Sanctuary, Niccolò Calvagna a Blogo: “Coinvolgerà il pubblico. Una bella sfida recitare in inglese”
Blogo ha intervistato Niccolò Calvagna, giovane attore nel cast di Sanctuary, nuova serie tv co-prodotta in Europa ed in arrivo a breve su Netflix
Sul set per la prima volta a soli tre mesi. Poi sono arrivati i film e le fiction come Rossella, Il Sistema, Sorelle e Scomparsa, che lo hanno reso un volto molto riconoscibile al pubblico di Raiuno. Ora, per Niccolò Calvagna, è arrivato il momento del grande salto verso una produzione internazionale.
Il giovanissimo (è nato nel 2006) attore romano, figlio del regista Stefano Calvagna, è infatti nel cast di Sanctuary, co-produzione che coinvolge Svezia, Germania, Francia ed Italia, su cui ha messo gli occhi anche Netflix, che la distribuirà prossimamente.
Ma di cosa parla Sanctuary? La serie tv in otto episodi, prodotta dalla nordeuropea Yellobird, con la tedesca Tele München Groupe e l’italiana Fabula Pictures -la distribuzione è stata affidata a Studiocanal-, è tratto dall’omonimo romanzo di Marie Hermanson (il primo dell’autrice ad essere stato tradotto in inglese), è ambientato in una struttura sulle Alpi dove la protagonista Helena (Josefin Asplund) si reca a visitare la gemella Siri, considerata una psicopatica.
Alla giovane basta poco per scoprire che nella clinica si effettuano spietati test sui pazienti, ma il vero incubo inizia quando Siri riesce con un cambio d’identità a fuggire ed a far credere a tutti di essere la sorella. Helena, quindi, deve riuscire a dimostrare di non essere Siri e scoprire i misteri legati a quei test a cui sono sottoposti gli ospiti della clinica.
La serie tv, che vede nel cast anche Matthew Modine, è stata girata in gran parte in Italia, nel Trentino. Ed il cast vede la presenza proprio di alcuni italiani, come Lorenzo Richelmy ed, appunto, Niccolò Calvagna. “Interpreto il ruolo di uno dei pazienti e sono un bambino psicopatico”, ci ha spiegato Niccolò alle prese con un personaggio ben differente rispetto a quelli che ha interpretato in passato.
Come ti sei preparato per questo ruolo?
“Mi sono visto degli spezzoni di Shining, tra cui la scena con il barman che mi ha aiutato molto. Poi è stata anche una bella sfida perché ho recitato in inglese per la prima volta in un ruolo che non avevo mai affrontato in precedenza”.
Tuo padre, Stefano Calvagna, è un noto regista italiano (il 17 luglio esce la sua ultima pellicola, “Baby Gang”), proprio in un suo film hai debuttato, a soli tre mesi. Per Sanctuary che consigli ti ha dato?
“Nelle scene più crude mi diceva sempre di essere più tranquillo quando parlavo. Perché non dovevo alzare il tono di voce, tutte le cose che dicevo erano cose violente e se le dicevo con un tono di voce tranquillo ero pure più credibile”.
Sanctuary è destinato al mercato internazionale: lo consideri un “salto” nella tua carriera breve ma ricca di esperienze?
“Si, è un film internazionale che mi potrebbe permettere di girare film non solo italiani ed è per questo che secondo me sapere bene l’inglese in questo lavoro ti apre molte porte”.
I minorenni che recitano in tv sono sempre tanti, e devono giustamente dividersi tra il set e gli impegni scolastici: a volte ti pesa questa “doppia vita” di attore e di giovane ragazzo alle prese con compiti ed esami?
“No non mi pesa molto, ovviamente devo impegnarmi di più con la scuola, ma lo faccio con piacere perché so che mi sto impegnando per la mia passione, il cinema”.
Da grande vorresti continuare a fare l’attore o hai anche altre passioni?
“Per ora vorrei continuare a fare l’attore, ma in futuro mi piacerebbe diventare un regista”.
Di recente ti abbiamo visto in serie di successo come Il Sistema, Sorelle e Scomparsa: dopo Sanctuary tornerai a recitare in qualche fiction italiana?
“Per ora fiction niente, ma inizierò a girare un film cinema con Franco nero e regia di Claudio Fragasso.”
Sei appassionato di serie tv, ne hai di preferite?
“Suburra, Stranger Things e Gomorra”.
Prima di salutarci, dicci perché dovremo seguire Sanctuary.
“Perché è una serie originale che coinvolgerà molto lo spettatore”.