Sanremo 2019: Pagnoncelli fuori, scoppia il caso Noto Sondaggi
Per la seconda volta dal 2005 ad oggi non sarà la Ipsos a gestire classifiche e giurie. Il precedente del 2012 non lascia ben sperare
Dopo Beppe Vessicchio, il Festival perde un altro volto ‘storico’, quello di Nando Pagnoncelli. Per la seconda volta dal 2005 ad oggi, infatti, a gestire le classifiche e le giurie (giuria della stampa, giuria degli esperti – nella quale ci sarà Elena Sofia Ricci, come anticipato da Blogo – e la giuria demoscopica) per Sanremo 2019, al via il prossimo 5 febbraio, non sarà la Ipsos, la società del sondaggista che nel 2017 fu persino imitato all’Ariston da Crozza (foto in apertura di post).
Al suo posto ci sarà la Noto Sondaggi, società, come fa notare Michele Monina su Linkiesta, “nata poco più di un anno fa sulle ceneri della precedente IPR Marketing, stessi soci, Antonio Noto e Antonio Flamini“. IPR Marketing ha un precedente clamoroso legato al Festival. Nel 2012, quando alla conduzione della kermesse c’era Gianni Morandi, si verificarono alcuni fattacci. Lo ricorda il solito Monina: “le centraline della società andate in tilt, i giurati invitati a votare su carta con conseguente rivolta e gara momentaneamente annullata“.
la Noto Sondaggi risulta avere zero dipendenti e un capitale di partenza pari a 10.400 euro. Rivolgendosi ai vertici Rai, nelle persone dell’amministratore delegato Fabrizio Salini e del Presidente Marcello Foa, Monina chiede “se non fosse il caso, in un anno già gravato da ombre sull’organizzazione (il riferimento è alle polemiche per il presunto conflitto di interessi del direttore artistico Claudio Baglioni, Ndr), di indire una gara ad hoc, o quantomeno se non fosse il caso di mettere altre basi su cui muoversi per scegliere a chi affidare l’incarico“.