Sanremo 2023, polemiche per l’intervento di Zelensky. Salvini: “Il Festival resti riservato alle canzoni”
Tra le prime polemiche (ora anche politica) del Pre Sanremo 2023: l’intervento di Volodymyr Zelensky alla serata finale del Festival.
La presenza di Volodymyr Zelensky al Festival di Sanremo 2023 scatena quella che possiamo definire una delle reali prime polemiche incandescenti alla vigilia della kermesse. Secondo quanto riferisce l’agenzia stampa AdnKronos, il Presidente Ucraino interverrà tramite un videomessaggio trasmesso nell’ultima serata del Festival, sabato 11 febbraio, “prima dello spareggio finale tra i primi cinque classificati per la vittoria del Festival” e dunque molto probabilmente a notte fonda.
La vicenda è diventata terreno di una discussione piuttosto animata, non solo per l’opinione pubblica generale ma, specificatamente, anche per la politica e i dintorni.
Partiamo innanzitutto dalle parole di Bruno Vespa a Domenica IN. Circa 10 giorni fa è stato lui per primo a rivelare la possibilità di un intervento del Presidente Ucraino all’interno del Festival della Canzone Italiana. “Sapevo che Zelensky voleva venire a Sanremo, in collegamento ovviamente. Bene, ho parlato con Amadeus e gli ho potuto dire “caro presidente, ti aspettiamo nella puntata finale del festival” (il 17 gennaio lo ha intervistato in esclusiva per Porta a Porta).
Sanremo 2023, le critiche contro l’intervento video di Zelensky
Se in un primo momento le considerazioni sono rimaste in sordina, con il passare dei giorni il rumoreggiare delle critiche si è fatto sempre più forte.
In un’intervista concessa al Fatto Quotidiano, l’attore e musicista Moni Ovadia ha tuonato contro la presenza di Zelensky al festival poiché secondo lui la decisione dell’intervento del Presidente Ucraino al Festival faccia parte di una “mediatizzazione ossessiva della guerra”.
“Non si può spettacolarizzare la guerra. Tanto meno in un programma che ospita canzoni e che è visto in tutto il mondo. Il messaggio che mandiamo a Putin è che vogliamo schiacciarlo. E lui può essere molto cattivo, quindi non è conveniente. Inoltre si parla di sicurezza del popolo ucraino, ma la sicurezza vale per tutti? Allora vale anche per i russi. Invece ai russi si è insinuata la paura di avere la Nato alle chia**e“.
Anche da Mario Giordano martedì sera, durante l’appuntamento di Fuori dal Coro su Rete 4, è arrivata una sonora bocciatura:
“Lì, sul palco tra Gianni Morandi, Chiara Ferragni, i Cugini di Campagna e Amadeus, lui chiederà armi, armi, armi, cannoni, missili, carri armati. Una volta si diceva ‘mettete dei fiori nei vostri cannoni’, lui invece vuole mettere i cannoni nei fiori di Sanremo. Questa è una cosa che non sta né in cielo, né in terra. Giù le mani da Sanremo, Zelensky. La guerra è un’altra cosa”.
Il vignettista Vauro è sulla stessa lunghezza d’onda:
“Trovo che sia una scelta squallida. Zelensky è il leader di un paese in guerra, il mainstream italiano lo continua a dipingere come l’eroe in maglietta, sembra un personaggio di un fumetto. Questo invito diventa una propaganda bellica in un momento in cui c’è bisogno di parlare di diplomazia, di cessate il fuoco e di pace.”
Le dichiarazioni di Matteo Salvini
Oggi, giovedì 26 gennaio 2023, iniziano a parlare anche le istituzioni. E’ il caso del vicepremier e ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini che, a margine dell’inaugurazione di Homi alla Fiera di Milano a Rho, in risposta ad una domanda riguardante Zelensky a Sanremo 2023. Pur premettendo “Non giudico“, alla fine si lascia andare prendendo posizione:
“Se avrò tempo di guardare Rai 1 sarà per ascoltare canzoni, non per ascoltare altro. Avranno fatto le loro valutazioni, quello che spero è che la guerra finisca il prima possibile e poi che il palcoscenico della città dei fiori rimanga riservato alla musica è qualcosa che penso tutti si aspettano“.
Torna utile la riflessione messa nero su bianco su TvBlog da Massimo Falcioni qualche giorno fa su come, la drammaticità dell’attualità – in questo caso, della guerra in Ucraina -, sia piombata già in passato nei meandri di una trasmissione leggera come può essere del Festival di Sanremo. Ecco, dato il contesto leviamo qualsiasi dubbio: ci risiamo con entrambi i piedi.