Sanremo 2013, 12 febbraio 2013 – Luciana Littizzetto, La letterina a San Remo (testo e video): “L’Imu la voglio prima del voto”

La principessa di Sanremo, Luciana Littizzetto, arriva sul cocchio di Cenerentola, vestita di nero, masticando gomma americana, con un cocchiere ‘esodato della Fornero‘ e con due ‘porteur’ anzianotti che “arrivano da Uomini e Donne di Maria De Filippi“. Questo il quadretto dopo il coro di Va’ Pensiero: ed è un fiorire di battutine ‘politiche’, tra Imu e MontePaschi, tra casini, maroni, Monti e Berlusconi condito da qualche ‘colloquialismo’ che fa subito Che Tempo Che Fa. L’aveva detto che all’Ariston avrebbe fatto quello che sa fare e così fa subito capire al pubblico che tra Milano e Sanremo non c’è grande differenza.

“Lo sai che c’è tanta cacca qui?”, dice appena scesa dalla carrozza della principessa guardando il risultato del trotto dei cavalli. E il ‘bonjour finesse’ è immediato.

“Salgo all’Ariston come Monti… non scendo, salgo”

dice Luciana nel raggiungere un già affaticato Fazio sul palco dell’Ariston: prima scala evitata ma in prima fila c’è già chi suda a sentire la Letterina a San Remo. Testo e video dopo il salto.

Sanremo 2013, Luciana Littizzetto, foto prima serata – 12 febbraio 2013

Sanremo 2013, Luciana Littizzetto, la scala e il gesto dell\’ombrello 

Carissimo San Remo,

che nella Riviera stai,

che proteggi i fiori, i Festival e i casinò,

quindi ti occupi di boiate,

ho scoperto che come santo non esisti.

Nel calendario c’è santa Genoveffa, santa Brigida, San Quadrato e persino Santa Elvett

che dev’essere la protettrice del Moulin Rouge, ma non c’è nessuna traccia di San Remo in nessun calendario, nemmeno in quello dei Maya, nemmeno il calendario Pirelli sul quale non posso dilungarmi perché ho promesso a Fabio di comportarmi bene.

Comunque, per quel che puoi

fai in modo che il pubblico non si accorga che quest’anno sul palco invece di due gnocche ce n’è solo mezza

e aiutami a non sbagliare i nome delle canzoni o dei cantanti

perché ci sono state presentatrici che per aver detto nell’ordine sbagliato ‘Pace, Panzeri, Pilat’, sono state esiliate a Ventotene e sono state private dei diritti civili.

Fa’ che Fabio non si addormenti in onda, o almeno fa che nessuno se ne accorga, o fa che tutti a casa si siano addormentati prima di lui.

E fai che non mi venga mai mai mai mai in mente di tentare un arima entre presento Gualazzi o la Galiazzo, perché conoscendomi usciremmo tutti con le ossa peste. Peraltri grazie che quest’anno non hai fatto gareggiare Samuele Bersani che con quel cognome lì non ne uscivamo vivi. Ci toccava trovare anche un Samuele Berlusconi e un Samuele Monti.

Fa’ che non arrivino altre notizie pazzesche, perché dopo la neve, le polemiche politiche e le dimissioni in Vaticano ci manca solo la pioggia di rane e lo sbarco degli alieni ad Arma di Taggia.

Fai inoltre, Remo mio, che il meteorite che deve distruggere il pianeta il 15 febbraio aspetti almeno che canti Al Bano: sai com’è fatto lui, poi si offende.

Già che ci sei che la crisi passi, perché è vero, come diceva uno che non mi ricordo più chi fosse, che i ristoranti sono pieni, ma sono pieni di gente che cerca un posto da cameriere.

Di’ anche a tutti quelli che dicono che restituiranno l’Imu se possono anticipare. Io mi fido un casino, ma mi piacerebbe avere i soldi prima di andare a votare.

Se tu mi aiuto, Santo Remo, io giuro che non pronuncerò nemmeno il nome di un politico e neanche parole che ci somigliano, non dirà mai parole che cominciano con ‘ber’, come Bersaglio, Berlino, Berna, bertuccia, o che finiscano con ‘oni’ tipo…. adesso non mi viene. Invece di ‘maroni’ dirò beige e se qualche volta saremo nei casini dirò puttanaio.

Fa’ che non mi si impigli mai l’abito sotto la suola, il reggiseno nella pianola, la lingua nella gola, dammi grazia, contentezza, levità e leggerezza e infine e soprattutto sopra ogni cosa ti prego, santo dei garofani e delle petunie, dei potus e dei lillà, fa’ che io resista fortissimamente, ineluttabilmente, inderogabilmente all’incontenibile, inarrestabile, insopprimibile bisogno di dire CULO!”.

Questo è solo l’inizio.

Sanremo 2013, Luciana Littizzetto, foto prima serata – 12 febbraio 2013