Achille Lauro ha esordito nel ruolo di ospite musicale fisso a questa settantunesima edizione del Festival di Sanremo con un quadro, così come viene definito da Amadeus, sulle note di un suo nuovo brano Solo Noi.
La perfomance di Achille Lauro parte con una clip che introduce il brano, con evidente riferimento alla pandemia, che ha portato l’intero genere umano ad allontanarsi, a smettere di abbracciarsi. Quella che infatti l’artista ha deciso di portare sul palco dell’Ariston è una “lettera del mondo all’umanità“.
La canzone, come già detto, è il nuovo singolo di Achille Lauro uscito lo scorso 19 febbraio (di fatto quindi una promozione in piena regola, come fatto però d’altra parte lo scorso anno da Tiziano Ferro che ricopriva il medesimo ruolo): tolto il look – la cui ermeneutica deve essere ancora fornita – la reazione dei telespettatori non sarà stata sicuramente di stupore.
A coronare il momento è stato un monologo recitato da Achille Lauro, parte integrante anch’esso del quadro, il cui testo è stato condiviso subito, qualche minuto dopo l’esibizione, con un post Instagram:
Sono il Glam rock.
Sono un volto coperto dal trucco.
La lacrima che lo rovina.
Il velo di mistero sulla vita.
Sono la solitudine nascosta in un costume da palcoscenico.
Sessualmente tutto.
Genericamente niente.
Esagerazione, teatralità, disinibizione.
Lusso e decadenza.
Peccato e peccatore,
Grazia e benedizione.
Un brano che diventa nudità.
Sono gli artisti che si spogliano,
E lasciano che chiunque
Possa spiare nelle loro camere da letto e in tutte le stanze della psiche.
Esistere è essere.
Essere è diritto di ognuno.
Dio benedica chi è.
Un messaggio di apertura e inclusività ancora una volta lanciato da Achille Lauro sul palco dell’Ariston, dopo che lo scorso anno arrivò il bacio omosessuale con Boss Doms. Questo il quadro della prima sera, ora resta da capire cosa il cantante avrà pensato per le prossime serate del Festival.