Sanremo 2017, Carlo Conti: “Polemiche per mio compenso? Attacco personale e gratuito”
“Comprendo il sentimento che parte da un disagio che c’è nella società ma bisognerebbe sapere i fatti”
Sul numero di Chi in edicola questa settimana, Carlo Conti interviene riguardo al tema del suo compenso per Sanremo 2017 (secondo La Stampa e Il Secolo XIX si aggira intorno ai 650 mila euro – la Rai ha precisato “che il compenso lordo dell’artista, uno dei volti di punta dell’azienda, non è legato al singolo evento ma inserito in un contratto di esclusiva che comprende la conduzione, la direzione artistica del Festival e di Radio Rai e la realizzazione – in qualità di autore e conduttore – di altre trasmissioni“).
Lo fa dopo aver ricevuto alcuni attacchi sui social dove qualcuno ha messo in relazione il suo cachet con i bisogni della popolazione più povera o disagiata (per esempio i terremotati):
Mi dispiace molto. Comprendo il sentimento che parte da un disagio che c’è nella società ma bisognerebbe sapere i fatti. Non perché un giornale fa un titolo e scrive una cifra allora è quella giusta e viene cavalcata in maniera populistica. Ci sono altri modi in cui ciascuno di noi fa qualcosa per chi vive un’emergenza, ed è bello se rimane privato. Se quello che devolvo in beneficenza lo devo rendere pubblico per farmi bello allora perderebbe di quella forza che parte da un comandamento: “Ama il prossimo tuo”. Se voglio fare qualcosa di importante per gli altri mi sento più ricco se non lo faccio sapere. Ho sempre pensato di dover restituire la grandissima fortuna che ho avuto nella vita e nel lavoro. Quello che mi dispiace è l’attacco personale, gratuito, senza sapere le cifre, senza sapere che negli ultimi due anni il Festival ha prodotto ricchezza per la Rai, senza sapere che molti programmi si ripagano con la pubblicità non attingendo minimamente al canone anzi portando utili importanti.
Conti, difeso nelle scorse ore da Fiorello, ha proseguito rivendicando l’aderenza dei suoi Festival alla realtà:
Chi ha visto i miei precedenti Sanremo sa che c’è stato tanto sociale, tante riflessioni che abbiamo lanciato, dalla musica di Ezio Bosso alla famiglia più numerosa d’Italia o al racconto di un detenuto. Anche quest’anno ci saranno tanti riferimenti al mondo reale, ci sarà uno spazio ancora più grande perchè sono successe tante cose e il festival deve avere questa vocazione non partitica ma politica e sociale.
Infine, su Maurizio Crozza, che curerà le copertine satiriche del Festival al via martedì prossimo:
Sono stato io a proporglielo e, le svelo un segreto, glielo avevo già chiesto l’anno scorso perché mi piaceva avere una confezione comica di quel tipo (che al Festival non c’è mai stata) e la copertina è il marchio di questo fuoriclasse.