Sanremo 2016: gran finale, domande e saluti
Diario dal Festival di Sanremo. La finalissima raccontata dalla sala stampa
Sanremo 2016 è finito. Il maxischermo che ha accompagnato le serate in sala stampa al roof dell’Ariston è finalmente andato a nero, spento. Siamo rimasti in pochi a scrivere: i banchi della scuola di giornalismo del Festival si stanno svuotando. Io ho la fortuna di non far parte di alcun “giro”. Così posso fare con calma qualche considerazione finale, prima di raggiungere il resto della squadra che lascia il Palafiori.
Emessi tutti i verdetti, restano tre incognite: la prima riguarda gli ascolti. Scopriremo domani com’è andata. La seconda riguarda i vincitori: Gli Stadio hanno comunicato di non aver ancora preso alcuna decisione a proposito dell’Eurovision Song Contest. Dunque, non si sa se saranno loro a rappresentare l’Italia o meno. Durante la conferenza stampa dei vincitori e dei cantanti sul podio è emersa una suggestiva ipotesi: che ci possa andare Francesca Michielin e che Gli stadio possano scriverle un pezzo. Ma è tutta una questione di chiacchiere, per il momento. Anche se Giancarlo Leone, su Twitter, dà già per certo che non saranno loro a partecipare.Gli Stadio non parteciperanno a #Eurovision e dunque domani comunicheremo la nostra decisione su chi rappresenterà l'Italia. #Sanremo2016
— Giancarlo Leone (@giankaleone) 14 Febbraio 2016
Secondo voi chi deve partecipare a #Eurovision #esc2016 ?
— Giancarlo Leone (@giankaleone) 14 Febbraio 2016
La terza riguarda i voti e la classifica. Sarà interessante, una volta che saranno resi disponibili i dati disaggregati, vedere come abbia pesato il televoto e come, invece, il voto delle due giurie (demoscopica e degli esperti) sull’esito finale. Di certo, parecchi campioni-da-televoto erano già rimasti scottati (a partire dai Dear Jack non ripescati per arrivare a Valerio Scanu), ma allo stesso modo è altamente probabile che almeno 2/3 del podio siano stati determinati fortemente dal pubblico a casa.
Il Festival Conti-bis è finito, insomma. Si va verso un probabilissimo Conti-Ter. Da queste parti abbiamo già detto più o meno tutto quel che c’era da dire e rischierei di ripetermi.
Scalette di ferro, cast transgenerazionale, televisione tradizionale quasi senza acuti, applicazione sistematica di tecniche di damage control. Shackerare il tutto ed ecco qual il Sanremo Conti-bis. Un successo per forza di cose, se fatto da chi sa fare queste quattro cose insieme.
Il prodotto Festival di Sanremo 2016 ha fatto il suo dovere alla perfezione. Questo significa che è una televisione che mi piace? No. Questo significa che bisogna riconoscere quando un prodotto funziona per il proprio target di riferimento (e, in questo caso, riesce anche a pescare in un target più alieno, quello dei giovani). Non riconoscerlo sarebbe segno di scarsa onestà intellettuale. In questo senso, vedendo il Festival di Sanremo per quel che è (un prodotto, appunto), è pstato fatto un ottimo lavoro.
La pecca più grande? La comicità (Virginia è un caso a parte). Il picco più emozionante? Ezio Bosso. La vera stella del cast? Virginia Raffaele. La delusione? Gabriel Garko (sì, ho perso la mia scommessa). La sorpresa? La vittoria degli Stadio: speravo vincessero, non credevo potessero farcela sul serio. Di sicuro non ci credevano neanche loro.
Dall’Ariston è tutto. Ancora qualche colpo di coda e potremo cominciare a parlare di Sanremo 2017, sperando di essere ancora qui a seguirlo insieme a voi. È una settimana alienante, intensa e, tutto sommato, divertente.
Sanremo 2016, appunti dalla sala stampa finale (*)
(*) anche questa sera, molto diradati. Per questioni tecniche.
23.55 – Rocco Hunt fa ballare tutti. Serio candidato alla vittoria finale.
23.23 – Renato Zero fa cantare tutta la sala stampa. Che dico cantare. Fa esplodere il delirio. Trenini, cori, standing e applausi. È il clima di fine della scuola. Poi parte il pistolotto sulla famiglia e io ammetto: non ho capito esattamente il senso.
Trenini in sala stampa #Sanremo2016 #telecantavanity #RenatoZero pic.twitter.com/Q2eTWIIy9M
— raffaella_serini (@assolutamente82) 13 Febbraio 2016
22.45 – Con una scaletta a prova di big match, Sanremo prova a tenere botta in termini di ascolti. Diciamolo: meglio, per non sacrificare la gara, non potevano fare, gli autori.
Talent in testa, ospiti a prender tempo, Clementino nell’intervallo, Cristina D’Avena nel secondo tempo, nero subito dopo il gol del vantaggio della Juventus.
Domani sarà davvero interessante vedere come sono andati gli ascolti e capire quanto i due target (Festival-calcio) si sono cannibalizzati e quanto, invece, la platea di telespettatori potenziali si è allargata.
Sanremo 2016: la finale e Juventus-Napoli
19.32 – Riemergo da un lungo pomeriggio a La vita in diretta, che ha “aperto” al mondo del web, con Grazia Sambruna un paio di giorni fa, poi il sottoscritto e Giuseppe Candela di Excite. Un lungo pomeriggio che è stato una specie di ripasso di tutto quel che abbiamo visto e scritto in queste lunghe giornate, in attesa della finale.
La cosa che mi piace segnalare è la freschezza di Francesco Gabbani, vincitore delle nuove proposte che si commuove dopo la vittoria e si commuove anche mentre si rivede commosso.
Il resto è un viaggio verso il finale di un Festival di Sanremo che deve rivedere la sua scaletta per allontanare quanto più possibile la gara da Juventus-Napoli. E infatti, oltre all’anteprima e all’apertura per Gabbani – che, ripeto, se lo merita proprio – succede che arriva anche Il volo in collegamento dagli States.
Sanremo 2016 – Ci siamo, siamo arrivati alla finale.
Abbiamo giocato, questa mattina, a fare il toto-scaletta anti Juve-Napoli. E pare proprio che ci abbiamo preso un bel po’ (talent + Clementino a fine primo tempo, Zero e Hunt dopo la partita e via dicendo). È stato un gioco divertente, per provare a calarci nei panni di una squadra che lavora anche (a tratti soprattutto) con tecniche di damage control da imparare.
Sanremo 2016: faticosa la quarta. Verdetti (quasi) impeccabili, Virginia show, Madalina rainbow
01.17 – È finita. La quarta serata, per ora la più lunga e anche la più faticosa da seguire. La gara dei giovani, l’intermezzo della povera Miele, chiamata a esibirsi a titolo di risarcimento, punti di scaletta che saltano come se niente fosse per la nostra sopravvivenza, già messa a dura prova.
Impeccabili i verdetti. Giusta la vittoria di Francesco Gabbani fra i giovani: fa ballare tutti con il suo Amen, il testo è interessante, l’arrangiamento pure e gli fruttano pure il premio della critica.
Sostanzialmente corretti anche i cinque a rischio eliminazione: Irene Fornaciar, Neffa, Dear Jack e Zero Assoluto. Grida vendetta, ma capisco di essere in minoranza a pensarlo, il fatto che nel quintetto ci siano anche i Bluvertigo.
Garko sparisce – ci pensa Tanica a doppiarlo con un clone-non-sosia nel consueto siparietto finale –, Madalina Ghenea regala una sorpresa. È la prima del cast – anche l’ultima? – a indossare in ben due uscite, anche in quella nude look, a indossare i nastri arcobaleno. C’è da augurarsi che sia stata una scelta di personalità.
Virginia Raffaele continua a esser mattatrice: fa Belen – che commenta su Instagram, pubblicando una foto in cui si intravede lo slip dell’imitatrice – e fa bene.
Momento più bello della serata? Gli EELST con il ritocchino («un piccolo refresh») e Elio che entra in scena preceduto da un sosia.
Per dire altro è davvero troppo tardi. Se ne parla domani.
Sanremo 2016: la quarta giornata
00.44 – Carrellata dei big. Reazioni in sala stampa. C’è chi canta Rocco Hunt. Chi batte le mani a Francesca Michielin, qualcuno che tiene il tempo per Bernabei e qualcuno che canta Scanu (che si becca anche un paio di “a quel paese”). Applausi anche per gli Stadio. Queste, più o meno, le preferenze espresse nel roof dell’Ariston. E, no, non sono tutte belle come ha appena detto Carlo Conti.
00.26 – Arrivano i nastrini rainbow anche in sala stampa. Per chi li vuole e pensa che siano un simbolo da indossare, ovviamente. Mica è un obbligo. E Virginia Rodriguez chiede a Carlo Conti un’intevista concordata. Colleghi giornalisti: riflettiamo. Questa è anche per noi.
00.11 – Mentre il racconto della puntata live prosegue sia su TvBlog sia su Soundsblog, ho finito una dissertazione sul concetto di embargo con un collega di Dagospia. Ecco qui com’è andata.
23.32 – Elisa torna sul palco dell’Ariston. L’esecuzione non è affatto impeccabile, lei è emozionatissima. Ma anche l’imperfezione e l’emozione possono in qualche modo fare la differenza.
23.14 – Qui in sala stampa si ride quando c’è Virginia Raffaele, che sa fare anche lo slapstick. Si applande quando Francesco Gabbani vince il premio della critica e poi Sanremo giovani 2016 (o se preferite Sanremo 2016 – Sezione nuove proposte). E si va avanti verso la fine di questa lunghissima giornata.
22.49 – Arriva Neffa, con una canzone, ahinoi, dimenticabilissima. Più o meno quanto quella di Bernabei, anche se senz’altro la sentiremo tanto in radio, c’è da scommetterci.
22.42 – Enrico Brignano fa il suo numero comico. Ecco, Virginia Raffaele a parte – ma non perché faccia sganasciare dal ridere. Perché è un’artista vera, a mio modo di vedere – il registro “comico” è proprio un grande problema di questo Festival.
22.11 – È il momento degli Elio e le storie tese che si presentano sul palco con un ritocchino da niente in viso («ci siamo dati una rinfrescata», dice Elio a fine esibizione).
22.09 – Tanti applausi dalla sala stampa Ariston per Francesca Michielin. Della quale – scusate se mi concentro anche su dettagli simili – faccio fatica a comprendere la gestualità nell’esecuzione.
21.59 – Caccamo-Iurato, per me inspiegabilmente favoriti secondo le quote dei bookmakers. Poi Ruggeri, con un pezzo sanremese dei suoi.
21.35 – Ancora nessuna reazione sui profili social di Belen (anche se fra i commenti della sua ultima condivisione su Facebook c’è un micro-cosmo scatenato, ovviamente). Nel frattempo, sono passati gli Zero Assoluto, Gabriel Garko è stato protagonista di una gag senza scala e ora tocca a Rocco Hunt (il cui videoclip è stato premiato come miglir videoclip fra quelli delle canzoni in gara all’Ariston con il Soundies Awards. Fra i giovani, analogo premio per Ermal Meta).
21.30 – Le indiscrezioni erano vere. Virginia Raffaele è Belen Rodriguez sul palco dell’Ariston. Prima sera un’eccellenza del mondo dello spettacolo, seconda un’eccellenza della danza, terza un’eccellenza della moda. Quarta un’eccellenza…
«di ‘sto palco!»
21.20 – Comincia la gara dei big, la semifinale. Tocca ad Annalisa aprire le danze.
21.11 – Miele si prende il suo risarcimento per il danno subito a causa dell’errore tecnico: ricordiamo ancora una volta che era risultata vincente contro Gabbani, ma il sistema di votazione della sala stampa Ariston si era inceppato e così è stato necessario procedere a una seconda votazione fra i giornalisti.
21.05 – Chiara Dello Iacovo ha un motivetto fresco e – chiedo perdono per l’uso della parola – da tormentone. Ermal Meta piace. A me non tanto.
Sanremo 2016 – Comincia la gara dei giovani. Non so come arrivi a casa, ma Mahmood è sembrato un vero strazio. Altro discorso per Gabbani che invece fa tenere il tempo a tutti. Potenziale vincitore? A me piacerebbe.
Sanremo 2016, la quarta giornata
17.48 – Finisce anche la conferenza stampa di Clementino. Il rapper ha parlato del suo rapporto con la recitazione e ha raccontato di un passato in cui ha studiato anche da attore e si è definito «un attorap».
Poi, commentando chi dice che il rap non stia bene sul palco di Sanremo, ha commentato semplicemente:
«Aro’ sta scritt’»
Infine, ovviamente, ha parlato di Juve-Napoli: come una seconda finale, per lui. Chissà se in scaletta Clementino e Hunt saranno messi dopo il big match (mica perché possano vedere la partita, figurarsi. Per ragioni di ascolti).
17.14 – È appena finita una splendida conferenza stampa dei Bluvertigo. Morgan ha annunciato che stasera a Casa Sanremo i Bluvertigo faranno una jam session omaggio a David Bowie e ha polemizzato a distanza con Elio che non ha detto al gruppo che avrebbero suonato i King Crimson al dopofestival.
#sanremo2016 @InArteMorgan «L'invidia e la competitività paralizzante non fanno parte dell'arte».
— Alberto Puliafito (@albertopi) 12 Febbraio 2016
Insieme a quella degli EELS è stata la conferenza stampa più interessante ed entrambe le band si sono citate reciprocamente.
L vedremo insieme a Casa Sanremo?
17.00 – L’appello di Miele per essere riammessa alla finale non è stato accolto.
13.34 – Si va avanti da venti minuti su una questione che, davvero, sembra di lana caprina. Poveri noi.
#sanremo2016 #ihaveadream giornalisti cani da guardia del potere a Palazzo Chigi come in sala stampa del Roof dell'Ariston!
— Alberto Puliafito (@albertopi) 12 Febbraio 2016
13.28 – Sull’affaire Miele-Gabbani, in sala stampa si disserta. Nella ripetizione del voto hanno votato 135 giornalisti (è stata la votazione più alta, non sorprende affatto).
13.15 – Leone spiega cos’è successo ieri. Oltre l’80% dei giornalisti aventi diritto al voto in sala stampa, a causa di un calo di tensione – plausibilissimo – non ha visto registrato il proprio voto (voto che avviene, lo ricordiamo, con una serie di telecomandi votatori che sono collegati wireless con una centralina).
Si è trattato di un evidente errore tecnico penalizzante. In media, in sala stampa votiamo in 125 (accreditati mediamente 144). Nel corso della sfida fra Miele e Gabbani il sistema aveva registrato solamente 25 voti.
«Questo numero così esiguo di voto, pur a fronte del tentativo dei giornalisti di votare, è stato considerato non sufficientemente rappresentativo della giuria della sala stampa. Quindi è stato fatto ripetere il voto durante un break pubblicitario»
La verifica fatta da IPSOS per i 25 che avevano già espresso i voti ha portato esattamente allo stesso comportamento di voto individuale «a riprova della totale correttezza e onestà intellettuale dei giurati della sala stampa».
Alle 15 valuteranno la richiesta di Miele di riammissione in finale. La decisione sarà ufficializzata entro le 17.
12.48 – Marco Molendini fa notare che ieri la vittoria degli Stadio è arrivata troppo tardi per la chiusura dei giornali cartacei e chiede: «Allora i vincitori finiranno soltanto sul web»? Domanda interessante. Probabilmente sì, a meno che i giornali cartacei non posticipino la chiusura, visto che si finirà all’1.30, sabato.
Non ci sarà, infatti, il consueto vincitore in anticipo per la sala stampa.
Era già stato eliminato l’anno scorso, lo ricorderete, dopo il famigerato tweet del Corriere dell’anno precedente. Niente embargo da violare, dunque, semplicemente perché neanche in sala stampa sapremo.
12.47 – Toti in un afflato di ecumenismo ammette che le opinioni possono trovare spazio sul palco dell’Ariston.
12.40 – Garko meglio in conferenza stampa che sul palco dell’Ariston, si definisce supervalletto.
12.20 – Toti riesce ad ammosciare tutto. «Ci sono stati tanti colori su questo palco, io ho questo simbolo per ricordare due ragazzi che non possono essere qui con noi».
#sanremo2016 Praticamente Toti ha fatto «E allora i marò?» in conferenza stampa. #truestory
— Alberto Puliafito (@albertopi) 12 Febbraio 2016
Gelo in sala stampa.
Sanremo 2016, 12 febbraio, 12.28: fino a questo momento, il Festival si porta a casa il risultato medio più alto degli ultimi 11 anni. Quindi, anche se – spiace per il Sindaco – piove di nuovo, il peggioramento è solo meteorologico.
L’unico fulmine – che però sarà gestito come al solito, con pacatezza, non c’è dubbio – viene dal contesto della gara dei giovani.
Ah, no. Arriva anche Toti.
Sanremo 2016 – Recensione terza serata: la serata teoricamente più interessante. Lunghissima, interminabile. Con un piccolo colpo di scena nella gara fra i giovani (che se non altro offre un po’ di pepe alla serata. Niente di che, però: per quanto si voglia ricamarci su, un disguido tecnico può capitare a tutti, no?). Poi c’è Garko che non decolla anche se gioca sui suoi impacci e c’è una Virginia Raffaele monumentale con un makeup impossibile a renderla la cover più riuscita della serata. Quella di Donatella Versace.
Sul fronte musicale, stupisce Clementino nella sua versione di Don Raffaè – ma purtroppo non gli basta per vincere, Peccato – e stupiscono anche gli Stadio che superano Valerio Scanu con una cover di Lucio Dalla, nonostante il televoto.
Gli EELST? Va be’, loro sono talmente superiori che non vincono nemmeno il loro turno. Fuori gara e basta. Acapulco.
Si avverte un po’ di stanchezza. Almeno, io la avverto: anche stasera nessun grande acuto e calma piatta, con Conti che macina punti di scaletta come una pietra coi cereali, implacabile. Non basta per non finire all’1.00.
Peccato per Hozier, che si esibisce con un brano e una voce pazzeschi – e il cuore arcobaleno, con buona pace di Daniela Santanchè – ad un orario da nottambuli e viene liquidato senza nemmeno una battuta.
Ghenea bellissima, a tratti mozzafiato. Momenti comici semplicemente imbarazzanti.
#sanremo2016 dietro di me qualcuno ride alle battute di Pino & Gli anticorpi. Chiamate un esorcista.
— Alberto Puliafito (@albertopi) 11 Febbraio 2016
Dall’Ariston è tutto, si va a dormire.
1.00 – dopo una diretta di appena 4 ore e 20, il verdetto della serata: vincono gli Stadio, fra gli applausi di una sala stampa che stava per rassegnarsi a scrivere della vittoria di Valero Scanu. Colpo di scena all’Ariston.
00.55 – La sera più lunga.
#sanremo2016 amando Tanica pic.twitter.com/GBEHgemOZv
— Alberto Puliafito (@albertopi) 11 Febbraio 2016
00.43 – Ci prepariamo per Rocco Tanica. Colleghi e colleghe si risistemano trucco, parrucco e abbigliamento.
00.30 – L’unico brivido in sala stampa – la votazione ripetuta – potrebbe avere un epilogo in una finale a cinque? Così dicono alcuni colleghi.
00.27 – Anche in orari vampireschi partono gli applausi. Sono tutti per Gli Stadio e per la loro cover di La sera dei miracoli.
00.25 – Dopo il Tiggì, gli Stadio. Continuano i piccoli disguidi tecnici in sala stampa (problemi all’audio), mentre Rocco Tanica prova già la sua camminata.
00.14 – Scavallata la mezzanotte come se niente fosse, Annalisa suscita gli entusiasmi di pochi intenditori.
23.52 – Coro di «noooooo» per la vittoria di Valerio Scanu nel suo gruppo.
23.43 – «Quello rumeno sembra Garko», dice la coniuge Salamoia in uno dei momenti comici che si ripetono in questo Festival (comici si fa per dire). Forse è la miglior battuta. Mi sa che la mia scommessa su Garko è irrimediabilmente persa.
23.39 – Elio aveva acceso gli entusiasmi per il look, la scelta di cover, l’arrangiamento. Purtroppo non lo risentiremo. Perché ha vinto Rocco Hunt, con una dimenticabilissima riedizioni di Tu vuò fa l’americano che ha battuto anche una commovente Michielin. Poi il quarto gruppo. Valerio Scanu divide la sala stampa con il suo Battisti. Qualcuno applaude. Qualcuno – fra cui il sottoscritto – allibisce perché qualcuno applaude. «Prova a cantarla tu, questa», mi dice una collega.
No, io no. Ma nemmeno Scanu.
22.37 – Dovreste vederla, la sala stampa. Con giornalisti giovani e meno giovani fuori controllo. Un po’ come quando il vicedirettore di Blogo e il sottoscritto vanno a vedere i Fast Animals And Slow Kids o i Ministri.
Dalla #SalaStampa tutti pazzi per @ipooh #Sanremo2016 #FinalmenteSanremo ❤️ pic.twitter.com/Ys7Elci3Ar
— RTL 102.5 (@rtl1025) 11 Febbraio 2016
Nel video di RTL si intravede proprio il sottoscritto. Che lavora.
22.29 – Clementino vince il secondo gruppo di sfide-cover. Sarà lui il vincitore? Al momento, qui all’Ariston, è quello che è piaciuto di più
22.17: si canta Faber, all’Ariston.
21.58: c’è un piccolo dramma che non arriva a casa. In sala stampa abbiamo ripetuto la votazione per la sfida fra Miele e Francesco Gabbani. E ora l’esito di quella sfida è incerto. Si ripeterà il primo esito? O si ribalterà?
21.42: applausi a scena aperta per il make up cui si è sottoposta Virginia Raffaele nei panni di Donatella Versace
Quando ti dicono che ci sono i Pooh ospiti a #Sanremo2016 pic.twitter.com/VoM9q1u3jc
— Tvblog.it (@tvblogit) 11 Febbraio 2016
21.39: gli Zero Assoluto ammosciano Goldrake (Caraturo era un’altra cosa, e comunque l’aveva già fatto lui).
21.29: applausoni per Noemi che canta Dedicato di Loredana Bertè. Il giallo dei voti non si è risolto.
21.08: va via il segnale di Rai1 per qualche secondo. Ops.
21.03: il programma va avanti, qui c’è il primo brivido in cinque giorni a Sanremo: si fa capannello di per capire cosa succede e cosa sia successo col votatore. C’è chi twitta, chi protesta, chi scrive.
21.00: giallo in sala stampa. Vince Miele, ma il votatore non funzionava e non si capisce se abbia registrato i voti o meno… attendiamo comunicazioni
20.57: drama in sala stampa: il votatore non funziona.
20.55: peccato per questo Miele-Gabbani. A me piacciono entrambi. Ma penso voterò il secondo: clap a tempo in sala stampa.
20.45, siamo di nuovo qui, pronti per ricominciare. Si parte velocissimi con la sfida fra i giovani. Ci aspettiamo una specie di tour de force. Questa sarà la serata più lunga e Conti sarà deciso a correre.
Sanremo 2016, la terza giornata
Sanremo 2016, 11 febbraio 2016, siamo di nuovo qui. La sala stampa dell’Ariston si è trasformata in un ovile di agnellini: i numeri danno ragione a Conti e Leone. Ecco perchè su TvBlog le recensioni si fanno sempre nottetempo, prima degli ascolti, prima di qualsiasi dubbio.
#sanremo2016 quando i numeri trasformano i giornalisti in agnellini. Ecco perché su @tvblogit le recensioni si fanno prima dell'Auditel.
— Alberto Puliafito (@albertopi) 11 Febbraio 2016
In mattinata ho fatto una di quelle cose che di solito non faccio. Cioè, sono stato – devo dire piacevolmente – ospite di Storie Vere, per commentare la seconda serata del Festival.
«Troppo buono», mi ha detto qualcuno della redazione.
Forse un po’, ma penso di aver detto ciò che andava detto e aveva senso di dire in quel contesto, a quello che immagino essere il pubblico di Rai1: spiegare cioè che la macchina televisiva funziona per il suo target, e che il questo senso il prodotto è azzeccato. Grazie allo stimolo di Mariano Sabatini, ho ribadito che penso che i big dovrebbero essere sempre in gara e mai ospiti – parlando di Patty Pravo avevo detto che poteva anche essere fra gli ospiti, ma intendevo, chiaramente, stanti così le cose – e magari confrontarsi con realtà più indie: chissà se qualcuno avrà letto la mia modesta proposta dell’anno scorso. Anche se so bene che cambiare non è per forza necessario.
Il punto è che ogni situazione richiede il proprio linguaggio per veicolare contenuti, e questo spero di aver fatto, anche su Rai1, coerentemente.
Ah, c’è una cosa per la quale devo ringraziare Storie vere, oltre che per l’invito. Hanno correttamente nominato tutta la redazione che scrive su Tvblog. Di questi tempi, è una vera rarità.
Il Festival di Sanremo 2016 tocca il suo punto più alto con Ezio Bosso: un gigante, musicale e nella vita. Quando parla si commuovono tutti, anche l’orchestra. E quando suona, anche fra i giornalisti c’è un silenzio irreale.
La squadra di Conti sembra aver puntato tutto sulla seconda serata, per evitare l’effetto in discesa (vedremo fra poche ore saranno gli ascolti). E, almeno dal punto di vista della costruzione del racconto televisivo, ce la fa.
Garko non decolla (anche se l’intervista doppia con Frassica funziona) ma Virginia Raffaele sì; Madalina Ghenea relegata al ruolo della comprimaria non può, obiettivamente, fare di più. Frassica che canta A mare si gioca, cambiando registro e passando dal comico al poetico (non al patetico, per fortuna) è un bel momento. Un po’ tirata via la storia della piccola scuola della provincia di Torino: era un’occasione per parlare un po’ meglio del tema del precariato (ma capisco tutto, eh, per carità, è il Festival). Furba anche la spiegazione dei nastri arcobaleno, che arriva solamente a fine dei giochi «per non mettere in difficoltà» i cantanti che hanno scelto di non portare i nastri in sostegno delle unioni civili, spiega Conti.
Insomma, questa è senza dubbio la migliore serata dei due anni di Sanremo di Conti, fino a questo momento.
Restano le considerazioni dei giorni (e dell’anno) passati, miste a qualche altra, che vale la pena di mettere giù in una lista:
1) tutto il prodotto è costruito per funzionare per il pubblico tradizionale del Festival e per prevenire le critiche: provateci voi, a fare tv con i fucili puntati addosso, poi ne riparliamo;2) l’ammiccamento ai giovani dei talent serve per far parlare (e si porta anche un segno più fra il pubblico più giovane: effetto collaterale utile;
3) il Festival Conti-Fasulo-Leone è una corazzata di una tv che non ha niente di particolarmente innovativo e che patisce di momenti davvero obsoleti (la puntata di ieri era addirittura un viaggio nel passato) e insipidi, sciapi. Non è una televisione che mi piace nella sua globalità e nel suo insieme, ma funziona per quel che deve fare e questo è un concetto sul quale è bene insistere;
4) l’Ariston sembra piccolo piccolo (regia e scenografia non aiutano);
5) leggere i siti e i commenti online aiuta a prevenire tutte le critiche e a parare le polemiche, anche quelle impreviste e imprevedibili;
6) i momenti nostalgia funzionano (a partire dai giornalisti);
7) la musica in questo Festival non mi sembra granché, purtroppo: ho fatto fatica ad appassionarmi a qualche brano. Aspetto i secondi ascolti e eviterò di esprimere la mia scontata preferenza per gli EELST (in rosa per vincere l’odio) e la loro canzone brutta
8) qualunque cosa si faccia, al Festival, si viene criticati, per forza di cose. È lo sport nazionale preferito. Ecco perché l’anno scorso titolai la vittoria di Conti e Leone fin dalla prima serata e quest’anno, ancor prima dei numeri, ho confermato il giudizio (che poi si è consolidato con il sereno di questa mattina);
9) Garko fa un sacco di gaffes, ma aveva iniziato guardando dritto in camera, quindi prima di dichiararmi sconfitto nella mia scommessa aspetto ancora.
Sanremo 2016: appunti dalla sala stampa Ariston(*)
(*) A causa di alcuni problemi tecnici, parecchio asincroni
23.06 – Elio fa spellare le mani alla sala stampa (non a tutta: qualcuno non capisce, ci sono sguardi spersi. Facciamoci pace, è l’Italia)
23.00 – Dopo Ezio Bosso, nulla ha più senso. Un picco altissimo in questo Festival di Sanremo.
22.34 – Il fatto che ci sia bisogno di verità e spontaneità non scritta lo dimostra l’applauso che parte quando la Michielin chiude dicendo «Grazie a tutti è stata proprio una figata».
22.32 – Francesca Michielin conciata come Morticia Addams, ha il braccialetto rainbow.
22.31 – Raffaele-Fracci funziona anche al tocco dei glutei di Garko, che poi si impappina. Per l’emozione?
22.13 – Ramazzotti ha i nastri arcobaleno, che gli ha passato la moglie a fine esibizione. Con buona pace di tutti quelli che hanno qualcosa da dire in merito. «La famiglia è importante», dice Ramazzotti. E cita esplicitamente i nastri che porta.
22.05 – Il fatto è che le operazioni-nostalgia funzionano per prima cosa fra i giornalisti. E così, entrambe le sale stampa di Sanremo, Ariston e Palafiori, cantano e ondeggiano sulle note delle canzoni di Eros Ramazzotti. Che ci volete fare?
Alle mie spalle si consuma un vero e proprio dramma erotico: «A me fa sangue, che ci vuoi fare», dice lei. «Non ne fanno più di tamarri così», risponde l’altra.
Sanremo 2016, 10 febbraio 2016 – Siamo pronti per ricominciare.
Il Festival arriva alla sua seconda serata: stasera sul palco le sfide fra i giovani, Antonino Cannavacciuolo, i bimbi di una scuola primaria piemontese, Ezio Bosso, il Capitano Letizia Valentino.
Anche questa sera due della truppa di Blogo – Grazia Sambruna e Giulio Pasqui – saranno al Dopofestival.
Il sottoscritto, invece, commenterà la seconda serata del Festival a Storie vere, domani mattina su Rai1 alle 10.15.
Sanremo 2016, Gay oggi: polemiche per Elton John, e poi Le Ore
Sanremo 2016, 10 febbraio, 12.34 – Spenta la polemica sui nastri arcobaleno, ci pensa Gay Oggi a sfrucoliare gli animi con una condivisione su Facebook.
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Tante polemiche per Elton John… poi questa gang dalla sala stampa. Vi mostriamo soltanto la copertina non in primo piano. La regia ha indugiato per molto tempo sulla copertina.
Pubblicato da Gay Oggi su Martedì 9 febbraio 2016
Il riferimento è a un momento passato ben oltre la mezzanotte, con Rocco Tanica che fa il suo siparietto dalla sala stampa e commenta la prima pagina de Le Ore, come se fosse a tema sanremese.
La regia indugia? Probabile, ma cosa avrebbe dovuto fare? E soprattutto, perché?
Libertà è nastri arcobaleno (sì o no, a seconda di cosa pensa ciascuno) e battute.
Anche su una copertina di riviste porno.
Sanremo 2016 – seconda giornata
Sanremo 2016 – Si ricomincia presto, con un comunicato stampa che aspetta tutti i giornalisti sui banchi di scuola di questa sala stampa. È, ovviamente, il comunicato con gli ascolti. Ascolti che faranno star tranquilli molti e che fanno salire le quotazioni di quell’opzione di Conti per il 2017.
All’Ariston passa veloce la conferenza stampa dei Dear Jack, subito dopo ecco il nuovo comunicato stampa. Il numero 17. Che – bando alle scaramanzie – si intitola Prima serata Sanremo 2016: un nuovo successo d’ascolto (perfetto, rispetta anche le regole base per il posizionamento SEO). Il confronto con lo scorso anno fa registrare una sostanziale fotocopia del risultato (scende un po’ in valore assoluto, ma parliamo di 12,5 mln vs. 13,2 mln della prima parte della prima serata dello scorso anno: roba che non verrà nemmeno valutata, visto che lo share è 49.15% vs. 49.00).
Insomma: il Sanremo 2016 è in perfetta continuità – non solo di scelte, stile, regia, conduzione, contenuti, testi – con quello del 2015.
Aspettiamo, a questo punto, soltanto di vedere come Carlo Conti rimbalzerà le polemiche sui nastri arcobaleno e poi tutti a vedere la vera curiosità di quest’anno: come andrà il confronto Festival della Canzone Italiana vs Juventus-Napoli.
Sanremo 2016, il sussulto arcobaleno, Elton John e poco altro
Sanremo 2016 – 10 febbraio 2016, ore 00.45 – Fine dei giochi della prima serata. Nella classifica, a rischio eliminazione Noemi (abbastanza incomprensibile), Dear Jack e Irene Fornaciari (comprensibilissimo), Bluvertigo (purtroppo, era scontato).
Cosa possiamo dire di questa prima serata del Festival di Sanremo? La sintesi migliore l’ho trovata su Twitter e dunque mi vedo costretto a riproporla.
Adoro il gattopardismo spinto di #Sanremo2016: non cambiare nulla per non cambiare niente. La novità di quest'anno è il canone in bolletta.
— Maria Teresa D. (@egyzia) 9 Febbraio 2016
Non è cambiato nulla dall’anno scorso e l’unico sussulto è stato quello dei nastri arcobaleno sul palco, che domani accenderanno un po’ il dibattito (su Twitter, tempo che Gasparri e Salvini se ne accorgano, e pure in sala stampa).
Non si può dire che sia stata una brutta prima serata, ma il bello è un’altra cosa. Virginia Raffaele che imita e basta – a mio modo di vedere – è un’occasione sprecata. Conti porta avanti la barca con barra a dritta e con un modello di televisione monolitico, Garko non tira fuori le potenzialità che avevo intravisto, Madalina Ghenea se la cava come può.
La musica è più protagonista con gli ospiti che altro (anche se il momento con Laura Pausini sembrava davvero troppo scritto per crederci, e di duetti con il passato ne abbiamo visti di fatti molto meglio). Elton John fa venire i brividi anche questa volta, gli Stadio commuovono i padri ma Curreri era senza voce, Rocco Hunt, con una canzone musicalmente interessante, fa muovere il piedino, i Bluvertigo ammiccano a quella nostalgia di Metallo non metallo.
Da dimenticare i momenti comici, fermi agli anni ’90 (lo sketch di Aldo, Giovanni e Giacono era proprio da uno spettacolo del 1999).
Non cambiare nulla per non cambiare niente. Domani andrà bene con gli ascolti, mi sbilancio. La botta arriva sabato, con Juve-Napoli. Ma questo già si sa.
Ora il dopofestival: per Blogo ci sono Grazia Sambruna e Giulio Pasqui. Qui sistemiamo le ultime cose (inclusi i fogli sulla scrivania) e ci troviamo qualcosa da mangiare. Perché Sanremo è Sanremo, ma anche la pancia vuole la sua parte.
@GPasqui e @LaSambruna di @tvblogit sono pronti per il #DopoFestival #Sanremo2016 pic.twitter.com/hN8YfY0eIr
— Tvblog.it (@tvblogit) 9 Febbraio 2016
Sanremo 2016, prima serata
00.40 – In attesa della classifica della prima serata (o meglio, dei 4 a rischio eliminazione), ci siamo goduti la performance di Rocco Tanica. Applausi per lui fra i giornalisti. Una botta di vita dissacrante come si deve. Anche lui, come questo Sanremo, fa sempre la stessa cosa. Ma funziona e fa ridere.
#sanremo2016 Tanica: «Qui in sala stampa si respira l'aria delle grandi occasioni, peraltro senza motivo».
— Alberto Puliafito (@albertopi) 9 Febbraio 2016
E se per questi pochi minuti che si ripeteranno ogni sera il prezzo da pagare è non vederlo sul palco con gli EELST, be’, va bene così.
Sanremo – 10 febbraio, scavallata la mezzanotte (e poteva andare peggio), mancano solo quattro in scaletta: Kasia Smutniak e Anna Foglietta, poi i saluti con Radio2, Rocco Tanica che ravviva la sala stampa e quindi la classifica. In mezzo, ancora una pubblicità.
23.42 – Basta un pezzo un po’ ritmato a far battere le mani a tempo. È quello di Rocco Hunt. Ma nel frattempo c’è stato un po’ di tutto.
Un enorme momento musicale, con Elton John.
Un momento comico così così (i coniugi Salamoia), Virginia Raffaele che fa solo Sabrina Ferilli (del resto, si diceva che sarebbe stata sul palco dell’Ariston), i Bluvertigo, che sono un ritorno al passato.
22.57 – Anche Ruggeri aderisce al #sanremoarcobaleno. E subito dopo, ecco che Carlo Conti deve spostare il microfono, e si ritrova col nastro arcobaleno in mano, suo malgrado.
22.52 – L’unico elemento d’interesse, almeno per quel che mi riguarda, è l’imprevisto prevedibile: i nastri arcobaleno sul palco dell’Ariston, fino a questo momento sfoggiati da Noemi e Arisa. Già mi immagino, domani, le domande in conferenza stampa.
Aldo, Giovanni e Giacomo si sono esibiti in uno sketch del 1999.
Il resto è come l’anno scorso, macchina rodata, tutto come doveva essere.
22.04 – Ci vorrebbe la roof-cam, per far vedere a tutti gli ondeggiamenti in sala stampa per Laura Pausini.
21.33 – Virginia Raffaele-Ferilli non convince del tutto. Risate per la battuta: «Se Elton John è uno spot per le coppie omosessuali, i Pooh sono una marchetta per l’INPS?». Ma si può dare di più. Ora i Dear Jack.
21.23 – Niente entusiasmi sfrenati per Lorenzo Fragola che si è appena esibito. Ora tocca a Noemi, qualcuno in sala stampa azzarda un applauso.
21.12 – Da scaletta siamo a 4 minuti di ritardo. E fino a questo momento era tutto registrato. Si comincia.
20.50 – Sono gli anni ’80 che la fanno da padroni al roof. Tanto per cambiare. Cori per Al Bano e Romina (quasi un’ovazione), per i Ricchi e Poveri, per Ranieri. Poi, con la fine del primo decennio del nuovo secolo, inizia il disastro di (alcuni) talent. In mezzo, applausone per i Jalisse (e no, non era ironico).
Dicevamo della scaletta. A parte l’anteprima – tristissima, ma che porta ricavi, non dimenticatelo – c’è il medley: un medley che a tratti fa partire qualche coretto qui al roof (più che altro con Modugno, ma anche con con gli Homo Sapiens e con Solo noi di Toto Cutugno).
20.28: la diretta della prima serata di Sanremo la seguiamo, come di consueto, anche dalla sala stampa del Roof dell’Ariston – se i colleghi al Palafiori vogliono intervenire, sono liberissimi di farlo.
Si è appena consumata la solita tragedia della prova del voto. Noi siamo (quasi) sempre gli stessi. L’apparecchio è sempre lo stesso. Si vota sempre allo stesso modo. Però è imbarazzante.
#sanremo2016 voi dovreste vedere la sala stampa quando si prova il voto. Eppure si tratta di premere QUATTRO TASTI seguiti da ok.
— Alberto Puliafito (@albertopi) 9 Febbraio 2016
Al secondo tentativo, comunque, ce la facciamo: 113 votanti, tutti giusti. Scatta l’applauso.
La scaletta ci è stata consegnata. Si apre alle 21.08. Prepariamoci a un lungo martedì.
9 febbraio 2016, ore 11 – È il giorno della prima puntata del Festival di Sanremo 2016. Al roof dell’Ariston sono appena arrivati gli Elii (c’è anche Rocco Tanica, chiaramente, ma è in pullover mentre tutti sono in giacca), i nuvoloni di pioggia si affollano sul cielo della Riviera, le cose proseguono con la consueta meccanicità.
Dopo la start-up di Sollecito in visita in Riviera (intervistatissimo, ma noi ci siamo arrivati per primi con Grazia Sambruna: ogni tanto le cose vanno dette), dopo le polemiche presunte, si entra nel vivo della manifestazione.
Noi proseguiamo con le nostre interviste e con una copertura dedicata, come al solito.
Ma il Festival è anche altro, Sanremo è anche una cittadina e, pensate, ha un cinema. Così, ieri sera mi sono concesso la visione di The Hateful Eight. Un film enorme.
Perché Sanremo è Sanremo, ma il cinema è il cinema.
Sanremo 2016: 8 febbraio
15.22: quest’anno ho preso una decisione. Niente prove il primo giorno.
Perché? Primo: non ho sentito le canzoni al preascolto: la sorte ha voluto che quest’anno toccasse ad Arianna Ascione. Secondo: non posso portare computer, cellulare, telefono, ipad o altri mezzi atti a registrare o produrre foto o filmati. Questo per evitare che qualche furbacchione si metta a uploadare chissà cosa chissà dove prima del consentito.
E allora ho pensato: d’accordo, questa volta lasciamo tutto alla prima impressione, che è poi quella che avranno i milioni di telespettatori del Festival da casa. Meglio girare un po’ per sondare umori, capire, parlare e soprattutto scrivere.
Gli umori, dicevo, a me sembrano particolarmente buoni (anche se sappiamo tutti che saranno enormemente influenzati dai numeri che verranno fuori dall’Auditel il 10 febbraio): Carlo Conti conosce la macchina ed è uomo di televisione navigatissimo, il cast mi sembra in forma (qualcosa non andava, forse con Virginia Raffaele, ma da grande professionista ha inserito il pilota automatico in conferenza stampa e con le sue battute ha contribuito a smontare le polemiche che fanno rima con Sanremo), anche Leone azzera i fuocherelli che aveva acceso la partecipazione di Elton John a Sanremo, forse col marito.
La sala stampa era pronta a mangiarsi Garko, ma forse è lui che si è mangiato noi. Io ci ho scommesso su, vediamo se dovrò ricredermi.
Madalina Ghenea si commuove per la domanda di una connazionale. Tutto funziona come deve e anche Rocco Tanica non potrà esser ragione di scandali. Infatti, farà il collegamento dalla sala stampa ma non sarà sul palco con gli Elii in gara. Il che, devo dire, a me dispiace molto: non fosse che noi giornalisti – e magari anche cantanti e discografiche – avremmo scatenato l’inferno, potevano fargli fare entrambe le cose, visto che le fa bene.
8 febbraio 2016, 12.34 – Si comincia con la conferenza stampa, che seguiamo in diretta. Nell’immagine qui sopra, il consueto delicato assembramento per le foto e altro quando arrivano i conduttori.
8 febbraio 2016, ore 10.47 – Il clima è clemente e ci regala una giornata di tregua, anche se pare che pioverà. Queste le uniche nubi che si potranno avvistare, se ancora ci capisco qualcosa, su questo Festival di Sanremo.
Sì, certo, c’è chi parla di vigilia blindata per l’innalzamento delle misure di sicurezza, riempiendosi la bocca di termini militareschi: quanto piace, questa no fly zone, per esempio. Che poi è semplicemente divieto di far volare elicotteri e droni nel recinto dell’Ariston. Non so come dire, vi sembra tanto?
Poi ci sono le polemiche (strumentali, scontate) per la presenza di Elton John sul palco dell’Ariston. Proprio adesso che c’è il ddl Cirinnà in discussione. Capirai. Come se Elton John fosse l’unico non-eterosessuale da queste parti. Devo dire che questa storia ha veramente stancato: uscirà mai dal medioevo, questo Paese?
Difficile a dirsi.
Anche se in Rai qualcosa si muove: una testata web come la nostra, dopo aver conquistato il roof dell’Ariston, è addirittura in quinta fila nella sala stampa. I tempi cambiano, tutto sommato. Lentamente, ma cambiano.
Da qui, comunque, siamo pronti a seguire la conferenza stampa che apre i giochi, prevista per le 12.30.
Colonna sonora del sottoscritto in questo momento: Iron Maiden, Brave New World (ieri si dissertava dottamente con la troupe di quanto Aldous Huxley fosse stato ottimo profeta, molto più di George Orwell, nell’immaginarsi le dittature del futuro). Necessaria non solo per evitare di farsi già trascinare nel tunnel delle chiacchiere o per sentire musica altra, ma anche per ovviare a un piccolo inconveniente in atto in questi istanti nella sala stampa.
#sanremo2016 @SanremoRai tenta di stordire giustamente i giornalisti con una nota fissa a 432 Hz sparata in diffusione nel roof dell'Ariston
— Alberto Puliafito (@albertopi) 8 Febbraio 2016
E visto che si parla di musica che all’Ariston non ci sarà mai, ecco una delle cose più belle che abbiamo visto girare ieri sui social (non sono ancora riuscito a risalire all’autore).
Sanremo 2016, la notte prima degli esami
8 febbraio 2016, 00.50 – Prima notte sanremese, prime interviste (a Cecile e agli Zero Assoluto, per cominciare). Poi i due “party”. Quello di Sorrisi, all’Hotel Londra. Quello della Rai al Casinò. Ci si saluta. Si mangia. Si scattano foto, i cantanti posano davanti allo sfondo di Tv Sorrisi e Canzoni. In mezzo, proprio nel tragitto, un bell’acquazzone.
Quando arrivo al Casinò, c’è la coda per accaparrarsi una delle scatole-omaggio del gioco da tavola del Festival di Sanremo. La ressa è notevole e volano anche un paio di spintoni, per accaparrarselo: metti a un evento per giornalisti un buffet e un omaggio e vedrai scene di abbrutimento che potrai raccontare come aneddotica ai posteri intrattenendo almeno due generazioni.
Il gioco sarebbe quello che vedete nella foto. Si sapeva che sarebbe stato realizzato e si può facilmente immaginare di cosa si tratti, ma rimane oscura la ragione dell’aggettivazione scelta per il claim. «Esilarante». Perché?
Forse perché fra le prove del gioco c’è anche «canto una canzone al meglio delle mie capacità canore – per almeno 14 secondo – che abbia una relazione con la carta che pesco… se non so nulla canto il testo della carta così come è scritta, come fosse il testo di una canzone». E poi giù di voto da parte degli avversari.
Io lo dicevo, eh, che al pubblico del Festival piace il karaoke.
Sanremo, 7 febbraio 2016
Sanremo 2016, per la redazione di Blogo, comincia ufficialmente oggi (in verità Sanremo non finisce mai, e quindi per noi è iniziato nel 2005). Come di consueto, accompagneremo tutti i contenuti prodotti in questi giorni (li trovate su Tvblog, su Soundsblog, su Gossipblog, ovunque ce ne sia la possibilità) con il nostro diario giornaliero.
Che comincia così, una domenica, 7 febbraio 2016.
Binari, pioggia. Un regionale mi porta da Magenta a Milano Centrale, da dove si prenderà il Thello delle 11.10, che, a naso, dovrebbe essere popolato da un bel po’ di giornalisti che migrano in Riviera per il Festival della canzone italiana. Perlomeno, noi ci siamo (Alberto Puliafito, Diego Odello, Grazia Sambruna. Manca Giulio Pasqui, che è sul treno ma non è entrato nel selfie, e mancano anche i due baldi filmmaker Fulvio Nebbia e Iacopo De Gregori, iK Produzioni, in partenza da Torino con l’attrezzatura).
#ricordisanremo per non dimenticare. @Mr_Odo @LaSambruna pic.twitter.com/h2Ht5EYzvQ
— Alberto Puliafito (@albertopi) 7 Febbraio 2016
Perché si parte oggi?
mio padre, che ha sempre lavorato per Sanremo ma non l'ha mai visto: "ma quando iniziano a cantare?" "martedì" "ma perché andate oggi?"
— martacagnola (@martacagnola) 7 Febbraio 2016
Chi lo sa. Perché ci si accredita? Perché ci sono gli aperitivi e i party? Perché è così che funziona? Perché ci si nota di più se non ci siamo – e se ci siamo non importa? Perché c’è qualcosa, nel giornalismo, che ha ancora del “consumarsi le suole delle scarpe”, anche se poi stiamo lì seduti in sala stampa (tranne che quelli che si fanno i giri negli alberghi per correre appresso ai cantanti da intervistare: sì, è vero, le interviste ai cantanti ce le hanno tutti, o meglio, tanti. Ma se poi non le hai allora va a finire che ci si nota, come se non ci fossimo). Funziona così.
E funziona anche che le condizioni climatiche a Sanremo sono sempre imprevedibili. La nostra troup, per dire, è in mezzo alla neve.
Comunque, ieri sera ho avuto un’anteprima del Festival con amarcord: sono stato in un risto-pizza-disco-pub-karaoke sulla Vigevanese, dove hanno girato anche una puntata di Cucine da Incubo con Cannavacciuolo. Lo avevano trasformato in un ristorante fighetto, secondo il vecchio mantra: non si capisce cosa siete. È andata male, adesso è un risto-pizza-disco-pub-karaoke con animazione per bambini. Ed era pieno zeppo, e anche se non è il mio genere di locale mi sono anche divertito. Cosa c’entra Sanremo? C’entra eccome. Perché al karaoke non potevano mancare i Modà, con l’acuto a manovella di Kekko che, riproposto da una simpatica carampana messa giù da gara, era ancora più pop.
Sì, perché Sanremo continua a essere un evento pop, piaccia o meno.
Ed è anche un colossale paradosso: l’Italia ha un evento grosso dedicato alla propria musica, ma questo evento è seguito da persone a cui, di base, interessa la televisione (adesso non venitemi a dire che il pubblico di Sanremo è quello che va ai concerti, si abbona a Spotify o sente abitualmente la musica, perché se me lo venite a dire voglio i dati numerici). Sanremo è seguito dalle persone che vanno ai risto-pizza-disco-pub-karaoke. Ecco perché non vale nemmeno la pena di tentare di cambiarlo (la mia modesta proposta dello scorso anno funzionerebbe? Secondo me sì, così come funzionerebbero, magari, altre proposte di altri che potrebbero avere idee migliori della mia, perché tanto Sanremo sarebbe seguito lo stesso e quindi varrebbe la pena di sperimentare. Ma se mi metto nei panni di chi decide, capisco che il perché rischiare sia più che comprensibile).