Home Festival di Sanremo Sanremo 2020: “Rai pronta al dietrofront sul no a Rula Jebreal”

Sanremo 2020: “Rai pronta al dietrofront sul no a Rula Jebreal”

La Rai avrebbe fatto un passo indietro e avrebbe riaperto i contatti con Rula Jebreal. L’indiscrezione di Repubblica.

pubblicato 6 Gennaio 2020 aggiornato 30 Agosto 2020 09:00

Rula sì, anzi no, forse sì. Il quotidiano Repubblica nella giornata odierna parla di un clamoroso dietrofront che la Rai starebbe facendo nei confronti della giornalista Rula Jebreal. Dunque salirà sul palco del teatro Ariston? E’ presto per dirlo, ma: “Sarebbe in corso un ripensamento: alla vigilia dell’Epifania, a tarda sera, la reporter è stata contatta per riaprire il canale bruscamente interrotto il giorno prima, quando le avevano chiesto di rinunciare al Festival. Pretesa rispedita al mittente per iscritto“, scrive la giornalista Giovanna Vitale.

Rula Jebreal era stata contattata da Amadeus per partecipare al Festival di Sanremo per parlare di violenza contro le donne, ma in seguito alle polemiche (politiche e non) la Rai aveva deciso di fare un passo indietro. “E’ censura“, secondo tanti. “Evidentemente qualcuno si è spaventato che venisse offerta una ribalta a italiani nuovi, a persone diverse come me che appartengono a un’Italia inclusiva, tollerante, aperta al mondo, impegnata in missioni di dialogo e di pace. Sabato scorso mi hanno telefonato pregandomi di fare io il passo, di rinunciare spontaneamente. Mi sono rifiutata. Gli ho mandato un messaggio scritto: se volete censurarmi dovete essere voi ad assumervene la responsabilità“, ha dichiarato la Jebreal a Repubblica.

Sempre secondo quanto scrive la giornalista Giovanna Vitale, la decisione di “silurare” Rula Jebreal sarebbe stata presa alla direttrice di Rai 1 Teresa De Santis per “ragioni di opportunità”, anche se non ci sono conferme ufficiali in merito. “Esclusa perché “divisiva e possibile fonte di polemiche, di cui la manifestazione non ha certo bisogno”: questa la motivazione offerta per evitare il bis dello scorso anno, allorché l’uscita pro-migranti di Claudio Baglioni e la contestata vittoria di Mahmood sortirono l’effetto di politicizzare la kermesse canora“, si legge.

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