Sanremo, l’edizione 2021 fu un miracolo televisivo. Che non merita paragoni
Sanremo è stato un successo, ma guai ad avanzare confronti e paragoni col 2021. L’anno scorso fu un miracolo televisivo, realizzato contro tutto e tutti
Usato e abbandonato. Trattato come una parentesi negativa, come un’edizione da lasciare nel cassetto. Poi però succede che il Sanremo di dodici mesi fa torni utile per mostrare i muscoli, per mettere in campo paragoni tanto impietosi, quanto assurdi.
Il Festival quest’anno è stato un successo. Chiaro, evidente, indiscutibile. Numeri entusiasmanti sul fronte dello share ma anche per quel che riguarda gli spettatori davanti al video. Tanti, tantissimi, nonostante le piattaforme e le mille distrazioni di questa epoca.
Motivo per cui non servirebbero accostamenti con un evento che evento non fu. Sanremo 2021 fu una corsa ad ostacoli, nel pieno della pandemia, nella desolazione più assoluta.
Non fu solo una questione di Ariston vuoto, che comunque come zavorra basterebbe per raccontare tutto un altro film, con quei silenzi spesso disarmanti coperti da applausi registrati.
Sanremo, lo sappiamo, è soprattutto contorno. Quel contorno che – tra strade piene, fan accalcati davanti al tappeto rosso (o verde), speciali ad ogni ora del giorno e della notte – riempie di positività un’intera settimana. Un posto dove tutto assume importanza, centralità, gravità. Lo stesso tutto che appena spenti i riflettori diventa nulla, uno starnuto rispetto al boato.
Sanremo 2021 fu questo. Un salto in lungo senza rincorsa, una bella auto priva di benzina. Insomma, un eccellente programma televisivo del tutto ordinario, nonostante un’ampia platea a disposizione favorita dal coprifuoco.
Al contempo, Sanremo 2021 ha rappresentato un miracolo televisivo. Per organizzazione, coraggio, tenacia, follia e mancata resa. Amadeus e la Rai portarono a casa quell’edizione nonostante in molti spingessero per lo stop, per il congelamento della manifestazione. Perché non era il caso, perché “che fai, pensi a cantare mentre la gente là fuori muore?”.
Fu l’anno zero. Allora che lo sia davvero. Se non si potevano attuare confronti con altri festival all’epoca, l’identico discorso deve valere oggi. Per una questione di coerenza e, soprattutto, di rispetto verso un Sanremo che nel 2021 ha regalato qualcosa di ben più importante di un picco d’ascolti: l’orgoglio.