canzone de Il Tre, è un pezzo che prende quota col passare dei minuti (inclusi violini). Chiede scusa per aver fatto del male, una riflessione intima e personale, dal sapore ballad/midtempo.
MrRain, Due altalene. Quest’anno non avrà il coro di bambini che lo hanno accompagnato in Supereroi nel 2023 ma il pezzo “Due altalene” non si allontana troppo dalla atmosfere della precedente hit. Chitarra, orchestra e un pezzo che ha quasi il sapore di una traccia cinematografica.
Ricchi e Poveri, Ma non tutta la vita. Lo dicono chiaro e tondo: “Va bene, ti aspetto, Ma non tutta la vita”. Il brano è fresco, divertente e molto orecchiabile. La produzione è moderna, leggera e potrà divertire sia i fan (vista la coerenza con il loro stile) che un pubblico più giovane. Ha potenziale, può piacere e il ritornello resta immediatamente in testa.