Salvo Che Guevara Montalbano
In risposta alle preoccupazioni espresse ieri da Prodi circa la parzialità dell’informazione televisiva, il Ministro delle Comunicazioni Landolfi ha oggi dichiarato che non è tanto l’informazione a essere di parte, ma la fiction, che mostrerebbe “una pericolosa inclinazione verso i temi cari alla sinistra” (sic). In particolare sarebbe “Il commissario Montalbano” a trasudare (è il
In risposta alle preoccupazioni espresse ieri da Prodi circa la parzialità dell’informazione televisiva, il Ministro delle Comunicazioni Landolfi ha oggi dichiarato che non è tanto l’informazione a essere di parte, ma la fiction, che mostrerebbe “una pericolosa inclinazione verso i temi cari alla sinistra” (sic). In particolare sarebbe “Il commissario Montalbano” a trasudare (è il verbo usato dal ministro) comunismo (è esattamente il termine usato dal ministro). A parte il fatto che dubito che vedremo mai il volto di Luca Zingaretti sulle magliette rosse dei giovani manifestanti dei prossimi cortei, ma cosa propone il ministro, una nuova lottizzazione dei generi televisivi? La fiction va all’Ulivo/Unione, l’informazione alla CDL, la satira… boh, quella probabilmente non la voleva nessuno, quindi l’hanno tolta…
Ma poi non ci dovrebbe essere una differenza abbastanza netta e marcata, di obiettivi, di ruolo sociale e di linguaggio, tra la fiction e l’informazione? Io non penso che siano la stessa cosa o che la gente sostituisca il telegiornale con “Incantesimo” (che, diciamocelo, non è neanche esattamente un film di Ken Loach…). Perché nel dibattito politico italiano tutto si deve risolvere sempre nel solito qualunquismo e nel solito darsi a vicenda del “comunista” e del “fascista”?
Che poi sarebbe anche bello sapere quali sono questi “temi cari alla sinistra” verso cui inclinerebbe la maggior parte della fiction italiana, perché se fossero le solite cose tipo la solidarietà sociale, l’uguagliaza delle persone, il diritto a un lavoro dignitoso e a una vita decente, il rispetto della persona umana e delle diverse credenze e culture, l’inquinamento e lo sviluppo sostenibile, a me non sembrerebbe poi una cosa tanto grave…
Fulvio Nebbia