Sanremo 2018: perché non farlo condurre ad Amadeus o a Fabrizio Frizzi?
Festival di Sanremo 2018: Amadeus o Fabrizio Frizzi per il dopo Conti. Perché non provare?
Siamo onesti: chi ottiene la conduzione del Festival di Sanremo 2018 si prende una grossa gatta da pelare a causa degli eccellenti risultati del triennio di Carlo Conti, che non ha soltanto fatto registrare ascolti altissimi, ma ha anche rilanciato e rinfrescato la più importante manifestazione nazional popolare italiana e ha regalato al panorama musicale nuovi nomi, due su tutti Francesco Gabbani ed Ermal Meta. Inoltre: chi ha già condotto Festival di successo, qualora fosse interessato a tornare sul luogo del delitto, il Teatro Ariston di Sanremo, probabilmente vedrebbe Sanremo 2018 come una edizione di transizione e aspetterebbe la chiamata per il 2019, così da poter studiare con calma i correttivi adatti a replicare i risultati ottenuti dal triennio Conti, mettendoci la propria impronta.
I nomi che circolano sono sempre gli stessi: Paolo Bonolis (però è Mediaset, anche se Pier Silvio Berlusconi a Monte Carlo ha ricordato che l’azienda ha già lasciato andare a Sanremo Maria De Filippi… e se tanto mi dà tanto), Fabio Fazio (però si è appena trasferito su Rai1 e deve già pensare a Che tempo che fa e alla sua versione in seconda serata), i Fiorello (Rosario e Beppe, però, hanno altri progetti), Mika (però essere protagonista dell’ottimo Stasera casa Mika non è prova certa di poter reggere cinque serate consecutive di Festival e tutto ciò che ne consegue), Federico Russo (è il nuovo che avanza, ha già condotto l’anteprima Festival ed è già stato scoperto dai telespettatori di Rai1) e Pippo Baudo (nome che torna con la regolarità della stagione dei monsoni in India).
Il tempo passa. C’è bisogno di un nome prima che i tempi per organizzarlo diventino stretti, se non strettissimi. Perché, allora, senza nulla togliere a tutti gli altri professionisti della tv, non affidare il Festival di Sanremo 2018 a uno tra Amadeus e Fabrizio Frizzi? Se c’è da rischiare non ci sono conduttori più indicati di loro, entrambi sempre disponibili alle esigenze di Mamma Rai, entrambi amati dal pubblico di Rai1 (non dimentichiamoci che Carlo Conti stesso ha spesso sottolineato l’importanza di essere entrato per anni nelle case degli italiani all’ora di cena), entrambi stimati umanamente (cosa non da tutti) e professionalmente dagli addetti ai lavori, entrambi meritevoli di poter provare a dire la loro in una manifestazione così importante, dopo che da anni mantengono al sicuro il fortino dell’access prime della rete ammiraglia (con l’Eredità e Reazione a catena).
Con Amadeus, il cui problema semmai è il calendario fitto d’impegni (Reazione a catena, I soliti ignoti, Stasera tutto è possibile, L’anno che verrà), si potrebbe tentare un Festival più alternativo, più fresco e improntato sulla gara, contando magari come direttore artistico su Gianmarco Mazzi e come co-conduttrice su Lorella Cuccarini (che ieri a Reazione a catena di sera ha dimostrato di trovarsi a suo agio): entrambi fanno parte della stessa scuderia del conduttore Ravennate, la ArcobalenoTre (che, però, prima dovrebbe risolvere i dissapori con la Rai). Con Fabrizio Frizzi, che forse è più pronto oggi che nel lontano 1992 (quando finì a Baudo), di contro, si potrebbe avere un Festival più pacato e tradizionale rispetto a quello di Amadeus, probabilmente con più attenzione al racconto e per certi versi più vicino a quelli di Conti.
Chiariamoci: il Festival è in ottima forma. Chiunque dovesse avere l’onore di condurlo potrà contare sull’aumentata affezione del pubblico nei confronti di Sanremo, su una struttura molto capace (Claudio Fasulo & C. non hanno sbagliato un colpo nelle ultime tre edizioni) e la storica voglia degli italiani di parlare, bene o male, di qualcosa di diverso per qualche giorno. Però: prendersi la responsabilità ora di guidare la prossima edizione del Festival è come subentrare ad agosto ad un allenatore di calcio che ha vinto lo scudetto per tre anni di seguito e puntare nuovamente alla vittoria del campionato. Qualcuno ci è riuscito…