Sanremo 2016, le pagelle di Tvblog
Le pagelle di canzoni, cantanti, conduttori e ospiti di Sanremo 2016.
La prima serata di Sanremo 2016 è andata: il Festival è cominciato senza particolari scossoni, con l’aria dei diritti civili che aleggiava come uno spettro sul palco dell’Ariston.
Un riassunto spiccio ve lo offriamo noi della redazione di Tvblog con le nostre pagelle, iniziando dalla prima serata di Sanremo e proseguendo poi con le prossime. Le trovate divise per redattore.
Arianna Galati
Carlo Conti: Il bravo conduttore anche quest’anno: il Festival è suo e lo ribadisce. Nessuna polemica, modo spiccio di comandare e tenere il palco, rapida capacità di esecuzione. Che sia l’erede diretto di Baudo è ormai ovvio. Voto 6
Madalina Ghenea: Prima serata portata a casa senza botti dalla bella attrice rumena, che sfoggia capacità linguistiche e triplice cambio d’abito. Ogni tanto legge un po’ il gobbo ma in generale ce la fa. Voto 6
Gabriel Garko: Il rischio-Arisa-2014 era dietro l’angolo ma noi su Gabriel un po’ ci abbiamo scommesso: tra pasticchette per il mal di pancia, occhiali da vista sfoggiati contro la miopia, sorrisi che sembrano paresi, un paio di papere e una dipendenza patologica dal gobbo, Gabriel alleggerisce miracolosamente l’atmosfera.Al Dopofestival mostra che, se lasciato a briglia sciolta, sa fare molto di più.Voto 7
Virginia Raffaele: Nei panni di Sabrina Ferilli, Virginia Raffaele parte col freno a mano tirato. Qualche stoccata a Conti la tira, ma sono buchi nell’acqua. Si riprende nelle due sere successive, presentando una strepitosa Carla Fracci e una ancora più che grandiosa Donatella Versace. Voto 6,5, portato a 9
Maitre Gims: Il cantante che viene chiamato perché è alto in classifica di vendita. Gli consegnano anche l’album di platino per la sua canzone. Voto 5
Elton John: Emozione voce e piano. Scevro di glitter, affaticato, dalla voce resa roca, Elton John zittisce tutti con l’esecuzione di Your Song. Niente bandiera dei diritti civili, si parla solo di beneficenza. Ma ci interessa la musica e lui la sa fare. Voto 9
Laura Pausini: Laura è Sanremo e viceversa. La quintessenza della canzone italiana è Laura Pausini da Solarolo: magnificarla sul palco dell’Ariston è automatico e lei si sente a casa. Che le diano la co-conduzione il prossimo anno, visto che debutta anche in tv? Voto 9
Eros Ramazzotti Vale lo stesso discorso della Pausini: fa cadere l’Ariston con il suo medley, sfoggia nastrini arcobaleno e bacia la moglie in prima fila. Voto 8
Ezio Bosso
Emozione potente. Lezione di vita vera. Voto 10.
Pooh Gli ospiti della terza serata fanno la reunion sul palco con Riccardo Fogli. Cosa vuoi dire a Roby Facchinetti che ulula il ritornello di Uomini soli, e cosa puoi dire all’orchestra che sventola gli archetti in aria su Piccola Katy? Niente. Voto: non valutabili
Aldo, Giovanni e Giacomo: Non me la sento di dare un voto al riciclo dei loro sketch. Voto sv
Marta e Gianluca: Brevi apparizione nella parte della coppia di sposini. Ci fossero stati o meno, non sarebbe cambiata molto. Sketch poco ficcanti. Voto np
Nino Frassica La sua comicità stralunata che volge in poesia è perfetta per l’Ariston. Riesce a far ridere e piangere. Grande momento, il suo. Voto 8
Il corridore centenario: Bell’esempio di forza, pazienza se rallenta il ritmo televisivo. Voto 5
Stadio: La loro canzone è intensa nel testo, peccato Curreri un bel po’ senza voce. Guadagnerà con le esibizioni. Voto 7
Enrico Ruggeri: Mi è piaciuto l’arrangiamento e il testo non scontato. Bravo Enrico, bravo. Voto 8
Lorenzo Fragola: Banale e sanremese. Un brano senza anima. Voto 5
Rocco Hunt: Altra preferita di questo festival: la musica di Wake Up è travolgente e potentissima, un richiamo a Pino Daniele. Voto 8
Arisa: Ari’, “La Notte” era tutta un’altra cosa, come “Controvento”. E quel look dimentichiamocelo presto, su. Voto 5
Deborah Iurato e Giovanni Caccamo: La coppia di vecchi del Festival. Ogni anno ce ne è una. Brano inutile. Voto 3
Irene Fornaciari: Il verso più brutto che fa rima con Gesù. Ciao Irene, sei a rischio e in caso non ci mancherai. Voto 4
Noemi: Mi auguro che riesca a presentarcela meglio. La grande favorita rischia l’eliminazione: il testo è bello ma la musica non mi convince. Voto 5
Bluvertigo: In questa prima serata non brillano per carica. Morgan ha finito la voce completamente. Peccato perché il pezzo è un classico bluvertighiano. Voto 6,5
Dear Jack: Rischiano l’eliminazione, stranamente. Il pezzo è radiofonico ma la mancanza di Bernabei li penalizza in termini di televoto. Voto 5
Dolcenera
Dolcenera ha imparato a urlare meno. Il pezzo è bello, un soul blues elegante dal crescendo irresistibile. Arischio eliminazione, ma perché? Voto 7
Clementino
Speravo in grandi cose da parte sua. Mi ha delusa profondamente. Un pezzo brutto e basta. Voto 4
Patty Pravo
Patty è un’interprete magnetica e il pezzo è scritto proprio addosso a lei. Dà una pista a tutti. Voto: 8
Valerio Scanu
Canzone anonima. Ci dispiace, Valerio. Voto 4
Francesca Michielin
Io voglio bene a Francesca Michielin per le sue spiccate onestà e genuinità. Questo pezzo non mi convince. Voto 5
Alessio Bernabei
Praticamente ricopia “One last time” di Ariana Grande e si atteggia a Nek-Sanremo-2015. Voto 4
Elio e le storie tese
Un gioiello in rosa. Sette ritornelli. Sette momenti di pura genialità. Voto 10
Neffa
Neffa ha trovato negli anni sessanta il suo decennio d’elezione. Voto 7
Annalisa
Si è liberata di Kekko, dio grazie. Il pezzo le sta bene, ma è come se le mancasse sempre l’ultimo soldo per fare conto pari. Voto 6
Zero assoluto
A rischio eliminazione, giustamente, perché la canzone è veramente inutile e banale. Voto 4.
Daniela Bellu
Carlo Conti: nulla di nuovo sotto il cielo di Sanremo. Carlo Conti è sempre una garanzia: fa il suo lavoro e porta a casa i risultati, ma non si sbilancia mai. Nella prima serata si sono colti alcuni attimi di imbarazzo, tra le battute della Raffaele e le dichiarazioni di Elton John: paura di uscire dalla pista? Voto 6
Madalina Ghenea: eleganza e portamento sono i suoi punti di forza, e non potrebbe essere diversamente visto che è una modella. Ma per essere una co-conduttrice ci vuole ben altro. Voto 5
Gabriel Garko: mani in tasca, incartamenti, smorfie e lettura continua e imbarazzante del gobbo. Manca per un soffio la sufficienza, ma solo perché gli si vuole dare un’altra chance con le prossime puntate. Voto 5
Virginia Raffaele: poteva dare di più, ma la colpa non è sua. È stata relegata all’imitazione e al ruolo della Ferilli, mentre avrebbe potuto essere una degna co-conduttrice di Conti. Speriamo nelle prossime puntate. Voto 7
Maitre Gims: poteva mancare a Sanremo l’ospite acchiappa-giovani, quello che vende i dischi, il personaggio del momento? Ovviamente no. Toccata e fuga. Voto 6
Elton John: i dieci minuti migliori del Festival: brividi ad ogni nota, una voce che conquista e che riporta indietro nel tempo. Delicato quando accenna alla sua paternità e commovente quando parla di beneficenza. Voto 10
Laura Pausini: “Il Festival lo vince lei”, dice, scherzando, mio marito durante la sua esibizione sul palco dell’Ariston. E non ha tutti i torti, perché – piaccia o no – le sue canzoni le cantano quasi tutti mentre lei si esibisce. Sanremo è la sua casa, e da lì che hanno preso il volo tutti i suoi sogni, e questo si percepisce mentre è in scena. Voto 9
Aldo, Giovanni e Giacomo: l’unica nota positiva? Il fatto che abbiano devoluto il cachet in beneficenza, visto che con gli sketch riciclati non si sono meritati nemmeno un centesimo. Se volevano far ridere non ci sono riusciti. Voto 4
Marta e Gianluca: chi? Voto np
Il corridore centenario: una partenza rallentata del Festival. Ma la colpa non è sua, è di chi ha deciso di mettere a inizio Festival questo blocco. Raggiunge la sufficienza per la simpatia. Voto 6
Stadio: la mia canzone preferita per questo Festival. Testo ricco di significato, bella musica, peccato per qualche sbavatura nella voce di Curreri. Voto 8
Enrico Ruggeri: altro bel pezzo: ritmo, energia, bella voce di Ruggeri. Voto 8
Lorenzo Fragola: classica canzone sanremese, ma non all’altezza di “Siamo uguali” dell’anno scorso. Voto 5
Rocco Hunt: ritmo, energia, potenza del testo. Da riascoltare. Voto 7
Arisa: la bella voce di Arisa non basta – da sola – per far decollare questo brano. Ma confido nel riascolto. Voto 6
Deborah Iurato e Giovanni Caccamo: un classico duetto sanremese senza infamia e senza lode. Voto 5
Irene Fornaciari: ritenta, sarai più fortunata. Magari con un brano meno anonimo. Voto 5
Noemi: brano intenso che ha però bisogno di un secondo ascolto per essere convincente. Voto sulla fiducia 7 In finale Noemi si merita di più: aveva ragione quando al DopoFestival diceva che il suo brano arriva piano piano, ma quando arriva esplode. Voto 9
Bluvertigo: non ho ancora capito se la colpa è della mancanza di voce di Morgan o di un problema di audio sul palco, ma non riuscivo a capirne le parole. Peccato. Voto 4
Dear Jack: una ballata sanremese che si confonde tra le altre. L’emozione, poi, deve aver giocato un brutto scherzo al cantante, almeno all’inizio dell’esibizione. Voto 5
Annalisa: il pezzo non mi convince del tutto, forse perché non arriva immediatamente al primo ascolto. Lei è sempre perfetta, sia vocalmente quanto a interpretazione. E fino ad ora è sicuramente la più elegante del Festival. Voto 7
Zero Assoluto: classica canzone sanremese, un po’ banale, di certo non il loro pezzo migliore. Voto 5
Francesca Michielin: sempre precisa ed elegante lei, ma con un classico pezzo sanremese poco convincente. Voto 6
Elio e le storie tese: di loro si può dire solo bene. Sono la nota di colore del Festival, per fortuna che ci sono e movimentano la kermesse! Voto 8
Patty Pravo: è da ammirare anche solo per il fatto di aver scelto la gara e non il ruolo da superospite (che si sarebbe comunque meritata). Ma a parte questo, la sua classe e la sua eleganza su quel palco non hanno uguali. Voto 10
Alessio Bernabei: lasciare i Dear Jack è stato un errore e la sua partecipazione sanremese non fa che confermarlo. Brano ammiccante, ma non mi convince. Voto 5
Neffa: ritmo folk che si fa ricordare. Brano azzeccato. Voto 7
Valerio Scanu: Un bel testo, ma il brano non è forse adatto alla vocalità di Valerio. Scanu, però, si impegna e tira fuori tutte le sue qualità vocali nell’esecuzione del brano. Voto 6
Dolcenera: bel pezzo soul che le calza a pennello. Dolcenera è cresciuta ed è cresciuta bene. Voto 8
Clementino: una sola domanda: perché? Voto 4
Elisa: una grande artista che mette cuore e anima in ogni sua esibizione. La sua emozione sul palco era palpabile, si è colta in qualche sbavatura, ma lei non ha nascosto di essere ‘in subbuglio’ per essere di nuovo sul palco che nel 2001 l’ha vista vittoriosa. E ha fatto emozionare anche noi. Voto 10
Fabio Morasca
Carlo Conti: il suo tipo di conduzione cerchiobottista e democristiano sta stancando. Certo, se il conduttore toscano nutre il desiderio di tenersi alla larga dalle polemiche, è giusto che lo faccia ma non sottolineare l’utilizzo dei nastri arcobaleno da parte di alcuni cantanti o non fare una domanda ad Elton John sulla sua vita privata (che lui stesso ha tirato fuori spontaneamente) significa fregarsene bellamente di ciò che sta succedendo sul palco del quale sei il padrone di casa. Se si togliesse il salame dagli occhi, sarebbe un bel passo avanti. Voto: 3,5
Madalina Ghenea: è la classica primadonna e alle primedonne, storicamente, non viene chiesto chissà che cosa. L’attrice e modella rumena fa sfoggio di abiti prestigiosi tramite il proprio corpo mozzafiato e fa il minimo indispensabile per presentare i cantanti in modo decente. Va bene così. Voto: 7
Gabriel Garko: la padronanza del palco è innegabile ma il suo humour poco spontaneo e troppo ammiccante non lo aiuta. E’ un po’ impacciato come conduttore ma è un limite perdonabile. Può sciogliersi tranquillamente serata dopo serata. Voto: 6
Virginia Raffaele: è la perfezione. Bella, brava, non ha timori di referenzialità nei confronti del Teatro Ariston e ciò l’aiuta a non farsi aggredire dall’emozione, calca il palco con preparazione e con testi soddisfacenti. La comica romana rende l’arte un po’ annacquata dell’imitazione al passo con i tempi e potrebbe dare molto anche senza imitare gli altri. Voto: 9
Maitre Gims: ospitata quasi inevitabile considerato che è uno degli artisti del momento in Italia. Esibizione, ritiro del Disco di Platino e adieu. Voto: 5
Elton John: spacciare un artista del suo calibro come spot vivente per l’utero in affitto e nulla più è offensivo e tipico della nostra svilente classe politica. L’artista inglese, parlando spontaneamente della sua vita privata, ha parlato anche di “approccio cristiano” nell’aiutare gli altri, dando una lezione, forse involontariamente, agli stolti che usano fermarsi solo alla superficie senza indagare un po’ di più. Nelle sue esibizioni voce e pianoforte, infine, come sempre impeccabile. Voto: 8,5
Laura Pausini: è la diva della musica italiana pop per eccellenza, la celebrazione è giusta e meritata. Anche in questo caso, però, la retorica urlata e la finta umiltà dovrebbero avere un limite perché il retrogusto di plastica che ti rimane è fastidioso. Voto: 4,5
Aldo, Giovanni e Giacomo: gli anni passano e non possiamo certo farne loro una colpa. Proprio perché i componenti del trio comico milanese si stanno avviando verso i 60 anni, sarebbe stato interessante vederli all’opera con uno sketch inedito e più adatto alla loro età. Ripescare uno sketch del 1999 (17 anni fa), inserendo citazioni sanremesi a casaccio tanto per far vedere che ci hai lavorato un po’ sopra, ha denotato svogliatezza e pressappochismo. Non un bel modo per festeggiare un quarto di secolo sulle scene. Voto: 3,5
Marta e Gianluca: il loro sketch sullo speed date è simpatico ma riproporlo per l’ennesima volta sarebbe stato furbo e ripetitivo. Il duo comico, quindi, ha puntato su uno sketch meno conosciuto che si è rivelato, però, meno pungente. Certo, lasciare il segno in pochi minuti è difficile però, poco dopo, Rocco Tanica ci è riuscito alla perfezione. Un’attenzione maggiore ai testi non avrebbe guastato. Voto: 4,5
Il corridore centenario: un ospite simpatico. Lunga vita. Voto: 6
Stadio: Gaetano Curreri, non in perfetta forma da un punto di vista vocale, e la sua band hanno proposto un brano forte emotivamente, adatto esplicitamente ad un pubblico adulto visto il tema della paternità. Gli Stadio non hanno ammiccato ad un pubblico più giovane, optando per la scelta giusta. Sono risultati coerenti e sinceri. Voto 6,5
Enrico Ruggeri: è la sorpresa della prima serata proprio perché, da un artista “vecchio”, ti aspetti le solite cose. Ruggeri, invece, si è messo in gioco e la sua canzone è intelligentemente orecchiabile. Voto 7
Lorenzo Fragola: La sua canzone è un passo indietro, qualitativamente, da Siamo uguali dell’anno scorso. Fragola, quest’anno, sta giocando a fare il nuovo Mengoni con la sua personalissima L’essenziale. Rischia una crisi d’identità ma può puntare al podio. Voto: 4,5
Rocco Hunt: non c’è nulla di peggio del populismo giovanile. I danni dei social network riassunti in una canzone. Si salva solo il sound e la melodia che, oggettivamente, la rendono la canzone maggiormente memorizzabile subito dopo il primo ascolto. Rischia di vincere ma il contenuto è pari a zero. Voto 4
Arisa: la nuova canzone sanremese di Arisa è un brano che, al primo ascolto, non colpisce. Rimane la performance vocale, come sempre, priva di sbavature. Voto: 5
Deborah Iurato e Giovanni Caccamo: è un duetto artefatto e costruito a tavolino dai discografici. O almeno, la sensazione resta questa. Da questo punto di vista, ritornano in mente Stragà e Anna Tatangelo. La loro canzone non è memorabile e non esalta le doti vocali né dell’uno, né dell’altro. Mossa sbagliata. Voto: 4
Irene Fornaciari: senza cattiveria ma dopo 4 Sanremo, forse, è inutile insistere. Nonostante l’endorsement di Carlo Conti e il tema sensibile, la figlia di Zucchero non incide. Per il futuro, continuare con una carriera indipendente e di basso profilo, rinunciando definitivamente alla scorciatoia sanremese, può soltanto portarle giovamento. Voto 3
Noemi: la cantante romana ha presentato un brano di forte impatto ma che, allo stesso tempo, necessità di più di un ascolto per essere metabolizzato. Una canzone che si sposa perfettamente con le doti vocali e la voce graffiante di Noemi. E’ il suo brano più qualitativamente alto e meno furbo mai presentato a Sanremo. Voto: 7,5
Bluvertigo: la band capitanata di Morgan ha perso il mordente degli anni ’90 e dei primi anni 2000. I Bluvertigo hanno sacrificato i loro anni migliori sull’altare dei capricci televisivi di Morgan. Che peccato… La loro canzone non riaccede minimamente gli ardori di chi li ha apprezzati più di 10 anni or sono. E la cosa ti dispiace anche. Voto 3,5
Dear Jack: senza essere perfidi ma forse i nuovi Dear Jack hanno sbagliato nella scelta del front-man. Il loro brano è un pezzo pop-rock leggero ma onesto che Leiner Riflessi, però, non valorizza come dovrebbe. Gli alibi ci sono: la giovane età, l’emozione… Ma quando i musicisti superano il front-man in personalità c’è qualcosa che non va. Voto: 4
Lord Lucas
Carlo Conti: Perbenista e sordo sino al midollo, va dritto per la sua strada senza valorizzare nessuno che non sia la scaletta. Il suo ritorno al Festival è all’insegna della tradizione più reazionaria e retrograda. Voto 4
Madalina Ghenea: tanto inespressiva quanto deludente sull’aspetto della presenza scenica. La sua partecipazione a Sanremo è la negazione del riscatto della valletta straniera. Voto 3.
Virginia Raffaele: è bella, balla ma non decolla. Dalla comica ci si aspettava qualcosa in più. E’ decisamente programmata per scongiurare ogni polemica. Nella mediocrità generale Mina. Voto 7.
Gabriel Garko: è riuscito a far rimpiangere i personaggi delle sue fiction. Sgraziato, impappinato, senz’anima. Voto 2.
Maitre Gims: ti fa perdere la voglia che avevi di scoprire chi fosse. Snob e scazzato come pochi. Voto 5.
Elton John: tanto rumore per un medley e uno scivolone mancato, nel senso che stava cadendo sul serio. Conti è riuscito ad appiattire l’uomo sincero che è. Un’occasione sprecata. Voto 7
Laura Pausini: è la meraviglia di essere autocelebrativi fino alla nausea. La regina della canzone italiana ha perso per strada quella stessa umiltà che ostenta. Solo al DopoFestival, forse, avrebbe avuto più senso confermarla al posto di Savino. Voto 6.
Eros Ramazzotti: prevedibile, come da vent’anni a questa parte. Sia nel medley che nelle dichiarazioni. I saluti a casa poteva risparmiarseli. Voto 5.
Nicole Kidman: strega tutti, ma le domande banalissime di Conti ne offuscano l’aura. Anche se sino all’anno scorso era ad Agon Channel si fa perdonare l’onta, soprattutto per i chili di botox che ha lasciato a casa. Voto 8.
Aldo, Giovanni e Giacomo: diventati la pallida copia di se stessi, hanno portato a Sanremo il loro passato lasciando perdere ogni speranza che possano ancora avere un futuro. Voto 2.
Marta e Gianluca: la battuta su Emma e Arisa che fanno rivalutare le vallette straniere ha vinto tutto. La sufficienza, si intende. Voto 6.
Il corridore centenario: tanto cuore, poco ritmo. Sarebbe stato meglio posticiparlo in seconda serata. Voto 5.
Ezio Bosso. Verità. Voto N.C.
Nino Frassica: il più grande nel denunciare la Vergogna di Garko e anche in versione agrodolce. Voto 10.
Antonino Cannavacciuolo: quel palco lì non lo intimidisce neanche un po’. Fa sentire finalmente la Ghenea desiderata sul palco. Voto 9.
Ellie Goulding: un’esibizione fuori tempo massimo e col rischio tristezza dietro l’angolo. Voto 5.
Lorenzo Fragola: Elegantissimo, ma ritornato a Sanremo con un pezzo che ne sacrifica il timbro e le potenzialità di crescita. Voto 5.
Noemi: Sottotono, con un brano mestruocentrico ma senza respiro emozionale. Voto 5.
Dear Jack: senza Alessio Bernabei dal vivo ti vien voglia di ascoltarli solo in radio. Canzone fortissima ma interpretazione steccata. Voto 5.
Deborah Iurato e Giovanni Caccamo. Tanto impresentabile e grezza lei, quanto impresentabili entrambi come coppia. Un rilancio in due al posto di uno? Voto 4.
Stadio: canzone intensa e profonda, anche se Currari era provatissimo vocalmente. Voto 8.
Enrico Ruggeri: Tosto come sempre, ma difficilmente memorabile. Che torni a Sanremo o in un talent, il suo successo discografico è un Mistero. Voto 5.
Irene Fornaciari: il mondo non piange più, è semplicemente rassegnato di fronte a cotanta inutilità. Si apprezza solo la sua eleganza. Voto 5.
Rocco Hunt: canzone tanto trascinante e apprezzabile per il testo, quanto cafona a livello artistico. Quando il rap varca ogni frontiera del trash. Voto 4.
Arisa: una grande delusione. Il pezzo è decisamente inferiore ai suoi precedenti successi sanremesi. Per non parlare del suo entusiasmo a livelli sottozero. Voto 4.
Bluvertigo: se non ci fosse stato Morgan a fare un po’ di casino sui giornali questo gruppo non sarebbe mai tornato a Sanremo. I risultati parlano da soli: sono pervenute solo le stecche. Voto 3.
Dolcenera: spiazzante la sua svolta soul. Finalmente ha appeso al chiodo lo stereotipo della rockettara e si è presentata in una nuova veste delicata e sedativa. Baccini apprezzerà ancora? Voto 8.
Clementino: una delle canzoni più brutte della storia del Festival. Mai più. Voto 1.
Patty Pravo: rifatta sì, ma con classe immutata. E’ tornata a stregare l’Ariston senza se e senza ma. Voto 8.
Valerio Scanu: anche se è riuscito a farci dimenticare che a scrivergli il testo è stato Fabrizio Moro, la sua canzone strappa l’anima. Un ritorno molto sentimentale. Voto 7.
Francesca Michielin: ha lasciato il rock a casa, purtroppo. Dalla nuova promessa delle radio ci si aspettava qualcosa di più incisivo. Voto 6.
Alessio Bernabei: ritorno banalotto e stare sul palco da solo gli toglie figaggine e credibilità. Sembra un Marco Carta qualsiasi. Voto 4.
Elio e le Storie Tese: vestiti in rosa pur di non farsi ignorare. In un modo o nell’altro lasciano sempre un’impronta autentica. La canzone è più cantata (ma meno di rottura) di quelle che ti aspetteresti da loro. Sono più intoccabili di Don Matteo. Voto 7.
Neffa: canzone più minimalista che più minimalista non si può. Praticamente inconsistente come la sua recente carriera (purtroppo). Solo Ozpetek può rilanciarlo ancora. Voto 6.
Annalisa: suggestiva e amletica come sempre, ma le sue canzoni non convincono mai a meno che non ci sia lo zampino dei Modà. Voto 6.
Zero Assoluto: un motivetto leggero, leggero, troppo leggero. Come loro, che non sono mai cresciuti e sarebbe anche ora. Voto 5.
Massimo Galanto
Carlo Conti: padrone di casa inappuntabile, esperienza e brillantezza al servizio dello show. Anche quest’anno mancano i guizzi in fase di scrittura, ma tant’è. Azzeccata la trovata del remix dei 65 vincitori di Sanremo in apertura. Certezza. Voto: 7
Gabriel Garko: delude le (mie) aspettative, trascorre la prima serata leggendo maldestramente il gobbo. Impacciato, a tratti imbarazzante. Bocciato. Voto: 5
Anche nella seconda serata non dà segni di vita e resta legato al gobbo. L’anello debole del cast fisso. Voto: 4
Virginia Raffaele: regala sorrisi proponendo il personaggio di Sabrina Ferilli testato in tv soltanto ad Amici dove il contesto aiutava. Audace. Voto: 7
Nella seconda fortunata serata con la parodia di Carla Fracci si supera. Strepitosa. Voto 9
Madalina Ghenea: bella presenza scenica, spigliata, ma evitabilissima. Voto: 6